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Messaggi del 04/11/2013

 

GLI IMPEGNI SONO UN VEICOLO PER CRESCERE MA SE OSCURANO LA LUCE CHE LI ILLUMINA DIVENTANO TENEBRE.

Post n°719 pubblicato il 04 Novembre 2013 da sebregon

XXXI SETTIMANA  – MARTEDÌ



 

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 Lc 14, 15-24

 
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”». 
 
  

Gesù entra completamente nell’ordine del nostro modo d’essere e di comportarci. La sua parabola, nella prima parte, non è che un ricalco di come saremmo rimasti male noi nel caso avessimo fatto degli inviti a persone care le quali invece d’accettare il nostro invito ci avessero voltato le spalle.

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Gesù però non ci parla del semplice invito ad un banchetto ma dell’incontro con Lui preparatore di ogni vera delizia per coloro che sono chiamati alla sua presenza. Ora però ci si potrebbe chiedere come mai non sono gli ultimi ad essere invitati per primi ?

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Gesù non è venuto soprattutto per loro? Questa domanda sottintende che il suo senso è così razionale e giusto ma non è ciò che il Padre ha scelto per accostare l’umanità. Egli non ha voluto essere solo accettato dai bisognosi e dunque solo da una parte d’umanità ma da quella nella sua interezza. Ed una umanità è integrale quando tutte le sue parti sono compresenti dal primo all’ultimo uomo, da chi ha studiato e da chi no, da chi è ricco e chi è povero e così via.

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Ma c’è molto di più e cioè che Dio ha scelto di condividere una storia con l’uomo cominciando da determinato tempo ed un determinato luogo. Ed iniziandola ha voluto sviluppare con l’uomo un linguaggio comune e dei concreti riferimenti di scambio. Egli ha cercato una reciprocità e cioè non ha voluto procedere nel rapporto donando solo Lui qualcosa, ad es. la liberazione dall’Egitto,  ma ha voluto che l’uomo rispondesse e donasse se stesso a sua volta in questo rapporto (l’Alleanza).

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Ecco allora perché Gesù per prima cosa si rivolge verso coloro che avrebbero potuto intenderlo perchè depositari di una lunga tradizione religiosa in cui c’era tutto per capire il suo operato. Rifiutando l’invito di Gesù essi rinunciano al compito che era stato loro affidato e cioè quello d’essere i primi a recepire l’arrivo del Salvatore e diventare  collaboratori del nuovo regno annunciato da Gesù. Se dunque sono stati ciechi ed hanno voltato le spalle a Gesù è evidente che non potranno gustare la sua cena.

La nostra vita e la Parola

Spirito Santo, molte volte anche noi decliniamo l’invito di Gesù a gustare le sue delizie. Gli voltiamo le spalle perché presi dalle cose di questo mondo che in verità ci ricambiano con poche gioie e molte fatiche dell’anima. Dacci la tua sapienza ed il tuo ardore per scegliere sempre di vivere una relazione forte con il nostro Signore Gesù .

Gabriele Patmos

 
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