la passione........

Post N° 251


Non sempre amo il giornale della mia parte politica, spesso preferisco il manifesto, ma questo articolo e il commento di Sansonetti li ho trovati bellissimi in un 'informazione sempre più imbavagliata dove gli eroi sono gli stallieri mafiosi di Berlusconi.......I pescatori sfidano il mare forza 9 per salvare 700 «clandestini»A Mazara del Vallo la guardia Costiera non ce la fa coi suoi mezzi e chiede aiuto in porto. I pescherecci escono in piena notte, per due volte, e salvano 700 naufraghi africani(Liberazione, domenica, 30 novembre 2008) Laura Eduati Ventotto ore in balìa del mare in burrasca per salvare seicentocinquanta immigrati che rischiavano di naufragare nel Canale di Sicilia. Una operazione rischiosissima portata a termine con successo dai pescatori di Mazara del Vallo, che hanno messo a disposizione cinque motopesca per soccorrere due barconi in grosse difficoltà, il primo a 15 miglia da Lampedusa e il secondo in acque maltesi e, come spesso accade, ignorato da La Valletta. L'allarme viene dato giovedì pomeriggio dagli stessi migranti, con un telefono satellitare lanciano un disperato sos. Il mare infuria a forza nove, le imbarcazioni rischiano di spezzarsi. Il responsabile della Capitaneria di porto di Lampedusa, il tenente di vascello Achille Selleri, guarda con preoccupazione le onde: le motovedette della Guardia costiera non possono lasciare l'isola. Così chiama i pescatori della flotta mazarese, che spesso ormeggiano a Lampedusa per riposarsi e che proprio giovedì avevano deciso di non salpare per le pessime condizioni metereologiche. I pescatori annuiscono: non è la prima volta che mettono a disposizione i motopesca per salvare dei migranti disperati, i pescherecci sono più grandi delle motovedette e consentono più facilmente il trasbordo dei migranti dalle carrette.Sciolgono gli ormeggi cinque imbarcazioni: Ariete, Monastir, Twenty Two, Ghibli e Giulia P.G. E' quasi sera, l'operazione parte anche con la coordinazione della Capitaneria di porto di Palermo, gli uomini di Selleri si imbarcano con i pescatori alla ricerca del primo barcone. Lo rintracciano quando è buio, onde alte dieci metri impediscono di avvicinarsi, la carretta viene portata a ridosso di Lampedusa e qui, sottocosta, al riparo del vento, i trecentotré migranti vengono fatti salire sul Twenty Two. Sono sfiniti dalla paura: partiti martedì dalla Libia, hanno perso quattro compagni in mare. Tra loro ci sono 21 donne e alcuni bambini. In trecento su una imbarcazione di appena 15 metri: un miracolo che si siano salvati, dicono gli uomini della Guardia Costiera. Un miracolo davvero, visto che la traversata marittima è l'ultimo tassello di un lungo viaggio dall'Africa subsahariana attraverso le maglie spinose e strette della Libia, dove le forze di polizia non usano scrupoli nei confronti dei cosiddetti "illegali" - Tripoli non ha firmato la Convenzione di Ginevra e dunque non riconosce i richiedenti asilo, e Gheddafi utilizza la moneta "clandestini" nelle trattative con i Paesi europei e specialmente con l'Italia. I trecento vengono portati al centro di accoglienza all'alba, ma non è finita: i cinque pescherecci ripartono per recuperare il secondo barcone che nel frattempo si trova a nove miglia dalla costa. Il mare non accenna a placarsi, il Ghibli ripete la stessa operazione riportando la carretta a Lampedusa presso la cala Grecale dove avviene il trasbordo e finalmente, a mezzanotte di venerdì, i trecentoventi migranti possono mettere piede sull'isola. Con loro un bimbo di appena 4 mesi, 15 donne e una incinta di nove mesi. Alla Capitaneria di porto di Lampedusa sanno che poteva finire in tragedia e che «forse lassù qualcuno ci ha dato una mano». Prima flotta peschereccia italiana con 30mila tonnellate di pesce pescato l'anno, un migliaio di pescherecci e 20 industrie di trasoformazione, i marinai di Mazara del Vallo sono abituati ad imbattersi nei barconi dei migranti che provengono dalla Libia o dalla Tunisia. Se nei primi tempi venivano invitati dalla Guardia Costiera a restare accanto alle imbarcazioni in attesa delle motovedette, negli ultimi tempi vengono autorizzati a portare a bordo i migranti poiché pare che i pescherecci siano della grandezza idonea per questo tipo di operazioni. Lo sfruttamento intensivo del mare di Sicilia ha portato all'impoverimento delle risorse ittiche, c'è poco pesce e alcuni mazaresi si avventurano nella acque libiche provocando l'ira di Tripoli. «Ci criticano sempre, eppure siamo capaci di questi gesti» commenta da terra uno dei proprietari dei motopesca. I marinai sono già in alto mare per pescare. Con l'arrivo dei seicentocinquanta migranti, il cpa di Lampedusa strabocca come se fosse piena estate: 1400 gli stranieri, per una capienza di mille posti. Sono già partiti i primi trasferimenti al cpt di Crotone, dove trovano posto anche molti possibili richiedenti asilo.Se governassero i pescatori... Se governassero i pescatori...Piero SansonettiDicono che i giornali si fanno solo con le cattive notizie. Ecco, oggi non èvero. Questa notizia che arriva da Mazara del Vallo, una cittadina di circa50 mila abitanti sulla costa meridionale della Sicilia, tra Marsala eAgrigento, è una notizia splendida. Direi commovente. Tutti i particolari lipotete leggere nell'articolo di Laura Eduati, qui accanto. E' una storiabellissima, di impegno civile, di coraggio e di moralità. I protagonistisono alcune diecine di pescatori siciliani, devono essere gente abbastanzasimile a quelli - catanesi - dei quali ci parlava Verga, un secolo fa. Genteforte, rude, ma dalle grandi passioni, come Pardon 'Ntoni. Grandiprofessionisti e maestri di vita e di civiltà.Mi sono venute in mente tante cose, sentendo questa notizia (della quale, hola netta impressione, non leggerete molto sugli altri giornali). Ho pensatoa cosa vogliono dire politici e giornalisti quando parlano di«meritocrazia». Ho pensato a cosa intendono i benpensanti e i militaristi, inazionalisti, quando parlano di coraggio. Ho pensato a cosa alludono idirigenti di tutti i partiti parlamentari e la quasi totalità deicommentatori dei giornali quando parlano di sicurezza. E poi ho pensato aquale abisso di sentimento e di moralità ci sia tra il modo nel quale ipescatori di Mazara affrontano il problema dell'immigrazione clandestina, eil modo nel quale lo affronta la maggioranza degli italiani, guidati dallaLega, e da gran parte del centrodestra e del centrosinistra.Vediamo. Meritocrazia. E' una parola che considero "arrogante" (quasiidentica, dal punto di vista etimologico, alla parola "aristocrazia", cioèil governo dei migliori, dei più meritevoli) perché presume che esista unaclassifica di merito che può essere compilata con criteri oggettivi. Invecequesta classifica la compila il potere, cioè i potenti, cioè i presunti"meritevoli". E' meritevole Montezemolo, è meritevole Berlusconi, èmeritevole Veltroni, o Fini, o Prodi.Io, per esempio, chiedo: secondo voi è più meritevole un alto dirigentedella Fiat, che fa bene tutti i conti, o è più meritevole un tipo che inpiena notte prende la sua barca, affronta il mare forza nove, affianca una«bagnarola» alla deriva con 250 naufraghi, riesce a trascinarla per 10miglia, fino a portarla al ridosso di una isola, e poi riesce a trasbordarenel suo peschereccio i naufraghi, e li salva, e fa quello che la guardiacostiera non era in grado di fare, perché con quel mare lì le lance dellaguardia costiera non reggono? E' più bravo, e più meritevole, e piùprofessionista quel pescatore o il dirigente della Fiat? Se invertissimo iruoli, e il pescatore passasse dietro la scrivania, farebbe molti danni? Nedubito. E se il dirigente della Fiat fosse mandato a governare ilpeschereccio, quanti naufraghi riuscirebbe a salvare? Temo nessuno, dorseenanche se stesso.Secondo il mio modo di vedere, in una società meritocratica seria,bisognerebbe porre al vertice il pescatore, e in fondo in fondo il dirigentedella Fiat...Del coraggio non c'è molto da dire. E' così evidente in questa storia. Noncredo che riceverà gli onori che in genere vengono riservati al coraggio deimilitari, però, sempre coraggio è. Per altro i pescatori di Mazara nonavevano nessun dovere di mettere in gioco la loro vita per salvare quei lorofratelli africani. Però, quando il tenente della Finanza, disperato, glieloha chiesto, non ci hanno pensato un minuto. Si sono messi in mare con 50nodi di vento e le onde alte così.E infine c'è la questione della sicurezza e della differenza di idee tra ipescatori e il grosso dell'opinione pubblica. Quante volte avete sentitodire - non solo dai leghisti - che il problema dell'immigrazione è unproblema di sicurezza - di sicurezza di noi italiani, di noi occidentali, dinoi brava gente - e che va affrontato in questo modo, con la polizia,colrigore, con il «respingimento» alla frontiera. Avete mai sentito questaparola oscena? «Respingimento».I pescatori di Mazara non se la sono fatta nemmeno passare per il cervellola parola respingimento. Per loro il problema dell'immigrazione clandestinaè un drammaticissimo problema di sopravvivenza di un gran numero di esseriumani, che vengono dall'orizzonte del mare, e che rischiano spesso dimorire. E per loro il problema dell'immigrazione è come salvare questepersone.Non vi fa una certa impressione leggere queste storie e poi pensare ainostri governanti, a tanti politici, ai giornalisti, ai discorsi cretini chefanno?