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« DARE PER AMORE E NON PER...METTERE A SERVIZIO DEI N... »

CREDERE PRIMA DI SAPERE SIGNIFICA DISPORSI INTERIORMENTE AD UN ASCOLTO PROFONDO E COSI' SI VIENE ILLUMINATI

Post n°759 pubblicato il 21 Febbraio 2014 da sebregon

 22 FEBBRAIO

CATTEDRA DI SAN PIETRO APOSTOLO

 

 



 

Mt 16,13-19


 
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

 

Di fronte a questa elezione così immediata e straordinaria di Pietro si rimane di stucco. E ci si chiede se sia stato un movimento solo gratuito del Padre verso Pietro o ci sia stata una sua qualche partecipazione. E cioè ci troviamo davanti ad una ispirazione insufflata nella testa del discepolo che l’ha poi esternata? Pietro ha fatto solo da sponda o c’è stato qualcosa di più?

 

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Quella beatitudine donata a Pietro gli è stata gettata addosso come un abito che si indossa e dunque con una aderenza solo esterna o come? Tutti questi interrogativi mi frullano nella mente ed allora sgombriamo subito il campo da ogni equivoco perché, come dice Gesù, ciò che ha proferito Pietro viene solo da una rivelazione fattagli dal Padre.

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Ed allora come può proseguire il nostro discorso? Cerchiamo anzitutto di capire come possa avvenire una comunicazione tra il piano divino e quello umano. Sembra che possa esservi solo quando si apre da parte dell’uomo un canale che permetta alla comunicazione divina di poter accedere. Dio non può creare nell’uomo  degli spazi a parte se il contesto è di totale rifiuto.

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Non era però il caso di Pietro che essendo un buon ebreo aveva, come da default, una sua apertura verso Dio. Tuttavia anche gli altri discepoli si trovavano nella sua stessa situazione ed  allora cosa sarà successo di diverso in Pietro tale da attirare il Padre nel rivelargli la vera identità  di Gesù? Sì, il Padre deve essere stato proprio attirato perché Gesù non aveva rivolto la domanda direttamente a Pietro ma a tutti e quindi tutti erano stati messi nella condizione di rispondere e ricevere questo dono. Allora dobbiamo immaginare che Pietro si sia attivato in modo diverso dagli altri discepoli. Egli, ascoltata la domanda, non si è fatto sviare da ciò che pensavano gli uomini del suo tempo ma con umile intensità si è  rivolto a Dio chiedendo di illuminarlo e così il Padre ha risposto alla sua richiesta.

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Ed è questo suo atteggiamento che attira le lodi di  Gesù ma di più perché Egli  vede nella disponibilità all’ascolto profondo di Pietro la pietra su cui fondare la sua Chiesa. Vi può essere infatti Chiesa solo se vi è un vero ascolto e Pietro in quel momento ne era stato l’esempio vivente. Ed allora  Gesù, come ricaduta dello svelamento della sua identità fatto dal Padre a Pietro, gli consegna la sua Chiesa ed è come se gli dicesse : “Se il tuo atteggiamento di ascolto ha permesso al Padre di svelarti chi sono allora anch’Io posso far affidamento su di te per quanto riguarda la mia Chiesa perché so che grazie al tuo saper ascoltare non farai mai niente contro la volontà del Padre  e Mia.”.

 

La nostra vita e la Parola

 

Spirito Santo, è difficile per noi uscire dalla gabbia dei nostri pensieri preconfezionati e dai limiti delle modalità sociologiche attraverso cui pensiamo Dio. Procediamo solo portando avanti le concatenazioni dei nostri pensieri e molto difficilmente, per non dire quasi mai, ci fermiamo per un altro ascolto. Un ascolto dove semplicemente dimorando nell’amore rimaniamo aperti a ricevere le sue parole o le sue illuminazioni.

 

Michele Sebregondio

 (Gabriele Patmos)

 
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