Taglio dell’Ici? Con i soldi per la violenza alle donne
Il ministro CarfagnaAlla
faccia della sicurezza. Nell’era del Berlusconi IV, non paghi la tassa
sulla prima casa ma, se sei una donna, devi sperare che non ti capiti
mai nulla. L’ultima trovata del governo è una delle più vergognose.
Spulciando i complicati numeri relativi alle misure finanziarie per il
taglio dell’Ici si scopre infatti che tra i capitoli di spesa tagliati
per recuperare soldi c’è pure il Fondo per le donne vittime di
violenza. Lo aveva istituito Prodi nell’ultima finanziaria: 20 milioni
di euro destinati al sostegno delle vittime e alla prevenzione.Insorgono
le parlamentari dell’opposizione e le associazioni di difesa delle
donne. Telefono Rosa, storica rete di salvataggio per le donne che
hanno subito violenze dentro e fuori le mura di casa, è indignata:
«Questa decisione è infamante – tuona la presidente Gabriella Carnieri
Moscatelli - Mi sento di dire, come già ha detto qualcuno, che siamo di
fronte al funerale delle donne visto che le risorse che dovrebbero
finanziare i diritti di chi subisce uno dei crimini più orrendi,
appunto lo stupro, vanno per l'Ici, a vantaggio magari di proprietari
che vanno in giro con una Maserati o una Ferrari». Arcidonna
denuncia questa «vergognosa mossa finanziaria che offende i milioni di
donne che nel corso della loro vita hanno subito violenze. Da un lato –
ricorda la presidente Valeria Ajovalasit – si proclama la tolleranza
zero per reprimere le violenze, dall'altro si vanificano gli sforzi di
chi opera sul territorio per contrastare concretamente questo fenomeno,
che, voglio ricordare, riguarda solo in minima parte i crimini commessi
dai migranti: è all'interno della famiglia, infatti, che avviene la
stragrande maggioranza delle violenze sulle donne».Il coro è
tutto rivolto al neo ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna.
«Vorrei capire cosa intende fare», si chiede Vittoria Franco, ministra
ombra delle Pari Opportunità. «Appare comunque chiara – aggiunge – la
visione del governo Berlusconi su questa questione. Si vuole ricondurre
il problema della violenza contro le donne all'immigrazione, quando il
fenomeno è molto più complesso e riguarda per lo più la violenza
familiare».La Carfagna ha già risposto, ma non convince: «A
dispetto dei polveroni della sinistra, che guarda più alla forma che
alla sostanza, sarà mia cura fare in modo che questa normativa ed i
fondi, che ad essa verranno collegati, si traduca in azioni concrete
per le donne».Guardando alla sostanza, interviene l’ex ministro
Barbara Pollastrini, che fortemente volle quel Fondo. I tagli, ricorda,
non consentirebbero più l’esistenza «dei numeri verdi,
dell'informazione a quante si sentono minacciate, dei centri
antiviolenza, delle case per le donne maltrattate e offese, del
monitoraggio delle molestie».