La torcia olimpica portata dal cestista Yao Ming sotto le mura della Città ProibitaTre uomini e una donna srotolano striscioni per il Tibet: portati via dalla Polizia
La fiaccola è arrivata a PechinoProtesta tibetana: quattro arresti
La piccola manifestazione inscenata da un gruppetto di occidentaliDue giorni all'inaugurazione: la tensione per la sicurezza aumentadall'inviato MASSIMO RAZZI
Pechino, gli uomini della sicurezza rimuovono lo striscione
PECHINO
- Arriva a Pechino, dopo 130 giorni di viaggio la fiaccola olimpica e
si porta dietro la protesta tibetana. La gente festeggia l'ingresso del
sacro fuoco di Olimpia nella Città Proibita, proprio sotto il grande
ritratto del presidente Mao, ma, intanto, a pochi chilometri di
distanza, vicino a "the Nest", il meraviglioso stadio dove dopodomani
cominceranno i Giochi, la polizia arresta quattro manifestanti che
hanno srotolato e cercato di appendere uno striscione con la scritta
"Free Tibet". E così, sotto il cielo plumbeo (oggi è tornato lo smog)
la capitale cinese ricomincia a vivere la contraddizione
democrazia-Olimpiade che la lacera agli occhi del mondo fin dall'inzio
di questa avventura sportiva e politica.
Portata dalle
gigantesche mani del campione di basket Yao Ming, la torcia ha iniziato
il suo giro della megalopoli che durerà due giorni e, inevitabilmente
preoccuperà gli addetti alla sicurezza dei Giochi. Sotto il grande
ritratto di Mao c'erano alcune migliaia di persone. Commenti positivi,
grida di incitamento per le Olimpiadi e per la Cina: l'orgoglio cinese
per i Giochi è un fatto palpabile. "Mao sarebbe stato felice di vedere
questo - ha detto un anziano signore che guardava estasiato la piccola
cerimonia - Tutto quello che il mondo sa fare, lo sappiamo fare anche
noi".
Orgoglio, dunque, e
festa. Ma la paura di azioni dimostrative o, peggio, terroristiche
renderà la festa di questi ultimi due giorni molto tesa e bloccata.
Migliaia di militari in divisa e scorteranno la fiaccola nella sua
marcia di avvicinamento cittadina al "Nest".
E, proprio sotto lo stadio che sembra un nido intrecciato da qualche
gigantesco volatile, si è consumata l'ennesima protesta. Quattro
persone, (due uomini americani e un uomo e una donna britannici, tra i
23 e i 34 anni) si sono arrampicati su due piloni della luce ed hanno
quindi esposto due striscioni. Il primo diceva "il Tibet sarà libero"
in inglese e in cinese, mentre sul secondo c'era scritto "Un mondo, un
sogno: Tibet libero". Il gruppo appartiene all'organizzazione
studetesca "Studenti per il Tibet libero". Dopo una dozzina di minuti è
arrivata la polizia e ha portato via i quattro giovani con i loro
striscioni.
Uno dei
manifestanti, che si è identificato come Ian di Edimburgo, ha parlato
via telefono cellulare con la Abc mentre scendeva dal lampione."Verrò
probabilmente arrestato dalla polizia ed espulso dal Paese -ha detto-
ma è nulla in confronto ai rischi che affrontano i tibetani sotto
l'occupazione cinese".
"Il governo cinese
ha leggi e regolamenti molto chiari, ha spiegato il portavoce degli
organizzatori dei giochi Sun Weide condannando l'episodio.