Lapiazzarossa

Difendiamo Sabina Guzzanti


PIAZZA NAVONA La satira insulta, Fo difende Sabina manifesto ROMA Per un regista superblasonato che la scomunica, c'è un premio Nobel che la difende. Nel potente coro bipartisan di politici e intellettuali che criticano l'attrice Sabina Guzzanti per il suo ormai celeberrimo monologo pronunciato martedì scorso dal palco di piazza Navona (e cliccatissimo su Youtube), parte un assolo di prim'ordine. E suona un'altra nota. Ieri Dario Fo, altro uomo-simbolo della cosiddetta 'società civile, in un'intervista a Micromega ha rinnovato la sua adesione alle ragioni del girotondo organizzato dal diretto della rivista Paolo Flores d'Arcais, dal senatore dell'Italia dei valori Francesco Pancho Pardi e dal deputato Pd Furio Colombo, che però poi si è dissociato dall'iniziativa. Ma soprattutto ha difeso il diritto di fare satira e con questo Sabina Guzzanti. «La satira è un atto di rifiuto e come tale non può che essere acceso», ha detto. «E' una contro-aggressione che risponde allo smacco del potere con uno sghignazzo che non può essere elegante. La satira è nata per capovolgere l'ordine delle cose, per mettere il re in mutande». Per questa ragione, continua, «il linguaggio della satira non può che essere virulento, sfacciato, insultante. Questo è l'unico modo civile per rispondere ad un potere che usa una violenza inaudita, che approfitta della sua posizione per sfottere fino in fondo la gente». Anche sull'ondata di indignazione che il linguaggio diretto avrebbe provocato, Fo ristabilisce una verità di cronaca. «Non è vero che la gente si indigna quando sente certe cose: ho visto il video della manifestazione e il pubblico rideva anche alle battute più pesanti». Ieri l'attrice satirica ha rotto un silenzio di due giorni. Rivendicando la possibilità di criticare il papa e il presidente della Repubblica. Infine, Guzzanti si rivolge al «finto Pd» e agli altri politici: «La vera domanda che si pone è: può un comico ottenere molto più consenso politico di un politico? Può il discorso di un comico essere molto più politico di quello di un politico? I fatti dicono di sì e tocca abbozzare».