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Messaggi del 26/05/2014
Post n°805 pubblicato il 26 Maggio 2014 da sebregon
VI SETTIMANA DI PASQUA – MARTEDÌ
Gv 16, 5-11
Se guardiamo alla nostra vita dobbiamo constatare che abbiamo una inclinazione profonda e pervicace a negare d’essere in peccato quando vi cadiamo. Abbiamo una naturale tendenza a coprirci e giustificarci che è proprio quella condizione di peccato di cui parla Gesù. Ciò vuol dire che siamo così immersi nel buio fondo del nostro crederci chissà chi che non ne potremmo uscire se non fossimo aiutati da qualcuno che ci prendesse per mano e ci convincesse che la strada percorsa invece di farci raggiungere il mare ci ha portato in una palude stagna.
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Il Paraclito promesso non ci farà vedere la nostra condizione di peccato quasi che ce lo dicesse a parole ed a noi non resterebbe che assentire, ma metterà di fronte a noi la vita del giusto e santo Gesù per farci vedere come di fatto un’altra vita era possibile e se noi non l’abbiamo resa nostra è perché gli abbiamo voltato le spalle. .
. Il Paraclito poi non solo ci farà vedere la vita di Gesù ma anche quella di coloro che si sono ispirati a Lui o, non conoscendolo direttamente, hanno comunque condotto una vita santa. Il mondo per non morire nei suoi peccati ha proprio bisogno della luce del Figlio di Dio proveniente da tutte le sue parole e dalla contemplazione della sua vita. .
. Inoltre il Paraclito farà toccare con mano ai persecutori di Gesù come essi siano stati ingiusti nell’ucciderlo e nell’averlo tolto dal mondo della vita umana così come la viveva. Da queste sue parole comprendiamo che le cose avrebbero potuto andare diversamente se fosse stato accettato per come si era presentato e cioè beneficando, sanando e portando a tutti il regno di Dio. .
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Il suo non ‘mi vedrete più’ è per noi il triste ricordo di un’occasione mancata e cioè di un momento in cui le cose avrebbero potuto andare veramente in modo diverso. Ora per finire nessuno può sottrarsi a prendere posizione di fronte alla luce portata nel mondo da Gesù ed ecco perché il giudizio. Chi la rifiuta si prende la responsabilità di non viverla e dunque di consegnarsi al mondo delle tenebre. Gesù aggiunge però una parola di speranza in quanto il principe di questo mondo è già in partenza condannato e cioè che chi crede in Lui è già vittorioso.
La nostra vita e la Parola
Sapirito Santo, che presto sarai da noi onorato ed amato nella festa di Pentecoste, ricordaci tutte le parole di luce del nostro salvatore Gesù perché possiamo portale nei punti più bui della terra e del nostro cuore.
Michele Sebregondio
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