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Messaggi del 22/01/2014

 

LE REGOLE CI AIUTANO A VIVERE MA SE NON SONO VISSUTE CON IL CUORE DIVENTANO DELLE GABBIE INUMANE

Post n°745 pubblicato il 22 Gennaio 2014 da sebregon

21 GENNAIO
II SETTIMANA
DEL T.O.  MARTEDÌ 

SANT' AGNESE (m) -vergine e martire


 

 

 

 

 

 

 

Mc 2,23-28


In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

 

Il vangelo ci mette sempre di fronte al modo in cui noi ci poniamo normalmente davanti alla realtà e cioè in modo giudicante. Il nostro primo problema è vedere se ciò che ci sta di fronte è secondo una regola oppure no. Il nostro esistere nel mondo dei limiti conforma la nostra mente tanto che siamo portati a considerare sempre se la nostra esistenza o quella degli altri  si colloca  entro i limiti o fuori dai limiti.

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Quasi che la ristrettezza dei beni su questa terra ci portasse di suo a dirci che questa è la via maestra per stare al mondo. Quello che voglio dire è che il primo pensiero normalmente corre verso un giudizio che ha la mente come suo primo punto di riferimento. E la mente va alle leggi, alle regole, al nostro diritto d’essere non prevaricati dagli altri. E tutto ciò in prima istanza sembrerebbe un bene tanto che il mondo del diritto è quello che alla fine che ci permette di convivere senza essere homo homini lupus.

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Ora però siamo spinti da Gesù a capovolgere il nostro modo di metterci di fronte alla realtà e cioè capire che le leggi le abbiamo fatte noi uomini ma che esse sono solo un aiuto per vivere meglio ma non devono intervenire quando invece sono d’intralcio ad un modo più profondo e vero di vivere. Cosa c’è di più grande del vivere? Niente ed allora alla vita occorre mettere davanti ponti d’oro.

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Se si è affamati e ci si trova di fronte alle spighe di grano che possono aiutarci a vivere obbedireremo ad una legge che dice di non mangiare il giorno di sabato o le mangerò semplicemente perché è importante salvare la vita? Quest’argomento forse l’avrebbero capito anche gli stessi interlocutori di Gesù perché   nella stessa situazione di vita o di morte si sarebbero dati da fare per nutrirsi. Ma qui non ci troviamo in questa situazione perché non mangiare per un giorno non fa morire nessuno ed allora dobbiamo trarne un’altra conseguenza e cioè che ciò che i farisei in nome di Dio vivono come un imperativo categorico viene visto da parte di Gesù, e quindi dal mondo divino, non con la loro ossessiva arroganza ma con misericordia e con buon senso.

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Gesù mette il dito sulla piaga dei nostri giudizi senza mezzi termini sulle situazioni e sulle persone mostrandocene i limiti non per abrogare le regole ma perché essa profumino di umano e non della rigidità in cui noi spesso siamo portati viverle ed appiopparle agli altri. Così Gesù ci insegna ad essere anche noi come Lui signori del sabato e di questo dobbiamo ringraziarlo a nosme di tutta l’umanità.


La nostra vita e la Parola

Spirito Santo, illumina la nostra mente perché abbia sempre presente le ragioni del cuore e possa entrare a vele spiegate nel cono di luce della tua misericordia.

Gabriele Patmos

 
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