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Messaggi del 17/01/2014

 

PRIMA DI GIUDICARE E FARE LE PROPRIE BATTAGLIE PER LA GIUSTIZIA OSSERVIAMO SE ABBIAMO IL CUORE PURO

Post n°744 pubblicato il 17 Gennaio 2014 da sebregon

I SETTIMANA DEL T.O. ANNO PARI - SABATO


 

 


 

 


 

 

Mc 2,13-17

 
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

 

Gesù ci mette sempre davanti ai nostri limiti non per condannarci ma per farci entrare meglio nella meravigliosa qualità di luce attraverso cui guardare avvenimenti e persone. Abbiamo radicato infatti nel nostro cuore un giustizialismo impietoso che cavalcando l’ ‘essere dalla parte dei poveri’ se ne serve come un martello per andare contro chi povero non è.

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ad es.  Bill Gates non può essere definito solo come uomo ricco

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Gesù invece non guarda l’essere povero o l’essere ricco nel senso monetario del termine ma soltanto all’uomo ‘peccatore’. Ed i peccati li abbiamo in assoluto tutti:poveri e ricchi. Ora il peccato più grande è l’essere lontani da Dio perché è matematico che chi non L’onora non onora neppure il suo fratello.

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Chi ama Dio ama il prossimo almeno per noi cristiani per gli altri invece vale l’amore per il prossimo che però non si traduce in amore per Dio.Questo discorso non vuole assolvere nessuno né i ricchi che sfruttano i poveri né i poveri che pretendono sempre senza darsi da fare. Ora chiediamoci il senso dell’avere soldi.

 

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Ad es. se uno nasce da una famiglia ricca allora non è secondo il vangelo? Il punto invece è che cosa ne fa uno delle sue ricchezze, le mette in circolo? Crea lavoro? E giusto con i suoi dipendenti? I suoi soldi li investe in attività illecite ed affama i poveri?

 

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E chiediamoci anche se l’essere povero è una cosa da desiderare. Ad es. se uno diventa povero perché scialacqua tutti i suoi averi questa è una bella cosa? Se si adagia nel suo essere dipendente dagli altri perché sono gli altri che devono aiutarlo ciò è una buona cosa? C’è invece un altro tipo di povertà che è in grande considerazione da parte del Signore ed è quella causata dalle ingiustizie sociali, quella dovuta alla disperazione di chi le ha tentate tutte e non trova una soluzione al suo problema umano.

 

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E poi vi sono anche altre povertà che non sono quelle materiali ma quelle dello spirito, quelle causate dall’ambiente familiare o sociale in cui  si vive e quelle causate dall’impossibilità, per in cultura, di ricevere i tesori che la storia dell’umanità tiene in serbo come un tesoro a disposizione di tutti: ecco di fronte a questi buchi umani tutti sono chiamati non a condannare ma a darsi da fare per offrire ai fratelli  ciò che in una migliore situazione di vita ha ricevuto. 

 

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Detto questo possiamo guardare da un altro lato la condizione dell’essere povero o dell’essere ricco: san Francesco ha scelto d’essere povero per avere le mani ed il cuore liberi dall’amministrare beni e poter  servire i poveri come suoi cari fratelli in Cristo e ricevere tutto dalle mani del Signore e dalla sua Provvidenza. Gesù al giovane ricco aveva fatto una proposta importante e cioè quello di rinunziare ai suo beni e seguirlo ma il suo invito si inscrive in una scelta vocazionale e non può diventare un chiamata per tutti.

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Dal punto di vista politico la scelta per i poveri significa mettersi dalla loro parte non per rubare i beni dei ricchi ma perché i beni della terra devono avere una destinazione al servizio dell’uomo e non dei potenti. Dal punto di vista spirituale la scelta della povertà significa preferire le ricchezze spirituali a quelle materiali perché queste appesantiscono lo spirito e tendono a chiuderlo in un recinto asfittico di specchi dove sovrasta autoriflessa solo la propria  immagine.

 

La nostra vita e la Parola

 

Spirito Santo che bruci tutto ciò che non è amore ti diamo carta libera perché ciò che non è secondo  Dio ed una vera relazione  con i nostri fratelli sia allontanato dal nostro cuore. 

 

Gabriele Patmos

 
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