Primo giorno di scuola, tutti contro la Gelmini
Il "lutto" delle insegnanti a FirenzeLa
campanella è suonata. Ma nelle aule delle scuole italiane sono in pochi
ad essere allegri per la ripresa dell’anno scolastico. È non è solo
nostalgia per le vacanze. Le novità introdotte dal ministro Gelmini
infatti, non sono ancora in vigore ma insegnanti, famiglie e studenti,
sono già sul piede di guerra.In Campania – dove i taglia della
Gelmini farebbero sette mila licenziati – lunedì mattina si è tenuto un
sit in in piazza del Plebiscito. La preoccupazione riguarda soprattutto
la situazione degli studenti disabili: il caso di una mamma che ha
denunciato la riduzione delle ore di sostegno per il figlio, iscritto a
scuola media di Torre Del Greco, ha fatto luce sulla drammatica
situazione di «mille insegnanti di sostegno in meno rispetto alle
richieste degli istituti scolastici, di cui 500 solo in provincia di
Napoli». A Palermo, la protesta in piazza – un sit-in di docenti,
dirigenti scolastici, genitori e sindacati – è solo rimandato a
mercoledì.Singolare protesta a Roma, dove genitori e insegnanti
della scuola elementare «Iqbal Masih» occuperanno per una settimana le
aule della scuola: «L'occupazione inizierà alle 12.30 e andrà avanti
per una settimana - ha spiegato l'insegnante Paola De Meo - Questa
mattina, come annunciato, abbiamo messo il lutto al braccio, ma entrati
in classe l'abbiamo tolto per non impressionare i bambini. Durante il
pomeriggio, alla fine delle lezioni che andranno avanti regolarmente,
abbiamo organizzato attività, teatrali e musicali nonché informative
sul funzionamento delle dinamiche scolastiche, una materia che,
purtroppo, non tutti conoscono e per cui non sempre viene compresa
l'importanza e il significato delle nostre proteste».Lutto al
braccio anche in numerose scuole di materne ed elementari di Firenze.
Mentre a Mestre le proteste sono state coordinate dal comitato «Non
rubateci il futuro». Tutte queste voci fuori dal coro, la ministra
incriminata, non le ha prese bene. «Trovo vergognoso – ha spiegato –
che si strumentalizzino i bambini per cavalcare proteste che sono solo
politiche. Sembra non conoscere limite – sostiene – invece, l'opera di
disinformazione e allarmismo messa in piedi da chi difende lo status
quo di una scuola che per come è strutturata oggi non può avere un
futuro». Le risponde Maria Coscia, responsabile scuola del
Partito democratico: «Caro ministro – le spiega – oggi le famiglie la
stanno contestando insieme ai loro figli, le prime vittime della sue
scelte, in maniera del tutto autonoma. Non esiste una regia politica,
le famiglie la contestano spontaneamente perché la sua è una
controriforma che vuole azzerare il servizio pubblico, riducendo le
scuole e l'orario scolastico. I precari protestano perché viene tolto
loro il posto di lavoro. Il personale docente vi contesta perché
tagliate miliardi di euro al sistema scolastico ed universitario».