Lapiazzarossa

Cavolo!!!!! Ma sentite questaaaa


Parla il sedicenne che i giudici hanno affidato al padre anche con motivazioni politiche"Ho fatto il drug test, ma per lui era falso e ha continuato a dire che mi drogo" Tolto alla madre perché comunista"Papà vuol fare guerra a mamma" Bertinotti: "Ho inviato un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo"Diliberto: "Ci vogliono fuorilegge?". L'avvocato della donna: "Montato un caso sul nulla"
CATANIA - "Mio padre ha preso spunto dalla mia tessera di giovane comunista per sostenere che mia madre non è in grado di badare a me, perché i comunisti sono persone che portano i figli su una brutta strada". Rompe il silenzio e difende la madre, il sedicenne che i giudici di Catania hanno affidato al padre con un provvedimento che nelle motivazioni cita l'iscrizione del minore al circolo Tienanmen dei Giovani comunisti. E sulla vicenda fanno sentire la loro voce anche l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. Il ragazzo, che stamattina ha tagliato i lunghi capelli, ha rivelato alcuni particolari della sua storia. "Dovrei stare con mio padre, ma dopo un'aggressione che ho subito, ho deciso di andare da mia madre", afferma, e del genitore dice: "Lui non fa altro che associare i comunisti, detto in tono dispregiativo, sempre con droga, spinelli, alcol, insomma una vita sbandata, sregolata, da non seguire, mentre invece io mi trovo bene con il mio gruppo. Le nostre idee da quando io sono cresciuto sono cambiate: io frequento un liceo che ha idee di sinistra invece lui detesta i comunisti". Alla domanda se avesse fatto mai uso di droga, il sedicenne rivela: "A seguito di queste continue insinuazioni mia madre mi ha portato in un centro medico dove sono stato sottoposto al drug test. Ho fatto il test per dimostrare che non facevo uso di droghe. Con il risultato davanti, mio padre ha continuato a dire che io mi drogo e che il test era stato falsificato. Questo purtroppo è un punto fermo sul quale lui crede di potersi appoggiare per vincere a modo suo questa guerra". Il sedicenne per ora è molto impegnato: "Adesso sto studiando - dice - perché devo recuperare i debiti formativi. Sino ad ora sono stato al mare mi sono abbastanza divertito negli spiragli di tempo che ho trascorso al di fuori da questa brutta storia". La notizia, come è ovvio, ha destato sgomento e preoccupazione tra gli esponenti della sinistra comunista. "Ho deciso di inviare un telegramma di solidarietà e vicinanza alla madre del ragazzo", ha detto l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti. "I comunisti sono un'organizzazione estremista solo perché fuori dal Parlamento? Ci vogliono fuori legge?", si chiede il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto. "Appartenere a un partito comunista - aggiunge - è motivo così disdicevole per un ragazzo tanto da accusare la madre e non fargli avere l'affidamento del figlio?". Diliberto chiede al ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni e a quello delle politiche sociali Maurizio Sacconi "se credano possa essere consentito a un servizio sociale dello Stato sindacare sulle idee politiche di un giovane e farne oggetto di valutazione". Cerca invece di smorzare i toni della polemica l'avvocato Mario Giarrusso, legale della madre: "Non capiamo i motivi che hanno spinto il tribunale a prendere questa decisione - dice l'avvocato - Il ragazzo non si droga, non ha commesso reati. La cosa che ci ha colpiti è che viene citato come appartenente a un gruppo estremista". "Secondo noi - conclude - è stato montato un caso sul nulla".