Lapiazzarossa

Voglio essere "improntato" Maroni hai rotto i M.


La furia di Maroni nelle scuole: «Schedate gli studenti stranieri»Maroni reagisce ma non smentisce
Vanno a scuola, ma anche loro sono pericolosi. La furia di Maroni contro i bambini rom ed extracomunitari non si ferma nemmeno davanti a chi percorre la strada maestra per l’integrazione. Il ministro dell’Interno, infatti, ha disposto che la schedatura dei minorenni stranieri e rom, venga fatta anche nelle scuole. Ogni dirigente - denuncia il responsabile Immigrazione dell'Arci Filippo Miraglia - dovrà censire quanti alunni stranieri frequentano l'istituto, quanti di loro sono rom, da quanto tempo vivono in Italia. Nulla di strano se si trattasse di un censimento a finalità statistiche, come quelli che annualmente pubblica il ministero della Pubblica Istruzione. Lo intima invece il ministero dell'Interno che ha dato ordine ai prefetti di procedere con la schedatura.Per questo, se dal Parlamento europeo era già arrivato lo stop alle politiche leghiste, ora l’appello a fermarsi arriva dall’Arci. L’associazione chiede ai dirigenti scolastici di disobbedire all’imperativo di Maroni, in nome del diritto universale alla formazione scolastica. La denuncia è arrivata al Meeting antirazzista di Cecina: «La persecuzione continua – dicono dall’Arci – nonostante la condanna dell'Europarlamento e le iniziative organizzate in tutta Italia per dimostrare il dissenso e l'indignazione di tante e tanti cittadini democratici di fronte alla raccolta di impronte digitali, comprese quelle dei bambini, residenti nei campi nomadi».Ma voler schedare anche chi in sostanza è già "schedato" è un accanimento ingiustificato: «Questa ulteriore disposizione – spiega ancora l’Arci – assume un carattere se possibile ancora più odioso, anche perché del tutto inutile visto che il Ministero della Pubblica Istruzione pubblica ogni anno un rapporto sugli alunni stranieri che frequentano gli istituti scolastici. L'elenco che Maroni, attraverso i Prefetti, chiede alle scuole – rileva l’associazione – non si giustifica dunque se non con una volontà intimidatoria nei confronti dei dirigenti scolastici, degli insegnanti e delle famiglie di ragazzi stranieri, funzionale alle politiche discriminatorie e razziste perseguite dal ministro».Ma il ministro, intanto, prosegue imperterrito per la sua strada. Reagisce alla notizia, ma non smentisce il documento. Quelle dell'Arci, dice, «sono accuse false e destituite di ogni fondamento. Ho deciso di non rispondere più agli insulti - dice - compreso quest'ultimo dell'Arci che definisce la nostra azione come discriminatoria e razzista: non posso più accettare come ministro di essere trattato in questo modo sulla base di accuse false». In sostanza Maroni se la prende con la «campagna denigratoria» dell'Arci, ma non dice mai chiaro e tondo che quell'ordinanza non esiste. «L'iniziativa italiana – così Maroni definisce la sua politica sull'immigrazione – andrà avanti e costituirà una buona prassi per le zone degradate che sarà adottata da altri Paesi europei». E a proposito dei bambini, Maroni che vuol far finire «lo sconcio dei campi nomadi abusivi» e mandare tutti in classe, martedì incontrerà il presidente dell' Unicef. Non proprio una chiacchierata tra amici.