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Post n°760 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da sebregon
VII SETTIMANA DEL T.O.
Mc 9, 30-37
Questo insegnamento di Gesù è straordinario perché dice a noi, che metteremmo avanti sempre e comunque il nostro ‘io’, che c’è sempre bisogno di riconoscere di non essersi installati nel mondo grazie alla nostra, ma ad un'altra istanza, che ci ha costituiti in ciò che siamo. Per Gesù si tratta del Padre. .
. E’ vero l’insegnamento di questo brano potrebbe riguardare l’umiltà, il servizio ma splende in bellezza ed in nitore di verità questo riferirsi di Gesù a Colui che l’ha mandato. Accogliere un bambino, un debole, un povero, un bisognoso o noi stessi quando ci giudichiamo come dei ‘poveracci’ significa accogliere non solo Gesù ma più in fondo Colui da cui tutto è cominciato e a cui tutto ritornerà e cioè il Padre. Gesù riferendosi al Padre vuole indicarci che, oltre a ciò che vediamo con i nostri sensi, esiste un principio transnaturale, il Padre, che ci può aiutare a vedere bene anche la realtà concreta in cui viviamo. .
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La via d’accesso però a questo di più non passa attraverso la potenza o il successo negativo ma attraverso l’assunzione di un livello di realtà complessivo che si prende cura dei più deboli. Ed è per aver seguito questa strada che Gesù verrà consegnato nelle mani degli uomini ed ucciso. + .
. A questo tipo di uomini non interessano ‘i bambini’ o i deboli perchè sono considerati un ostacolo al loro benessere fisico e spirituale.Gesù nostro grande Maestro e Signore ci sospinge verso una luce di verità che sola ci può aiutare ad allargare il cuore e a non rendere vana la nostra vita in questo mondo.
La nostra vita e la Parola
Spirito Santo che sei flusso vivente della infinita costanza di presenza e di amore tra il Padre ed il Figlio fa che anche noi possiamo intendere come la vita vera passa attraverso il riconoscimento di un legame profondo con la vita divina grazie ad un toccante amore verso i nostri fratelli più deboli.
Michele Sebregondio (sebregon@yahoo.it)
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