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Commento alle letture della liturgia del giorno
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Messaggi di Aprile 2014
Post n°792 pubblicato il 29 Aprile 2014 da sebregon
SANTA CATERINA DA SIENA Mt 11,25-30 .
. Eppure ne colgo – forse più adesso: alla mia età, appunto – l’importanza. Essere umili mi è spesso parso, specialmente da giovane, una sorta di “umiliazione”, un gesto di sottomissione che contrastava con la mia presunzione di forza, di potenza, di determinazione, volontà ed efficacia. .
. Oggi sento che avere umiltà è, al contrario, una forza. Ma richiede la capacità di “farsi piccoli”, di stare, di aspettare, di rispettare. Tutte qualità che non appartengono, se non lavorandoci sopra, alla mia struttura caratteriale (per chi conosce l’enneagramma, sono un 8 sociale). .
. Trovare ristoro nella umiltà: un invito che raccolgo per rifletterci e, soprattutto, sentirlo dentro.
Post n°791 pubblicato il 20 Aprile 2014 da sebregon
NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE DEL SIGNORE Signore Gesú le tue prime parole da risorto Sono state un grande guadagno per noi Perché con grande premura ci hai detto Che il tuo Dio é ora il nostro Ed il Padre tuo Padre nostro. Questo annunzio grande Che a noi oggi, per superficialitá, sembra cosa scontata É invece il grande riparo dove trovar salute. Già nel dire 'Padre' s'abbandona in lui ogni timore E si sta alla presenza dell'istanza prima della vita Che é sentirsi collegati con Chi l'ha concepita E dona fino a quando potremo qui veder le stelle Ed in quel dopo chiuso ad ogni sguardo Che sará la nostra meta grazie al Figlio Che del suo regno ci ha la porta spalancato. E non é solo per fantasia o per esser pii di pelle Che vediamo questo nuovo panorama, O immaginiamo cose di un mondo altro Che altri dice di non vedere e dunque non esistere Ma perché é vero che in questa nuova relazione Con te, Signore, tutto in noi cambia E trova perfetta collocazione L'infinito mondo che dentro abbiamo E cosí siam felici di non doverci dire Che tutto finisce ed é a morte votato E se la vita come quella di tutti é anche dura In Te, Signore, trova consolazione Ed una misura anche a ció che ci dispiace In una forma che é diversa per ognuno. E tra le bellezze che ci hai portato C'é quella del perdono E cioé d'essere dal male liberati E rivestiti di quelle bianche vesti dei tuoi angeli al sepolcro. Grazie per il mondo che ci hai donato E quanto vorremmo con lo stesso tuo ardore Che questo mondo lo scoprissero E abitassero i fratelli finalmente coscienti D'avere, grazie a Te, uno stesso Padre. Forse non lo vedremo mai questo giorno Ma sapere che si può entrare in questo regno Senza quei cattivi pagamenti che diminuiscono la vita É grande notizia da pubblicare ovunque Sperando che ci sia qualcuno Che abbia la curiosità e l'ardire Di cambiare i falsi punti d'ancoraggio Che sí per un pó tengono Ma poi prima o poi ti mollano nel fango. Lo so che vi sono vie inscritte nel bene E che non é giusto presentarne una Come se fosse l'unica che conta Ed allora delle altre diró che vanno bene Se scaldano il cuore e riempiono la vita Ma cosí giusto per dire Oggi vi presento la vita di un uomo Come mai se ne vide in terra E che poi risorse per aprirci di un altro mondo il regno E vedete se anche a voi puó dir qualcosa E se per caso lo fará Mi riterró contento d'aver onorato un pó Chi qui si presentó come La Via da percorrere La Veritá da credere E la Vita da vivere.
Post n°790 pubblicato il 19 Aprile 2014 da sebregon
SABATO SANTO Ora siamo in fiduciosa attesa Come quando s'aspetta l'arrivo del sole il mattino Perché niente puó contrastare la speranza Che sulle rovine del mondo una nuova luce arriverá. Una luce che dará pace al nostro cuore, Che ci sbalzerá dal solito tran tran del dire e ridire le nostre ferite E ci aiuterá ad attraversarle non per dire che mai ci sono state Ma come occasione per trasformarle in nuova vita. Signore abbiamo bisogno della tua vicinanza Per riempire i buchi del nostro esserci per noi e per gli altri In questa umana malattia dello spirito che é abitudine alla vita di periferia Vissuta in desolato abbandono d'ogni centro. Ed invece tu, Signore, sei rimasto sempre legato al Padre Che come oceano d'amore t'ha reso capace di superare ogni prova E di fare letture diverse da quelle scontate Perché é dando il tuo corpo che hai tenuto insieme il mondo Guarendo i nostri occhi miopi che lo vedevano disfarsi. Signore, la tua resurrezione é la firma Che quanto il Padre dai secoli ha promesso é vero E cioé che il giusto non muore ma ha vita eterna. La morte attraversata é la prova ch'essa non é l'ultima parola Ma solo una strettoia del cammino Perché subito dopo s'allarga un'orizzonte Che aggetta sul Padre ed il Figlio ed il Santo Spirito. E tu Signore Gesú,che non vuoi darci mai novità difficili, venendo in questo ci hai posto davanti a poco a poco I prelibati piatti della vita divina. Ti costó sangue e morte questa venuta Ed allora contando sempre nella forza della tua misericordia Aiutaci in questo nostro alterno amarti Ed agganciaci al tuo corpo glorioso Perché se anche vogliamo svolazzare Possiamo farlo sapendo che sempre tu ci tieni.
Post n°789 pubblicato il 18 Aprile 2014 da sebregon
Signore, quando entrasti di forza Nel mondo del magico d'Egitto Lo seppero le nazioni tutte cosí ora in queste ore di passione Giudei e romani sono presenti e quanti dell'universo conosciuto salivano a Gerusalemme a festeggiar la Pasqua. Ecco dove s'annida la tua potenza Ché volevi, per il dono di salvezza, che non fosse solo un evento privato ma uno che scuotesse alla radice Le potenze tutte della storia. E quelli che sotto la croce dicevano: 'Vediamo se viene Elia salvarlo' Vogliono che sia un Dio potente a farsi vedere. Ma tu Signore anche questo hai concesso Perché non potessimo dire che sei davvero impotente. Ma come ce l'hai mostrato questo tuo potere? In una e due modi scritti in questa tua passione. La prima, legata a Pietro, quando il servo Lo vide con Gesú nel giardino, Proprio come Adamo quando passeggiava col Signore E come lí peccó la prima umanitá così Pietro. Quando poi si cercó una tomba per Gesú Essa fu trovata in un giardino E così l'inizio si collega ad un altro inizio In un giardino perduto e ritrovato Da cui ricomincerá il nuovo mondo del Signore. Ci vuole una grande potenza per collegare Punti così dispersi nella storia E appena vien donato di vederli insieme Se ne rimane nel profondo toccati. E poi continuando sulla potenza Quando nell'orto degli ulivi fosti preso Signore Si capisce poco la caduta a terra dei tuoi persecutori. Non fu un atto di potenza grande? Ma a che pro se non serví a niente? Ed invece é la risposta per chi vuole un Dio potente O si scandalizza per la sua impotenza. Gesú anche questo ci hai voluto mostrare E cioé d'essere davvero potente Ma piú potente poi nel voler rinunciare alla tua potenza: Questa allora é di Dio la vera innocente potenza Che accettando la morte, Quando non farlo sarebbe morire davvero, La trasformó, suo malgrado, nella StartApp del regno divino.
Post n°788 pubblicato il 17 Aprile 2014 da sebregon
Signore, parlando dei tralci secchi e bruciati chi davvero avevi in mente? il tuo amato Giuda, era lui che volevi salvare ma il duro di cuore non ne volle sapere rivelando, purtroppo, che anche Dio si piega davanti a chi non vuole amarlo. Eppure l'amore mai demorde e cosí gli hai dato un boccone prelibato e poi gli hai detto di fare ció che voleva pensando che poi davanti al suo atto efferato Il pentimento prendesse il sopravvento. E poi hai parlato del Padre, del Paraclito che ci avresti inviato E di un mare denso di parole eterne per rincuorare, aprire alla gioia Ed avvertire delle persecuzioni in una profusione di vicinanza che nello stesso tempo che annuncia la dipartita assicura il ritorno. Signore, ci hai amato di un amore infinito e si vede da come ti comporti in questa tua cena ultima ché non hai solo dottrine da darci ma una vita da consegnarci, la tua. E ci lasci il tuo Corpo ed il tuo Sangue come pasto divino in un'unione trasformante in cui i nostri corpi possano insieme un giorno presentarsi al Padre. Si avvicina ora a grandi passi la notte e le potenze oscure ti aspettano fuori. Tu non fuggi ma vai verso il futuro che hai preparato perché venendo al mondo lo sapevi che ti avrebbero ucciso, perché il mondo non perdona chi dice il vero chi pratica la giustizia, perdona i peccati e fa sempre del bene. Noi staremo con te in questa notte buia ma con la nostra miseria simile a quella dei tuoi dormienti discepoli Essendo infinitamente al di sotto di ciò che necessario sarebbe, ma tu abbi misericordia della nostra pochezza e donaci quella pace e quel perdono che ci hai guadagnato con il tanto soffrire.
Post n°787 pubblicato il 17 Aprile 2014 da sebregon
GIOVEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA
Lc 4,16-21
Essenziale, il commento di Gesù. Annuncia con poche e chiare parole di essere colui che i profeti avevano annunciato. È lui, la “buona notizia”. È lui, che incarna la promessa delle Scritture. E con lui che quel Testamento diventa “Vecchio”. Con lui si apre il Nuovo. Sappiamo che poi Gesù dovrà fronteggiare lo sdegno di alcuni. E ammetterà che, in verità, “nessuno è profeta in patria”.Ma anche la violenza dei suoi avversari, o di coloro che, pur avendolo dapprima accolto e acclamato, poi non riescono ad accettare quella sua auto affermazione così decisa, non lo scomporrà.Gesù appare già fermo in quella che Luca presenta come una “rivelazione” della propria identità, della Parola incarnata. E questa fermezza mi colpisce, in modo particolare in questa pagina, per la sua tranquillità e serenità, per la sua Presenza. Sa già cosa lo aspetta. E già qui inizia ciò che deve accadere e che si compirà. La sua missione evangelica.
Alessandra Callegari
Post n°786 pubblicato il 16 Aprile 2014 da sebregon
CENANDO CON GESU’
Post n°785 pubblicato il 15 Aprile 2014 da sebregon
LA LOTTA PER CHI È PIÙ GRANDE
E' baruffa trai discepoli
Tra chi era di piú
Ai tuoi occhi, Signore,
E così siamo sempre alle solite,
Allora come adesso,
C'é sempre lotta per le poltrone,
Per avere il meglio dalla vita
Come se avessimo un’ invincibile ossessione
Per superare chi ci sta accanto
Invece di guardarci dentro
Per raccogliere il dono ricevuto
E darlo al fratello che ci sta vicino.
Com'é possibile non voler vedere
La linea retta del cammino
E preferire quella che porta dritti nel burrone?
Cosa ci oscura lo sguardo
Tanto da sgomitare e spingere
Per essere i primi sulla scena?
Cosa mancava a questi discepoli
Riottosi e vuoti per litigare
Mentre il loro Maestro si avvia verso la morte?
Il loro buco nero presto sará riempito
Dal sangue sparso nell'oltre
Delle vite loro per raggiungere
Ogni uomo ed i loro tristi destini
E sanare la radice infetta
Dell' ' io sono il migliore'
Con quella di un amore senza ritorno
Come in queste ore ce lo consegni tu, Signore.
Siamo troppo duri per capire
E forse questo martirio
L'hai accettato per sconcertare e convincere
Il nostro cieco andare sempre in prima fila
Per essere guardati e tanto ammirati.
E cosí tu metti da parte le paure del futuro
E sei tutto in quel lavare i piedi
In quel servire i fratelli
Per incoraggiare che nulla si perde
Anzi s'acquista quando si convince la cervice
Che é meglio carezzare gli altri che cozzarli.
Ora sei pronto per pensare alla tua cena
E dire le parole di vita cosí dense
Che ancora stiamo qui a capirle.
Ecco ora mandi Pietro e Giovanni
Da chi ti dará una sala così vasta
Che a distanza di tempo c'é posto anche per noi.
Post n°784 pubblicato il 15 Aprile 2014 da sebregon
IN CAMMINO
Hai ancora addosso il profumo di nardo
Che con tenerezza di donna ti unse, Maria,
Ma assieme ti dolgono di Giuda le infide parole,
Come le nostre quando davanti a qualcosa di grande
Ci ritraiamo perché costano e non rendono soldi.
Lo amavi tanto quel discepolo
Che perfino nella tua ultima cena
Intingesti per lui il tuo pane nel piatto d'amore.
E' straziante non vedersi amato
Da chi hai scelto e condiviso la vita.
Nel tuo immenso scenario interiore
Assieme al Padre l'avevi previsto il rifiuto
Della gente maligna che solo vuole il potere
Ma forse non quello di chi ti stava vicino
Che ti vende per trenta denari
E vuole la tua carne appesa ad una croce
Mentre si toglie dagli occhi la sorgente vita
Che ogni giorno lambiva i suoi passi.
Col dolore di Giuda in un canto
Un altro Ti attraversa piú vasto
Per chi ha tradito per umana demenza
E svendita folle del nome che porta.
E intanto ,Signore, non hai posto solo
per le tristezze del cuore
Ma per dare il meglio a coloro che ami
E così stai pensando ad una cena.
Quanto siamo diversi, Signore, noi che per un niente
Raccontiamo sempre i nostri dolori
E perdiamo di vista la gioia dell'incontro fraterno
Per dirci e darci speranza per il futuro che arriva.
Tu invece nell'ultimo scorcio di vita
Le tue parole le hai date piú intense,
Di caldo e tenero amore soffuse.
E cosa ancora t'accompagna , Signore, in questo cammino?
Una sofferenza per tua mamma Maria
Da te preparata per questo momento
Ma straziata lo stesso per l’odio dei tanti
E la morte che vicina ti cerca.
Oggi, ed ancora nei giorni a venire,
Ti seguiamo in silenzio
ringraziandoti per non esserti tirato indietro
ed averci amato fino alla fine.
Post n°783 pubblicato il 13 Aprile 2014 da sebregon
VERSO GERUSALEMME Sei andato Gesù a Betania
Post n°782 pubblicato il 12 Aprile 2014 da sebregon
ENTRANDO NELLA SETTIMANA DI PASSIONE
E’ l’ora di scendere con te, Gesù,
nell’assurdo abisso d’ ogni ora
in quella corona di spine che
una notizia dopo l’altra
ci racconta l’umana crudeltà.
E così questo tempo della tua passione
Ci invita a non cliccare oltre infastiditi
Ed a pensare che il male ci appartiene,
Dico quello che dentro ci opprime.
Siamo rovi intricati in registri di regole,
incapaci di adattarsi al nuovo che arriva
anzi avversi perché altri da noi
attingono da viva sorgente
mentre nel nostro pozzo giacciono sassi.
A Gesù, venuto da lontano
Per portare nuova primavera
A questo mondo stanco e cattivo,
Non si volle dare spazio
E tutto si fece per cancellarne la memoria.
E certo per vivere ci vuole fede,
non solo in te, Signore nostro, ma nella vita
e Tu ne hai avuta tanta in questa umanità
che poi T’ha percosso come se fossi un bieco malfattore.
Una via difficile ci hai dato da seguire
Ma poi è quella d’ogni uomo
Che vuole verità e bene sulla terra
E se ne accolla il prezzo.
Una via di lotta e di sudore
Lontana da chi parla solo
E s’arroga perfezione
Senza sapere d’essere come tutti gli altri.
Ci hai detto Signore che la Tua luce
Tua non era ma del Padre
E ci hai dato da pensare
Quando sempre ci mettiamo in prima fila
E rendiamo deserto il mondo che ci attornia.
Tu adesso t’avvicini alla tua ora,
a Gerusalemme luogo di martirio
e non fuggi lontano
mentre noi vorremmo i tuoi passi fermare
per non vederti dalla croce penzolare.
Tu però non stai cadendo in un tranello
Chè quest’ora a lungo hai preparato
Ed allora,mentre ti avvii , ti seguiamo con il cuore in gola
perché sappiamo che il Tuo ieri è come il nostro oggi
e così possiamo assieme camminare
e con te pregare, soffrire e sperare
che questo nostro mondo possa con te morire
e poi risorgere nuovo per ritrovarci
figlio di Dio e tutti fratelli nell’ abbraccio del Padre
che grazie a Te ci dona lo Spirito divino.
Ora che giorno dopo giorno s’avvicina la tua morte
anche noi siamo invasi dall’angoscia
che è anche quella per i crimini del mondo che viviamo
e per la pace che si cerca e non si trova .
Passo dopo passo ti seguiamo
E s’arrestano per adesso le parole.
M.Seb.
Post n°781 pubblicato il 12 Aprile 2014 da sebregon
V SETTIMANA DI QUARESIMA - SABATO
“Decisero di ucciderlo”: ed a capo di questa decisione c’è il sommo sacerdote che sacrifica Gesù come si sacrifica un agnello. E qui bisognerebbe ripercorrere tutta la storia d’Israele a partire da Abramo a cui fu proibito di sacrificare Isacco fino al capro espiatorio rilasciato nel deserto, ma a noi oggi basta constatare che il Sommo sacerdote inconsapevolmente profetizza il motivo della morte di Gesù e lo sacrifica mettendolo nella condizione di amarci fino alla morte. .
. Gesù avrebbe potuto sottrarsi a questo destino e ciò avrebbe significato la rinuncia a far arrivare tra noi il regno di Dio ma per questo era venuto e non voleva tornare indietro. Gesù invece con la sua condotta esautora le potenze religiose e civili di questo mondo che a loro volta si difendono decretandone l’eliminazione. Il sommo sacerdote con la sua dichiarazione dà atto a Gesù di non essere un uomo qualunque che porta avanti i suoi interessi privati ma uno che salverà il popolo d’Israele e, aggiunge l’evangelista, uno che radunerà tutti i figli di Dio dispersi.
.
. Noi dunque siamo i beneficiari di questa morte. Ora dobbiamo chiederci di fronte alla morte del Signore il senso della sua vita come di ogni vita che tramonta su questa terra e dunque anche della nostra perché anche noi moriremo e dunque è da questo lato che può instaurarsi un contatto tra la nostra umanità di oggi e la sua lontana duemila anni fa. Ed il fatto che si scompaia da questa terra pone il problema di che cosa rimane di noi una volta che non ci saremo più e questo qualcosa non riguarda solo un lascito che rimarrà inscritto all’interno della terra e dei suoi abitanti ma può varcarne i confini se è vero , come è vero, che la nostra vita può continuare anche su questo mondo perché giorno dopo giorno noi siamo aperti ad una speranza che va oltre ogni limite (checchè ne dicano i circocclusi di questo mondo). .
. Ora tornando a Gesù troviamo che è il paladino di un mondo altro dai poteri di questo mondo e cioè dei sigillanti le esperienze umane perché non debordino verso un oltre in cui loro non hanno potere. L’obbedienza di Gesù al Padre è per noi l’indicatore certo di un al di là da cui proviene ogni bene su questa terra e Gesù ne è stato il testimone tenace e buono. Dal momento che anche noi moriremo siamo obbligati, nel caso non avessimo altre vie per accostarci al vero senso della vita, a porci la domanda sul senso della nostra morte e sul significato dei nostri limiti ed a farci toccare dalle voci del nostro contesto che ci porgono delle soluzioni di completamento-apertura verso qualcosa che ci corrisponda veramente nel senso della vita vera. .
. La persona di Gesù è la nostra grande occasione per avere una risposta che non arricchisce solo la nostra mente ma ci apre ad una relazione personale con Dio stesso. Cioè in Lui noi entriamo in una nuova relazione che mai ci saremmo immaginati possibile dato il piccolo mondo e la piccola mente che ci troviamo. Si potrebbe dire con il linguaggio di oggi che Gesù è il portale attraverso cui ci è stato donato lo Spirito Santo e la conoscenza d’avere un Padre che da sempre ci ha amato e ci ama.
La nostra vita e la Parola
Spirito del Signore che ci prepari a vivere queste giornate tremende della Sua morte donaci lumi d’intelletto e d’amore perché possiamo comprenderne, per quel possiamo, il disegno e la sua grandezza
Michele Sebregondio
Post n°780 pubblicato il 09 Aprile 2014 da sebregon
Gv 8,56 .
. Quello che caratterizza la morte di queste persone è il loro essersi fermati e, tanto per usare un espressione comune non saper guardare aldilà del proprio naso. Personalmente appartengo ad una generazione che per paura di finire così non ha sempre saputo trasmettere cose buone ai propri figli né ha saputo costruire dei futuri che fossero a portata di mano. .
. Mea culpa a parte, in prossimità della Pasqua e della fine della Quaresima dovremmo seriamente pensare se davvero esultiamo di gioia nel vedere il giorno di Cristo o se non abbiamo intristito il nostro essere cristiani con norme, precetti e osservanze che di fatto impediscono ai lontani di avvicinarsi. La novità che porta l’Uomo del Vangelo è la gioia di appartenere a una storia che va aldilà di se stessi, e che per questo stesso fatto è storia di salvezza, salvezza non soltanto nostra ma di quelli che a noi si accostano. .
. Per questo nel Vangelo di oggi Gesù può, ben a ragione dire che c’è un modo di andare oltre la morte (anzi di “non gustarla”), che osservare la sua parola. Ma anche qui non osservarla con un nuovo precetto, che si corre sempre bensì come strumento di libertà, come se fossero le ali per volare liberi nel cielo e questa libertà non può essere confinata ai pochi giorni che viviamo quaggiù ma è una libertà che ci accompagnerà sempre, la libertà donata a punto dalla gioia di appartenere a questa storia, alla storia di Cristo. .
. Nel formulare gli auguri di buona settimana santa e di buona Pasqua, auguro a tutti noi sinceramente che possiamo, non soltanto in questa Pasqua ma sempre attingere a questa gioia ed essere partecipi di questa storia di salvezza. .
. Sappiamo (le guerre dei nostri giorni ce lo hanno insegnato) che la libertà ha un prezzo, un prezzo grande ma possiamo confidare nella benevolenza di Colui che per prima e per tutti e più di tutti ha pagato questo prezzo….
La nostra vita e la Parola
Post n°779 pubblicato il 08 Aprile 2014 da sebregon
V SETTIMANA DI QUARESIMA – MARTEDÌ
Gv 8,21-30
Parole non facili da intendere, quelle di Gesù. Rivolte a una platea non sempre disponibile e/o dotata degli strumenti per capirle. Dire “voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo” è un modo per invitare a un salto di orbita, a uscire dagli schemi, ad accogliere parole nuove. .
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Che suonano, a volte, come vere e proprie provocazioni. La richiesta di Gesù di credere in Lui come Figlio dell’Uomo, come mandato dal Padre, come colui che toglie i peccati dal mondo… diciamolo, è tutt’altro che facile. E per chi deteneva allora il potere spirituale è una provocazione comprensibilmente spiazzante. .
. Quando Gesù dice “Io sono” richiama le parole Io sono colui che sono pronunciate da Dio a Mosè nell’Esodo (3:14). Gesù riafferma la sua esistenza come essenza, il suo esserci come connaturato all’essere, il suo “non poter non essere”, fonte di infinite interpretazioni filosofiche religiose teologiche. .
. A noi esseri umani – non necessariamente filosofi o teologi – di oggi che cosa dice? Che nell’esserci esistenziale, nel vivere incarnati in questo mondo, la richiesta di senso ha bisogno di una risposta e la fede può essere quella risposta. Gesù, anzi, dice di “essere la risposta” e si propone come risposta vivente, da seguire per non “morire” del tutto. A noi accettarla.
Alessandra Callegari
Post n°778 pubblicato il 04 Aprile 2014 da sebregon
IV SETTIMANA DI QUARESIMA - SABATO
Gv 7, 40-53
Che tristezza vedere Gesù venuto in questo mondo per beneficarlo e venir scambiato per un malfattore da arrestare. Certo quando uno si presenta come Lui, e cioè fuori dalla righe della quotidianità, è nell’ordine delle cose essere prudenti per vagliare la persona ed il suo messaggio.
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Ma qui coloro che gli vanno contro non sono come Nicodemo, che giustamente riporta i suoi interlocutori all’osservanza della Legge, ma sono gli esponenti di una sequela fondamentalista il cui scenario contempla o l’essere identici a loro oppure la pena di morte per tutti quelli che se ne discostano.
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L ‘autorevolezza e la forza di Gesù riescono a tenere lontani i suoi persecutori. Questi avevano nell’orecchio le parole che Gesù aveva precedentemente detto: «Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno» ( 7, 37-38) e nella rigidità del loro modo di credere reputano una bestemmia le sue parole.
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. Solo che Gesù si è permesso di dirle quelle parole perché corrispondevano a ciò che fino a quel momento aveva dato ai suoi simili e cioè una disponibilità continua a trasformare nei fatti e non solo a parole la loro vita. Chi lo giudicava era malato nello spirito, cieco e fosse stato magari malato nel corpo di sicuro sarebbe stato immediatamente più disponibile a farsi guarire. L’essere invece cinturati da una cultura ripetitiva spesso non è la via migliore per avvicinarsi a chi veramente può liberare il cuore dagli strati di male che offuscano la mente.
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. Il Signore Gesù gioca anche con noi la sua partita e vorrebbe darci la sua acqua viva ma spesso lo costringiamo a stare muto dietro le sbarre perché non vogliamo riconoscerlo come Colui che davvero può dissetarci . Preferiamo la compagnia del nostro io, dei nostri pensieri e delle nostre preoccupazioni invece di provare ad avere una relazione viva con una presenza che dal silenzio ci nutre della Sua vita.
La nostra vita e la Parola
Spirito Santo che sempre vegli sul nostro cuore aiutaci ad essere sempre più disposti a lasciare in un angolo il nostro io per dare spazio alle divine Presenze.
Michele Sebregondio
Post n°777 pubblicato il 03 Aprile 2014 da sebregon
IV SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDÌ
Gv 5, 31-47
Per molti cristiani la bibbia è una fonte a cui alimentarsi e per me lo è ancora. Nei miei furori dell’inizio di questo incontro con la scrittura, accompagnato dagli scritti di Evagrio Pontico ho a lungo meditato sulla figura di Mose, l’uomo che con la sua mitezza, distoglie Dio dall’ira. Mosè e Gesù, l’antico e il nuovo che parlano uno dell’altro. Le vicende di Mosè del tutto uguali e simili a quelle che incontra Gesù e a quelle che viviamo noi oggi. Nella nostra società consumistica e materialistica, non molto diversa da quella del vitello d’oro descritta nell’ Esodo, chi chiede al Signore di rinunciare alla sua ira? Chi è disposto a portare sulle sue spalle l’impegno della promessa d’amore fatta al popolo ebraico? Sono domande che sono rivolte anche a noi. Gesù ha sperimentato che era paradossalmente più capito dai non religiosi che dai religiosi.
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Inviato da: rachelle
il 12/08/2021 alle 22:52
Inviato da: Dalida
il 01/07/2019 alle 08:37
Inviato da: Meteo
il 01/08/2018 alle 12:17
Inviato da: Wetter
il 01/08/2018 alle 12:17
Inviato da: Sat24
il 01/08/2018 alle 12:16