Lapiazzarossa

La cordata italiana(esuberi+debiti)


Nasce la nuova Alitalia della “cordata patriottica”. Rispunta Air France Tutti i debiti e 7 mila esuberi allo Stato, insorgono i sindacati 
Nuova catena di incidenti aerei. Riguardano non solo compagnie low cost   A Palazzo Chigi ieri si è tenuto il vertice ministeriale ristretto che dovrà ridisegnare la legge Marzano, passo fondamentale che gli imprenditori della cordata patriottica hanno imposto al Governo per la realizzazione del piano Fenice. Il piano elaborato da Banca Intesa che dovrebbe far risorgere dalle ceneri di Alitalia una newco, formata dalla compagni di bendiera e da AirOne, con il nome di Compagnia aerea italiana. Insomma una good company che nasce dalla divisione di Alitalia in due tronconi, uno che mantiene appunto le attività reditizie, e l'altro, la bad company che si accollerà debiti ed esuberi.Alla cordata patriottica andrà così una nuova compagnia “ripulita”, a spese dello Stato che si accollerà i costi degli esuberi e degli ammortizzatori sociali. Mentre la newco diventerà in questi giorni una spa a cui per ora partecipano 16 soci guidati da Roberto Colaninno, futuro presidente della compagnia.Intanto in tutto questo bailamme di imprenditori, leggi da riscrivere, società nuove e vecchie, domani Corrado Passera, a.d. di Banca Intesa, volerà a Parigi per incontrare Jean-Cyril Spinetta e illustrargli il piano Fenice. Insomma rispunta Air France, dopo che Berlusconi si è eretto cavaliere dell'Italianità facendo scappare i francesi e affidando Alitalia a una cordata di imprenditori nostrani chiamati in causa ora, come in un gioco di prestigio, si torna a guardare oltralpe. Sembra più che possibile infatti l'ipotesi di una vendita ad Air France, ma si parla anche di Lufthansa, di una compagnia ormai senza più debiti e sulla quale, nel frattempo, avranno lucrato anche un po' di imprenditori italiani. Finora si parla solo di un "profit sharing" in base al quale il colosso francese potrebbe partecipare agli utili senza un ingresso diretto nel capitale, o comunque senza avere la maggioranza delle azioni. Certo è che un solo azionista forte davanti un gruppo di 16 soci che si dividono il resto delle azioni avrebbe un certo peso, per usare un eufemismo.Di fronte a tutto ciò, e soprattutto di fronte alle migliaia di esuberi (fra i 5 mila e i 7 mila più i dipendenti AirOne) e alla possibilità di “ritocchi”contrattuali i sindacati non sono neanche stati chiamati in causa. «Non c'è stato nessun contatto con il Governo negli ultimi tempi», riporta il segretario generale della Filt-Cgil, Fabrizio Solari, e la segreteria del Sdl attacca: «Progetti a scatola chiusa che non tengano conto delle rivendicazioni sindacali inerenti alla flotta, al perimetro dell'azienda, ad un'alleanza internazionale e allo sviluppo dell'azienda, non solo saranno rispedite al mittente, ma rischiano di generare un conflitto durissimo senza precedenti».I piloti hanno mostrato una certa disponibilità a rivedere il contratto di lavoro ma nessun adeguamento al ribasso, «riteniamo - spiega Berti, presidente dell'Anpac - che il contratto di Air One sia uno dei peggiori del mondo e il peggiore d'Europa e non può essere il nostro riferimento».Ma il settore aereo in questi giorni non è interessato solo da operazioni di mercato, torna con prepotenza la questione della sicurezza nei cieli, dopo una serie di incidenti che hanno colpito aerei di compagnie low cost. Dopo il drammatico incendio dell'aereo Spanair a Madrid, costato la vita a più di 150 persone, domenica socra un altro aereo della stessa compagnia ha effettuato un atterraggio precauzionale, nello stesso giorno a Monaco di Baviera un veivolo Air Dolomiti ha preso fuoco prima del decollo, ieri ieri un volo Ryanair diretto a Barcellona è dovuto atterrare a Limoges per un guasto.Sembra che le compagnie low cost che hanno aperto i viaggi aerei anche ai non ricchi e che per anni hanno dimostrato che “più economico” non significava “meno sicuro” ora siano in piena crisi. Forse perché gli aerei stanno invecchiando, forse perché veivoli datati vengono riverniciati e rimessi in volo, forse perché non è proprio vero che i controlli vengono effettuati da tutte le compagnie allo stesso modo, forse perché da qualche parte i costi si devono pur tagliare, fatto è che volare quest'estate è  quantomeno preoccupante. Anche perché gli incidenti non riguardano solo le low cost ma anche grandi compagnie di bandiera come Air France che ha visto un suo boeing 747 uscire fuori pista durante una atterraggio Montreal.Tratto da rinascita on line