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Post n°916 pubblicato il 29 Aprile 2015 da sebregon
IV SETTIMANA DI PASQUA - GIOVEDÌ .
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Gv 13, 16-20
Un servo non è più grande del suo padrone: frase densa e importante. In questo brano – parte della lunga conversazione di Gesù con i discepoli durante l’Ultima Cena (Giovanni, dal capitolo 13 al 17), la sera del suo arresto e morte – Gesù parla del “servizio” come della caratteristica principale dei suoi discepoli, annuncia il tradimento di Giuda e ribadisce la propria identità (“Io sono”, riprendendo le parole di Yahvè a Mosè). . . Dopo aver appena terminato di lavare i piedi dei suoi discepoli, infatti, a Pietro che non vuole che Gesù gli lavi i piedi il maestro ribadisce il valore simbolico del gesto: è importante accettare Gesù come messia che si dona per gli altri, e che insegna ai suoi a fare altrettanto. Questo dono di sé è alla base della felicità: “Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica". Ma non tutti accettavano (e accettano oggi) questo invito al “servizio”. Invito che trovo invece bellissimo. . . Essere al servizio è il massimo della possibilità che un essere umano si dà di “fare” qualcosa per gli altri. Svolgere una professione “di servizio” è sì un onere, ma anche un grande onore. E direi, parafrasando Gesù, “essere al servizio non significa essere da meno di coloro che serviamo”…
Alessandra Callegari
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