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Messaggi del 27/01/2014

 

LE PRESSIONI AFFETTIVE NON DEVONO MAI OBNUBILARE IL SENSO DI GIUSTIZIA CHE DEVE GUIDARE LE NOSTRE AZIONI

Post n°748 pubblicato il 27 Gennaio 2014 da sebregon

28 GENNAIO
SAN TOMMASO D'AQUINO (m)
Sacerdote e dottore della Chiesa

 

 

 

 


Mc 3,31-35

 
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».


Queste parole so
no tutto all’opposto di ciò che siamo soliti fare noi uomini quando mettiamo al primo posto i vincoli di sangue. Ed allora chiediamoci se essi siano forse negativi ma per esperienza dobbiamo rispondere che è su di essi che si fonda ogni analogia d’amore.

 

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Gesù infatti non mette da parte i vincoli di sangue o anche quelli dell’amicizia ma vuol far capire ai suoi interlocutori che essi devono aprirsi a qualcosa di più grande che è appunto la volontà di Dio.  L’appartenenza familiare o amicale non può diventare uno sgabello per accedere a ciò che è giusto e vero perché di fronte alla verità e alla giustizia, in questo caso di fronte a Gesù,  siamo tutti uguali.

 

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In quel momento Gesù si trovava all’interno di una casa e tutti erano desiderosi  di ascoltarlo ma nello stesso tempo v’erano alcuni che erano andati a chiamare i parenti perché secondo loro Gesù era fuori di sé.  Gesù quindi sa dell’intenzione dei parenti di portarlo via, ma sa pure che essi vogliono procedere secondo una prospettiva molto umana che non è quella del suo Padre celeste.

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Deve dunque far capire che le spinte legate alla convenienza umana non si possono seguire quando sono divergenti dal seguire la volontà di Dio. Questa per Lui è quella di rimanere dentro con quelli che ha davanti per testimoniare loro che si può sempre dire di no a forze che sembrano necessitanti ma che possono essere disattese quando vi è un motivo più alto da onorare.

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Gesù è un campione di libertà ma non di una libertà che spadroneggia sulla pelle degli altri ma di una che sa dare spiegazione delle sue azioni. E noi che leggiamo capiamo le sue motivazioni e che non si tratta di un gioco o di una sopraffazione e ne rimaniamo ben impressionati tanto da chiederci se per le nostre relazioni affettive sacrifichiamo la verità o la giustizia. Inoltre sappiamo pure che questi legami se non sono gestiti con responsabilità e libertà scivolano facilmente verso forme di potere e di favori che inquinano molto spesso le relazioni umane.

La nostra vita e la Parola

Spirito Santo fa che mettiamo sempre al primo posto la verità, la giustizia e l’amore piuttosto che inquinare le nostre relazioni umane preferendo elargire   favori non dovuti a parenti ed amici.


Gabriele Patmos

 
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