Lapiazzarossa

Il nucleare francese


«I francesi sono seduti su una bomba». Lo afferma Rifkin dopo l'ennesimo incidente a Tricastin 100 operai contaminati. Centrali vecchie e supersfruttate sono una seria minaccia per l’Europa e soprattutto per l’Italia
«Leggermente contaminati» sarebbero un centinaio di operai della centrale nucleare di Tricastin. Almeno secondo la versione fornita dalla direzione della compagnia elettrica francese EDF, a seguito di una fuga radioattiva verificatasi presso il reattore numero 4, già fermo per manutenzione In novantasette sono stati ricoverati in infermeria per esami medici, mentre l’azienda apriva l’ennesima inchiesta per far luce sull’accaduto. In base alla ricostruzione fatta da Alain Peckre, direttore della centrale, «un tubo interno all’edificio è stato aperto nel quadro di alcune operazioni di manutenzione e si è verificata una fuga radioattiva». Ma l’incidente è da considerarsi «di nessuna gravità», al punto che è stato proposto all’Autorità di sicurezza nucleare di classificarlo a livello 0 in una scala che arriva fino a 7.«Ma è possibile - si chiede Oliviero Diliberto, segretario del Pdci - che si debba aspettare la tragedia per capire che questo è il nucleare. È pericoloso, anche se si minimizza, anche se si dice “leggermente contaminati”. Ed è un pessimo affare: i costi della sicurezza delle centrali; il combustibile che ci sarebbe solo per altri 70 anni con le centrali attualmente in esercizio; le scorie che nessuno sa dove mettere».Si tratta del secondo incidente avvenuto nel giro di poco tempo presso la centrale di Tricastin, a soli 160 km dal confine con l’Italia; nel primo, due settimane fa,  si è verificata una perdita di uranio nei corsi d'acqua circostanti. Grande imbarazzo per il governo Sarkozy, a pochi giorni dall’annuncio della costruzione di un nuovo reattore Epr (European pressurized reactor) di seconda generazione entro il 2017, che si aggiungerebbe ai 59 già esistenti e sparsi per il Paese in 19 impianti. Poco convincenti le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Jean-Luis Borloo, che nei scorsi giorni chiedeva alle «trasparenza» al gruppo Areva e ora promette la revisione complessiva delle norme di sicurezza. Ma, al tempo stesso, invita a non creare inutili allarmismi: «Non dobbiamo esagerare. Ogni anno ci sono 115 di queste “piccole anomalie” nell’industria nucleare francese». Perché non c’è nessun rischio ambientale o per la salute, si deve solo avere maggiore attenzione nel sistema di stoccaggio delle scorie. Non dà via di scampo il giudizio espresso da Jeremy Rifkin in un’intervista su la Repubblica di oggi. «Io temo che il prossimo 11 settembre riguardi una centrale nucleare: l’esposizione è troppo alta e cresce con il crescere del numero dei reattori». Anche perché il rischio non dipende solo dai problemi di funzionamento dei reattori, si deve tener conto di una serie di variabili legate al trasporto e all’accumulo di scorie che rimarranno pericoloso per intere ere geologiche. Rifkin invita i francesi a disinnescare al più presto «la bomba ad orologeria» su cui sono seduti e a puntare strategicamente sull’energia solare, pilastro del progetto dell’Unione euro mediterranea voluto da Sarkozy. «Il nucleare è la tecnologia della Guerra Fredda. Appartiene ad un mondo diviso in due in cui gli equilibri erano segnati dal terrore e da una struttura energetica centralizzata figlia, anche economicamente, di quella logica militare». Un’analisi puntuale verso «l’era dell’idrogeno» e a sostegno di un «modello decentrato, democratico, più affidabile sia dal punto di vista dei costi che da quello dell’indipendenza della produzione».Ma il Governo italiano continua nella sua rincorsa al nucleare. «Solo un governo che vuole fare affari pensa di riaprire una questione che gli italiani saggiamente hanno chiuso venti anni fa», sottolinea ancora Diliberto.