Piero Sansonetti
La Lega di Bossi ha proposto di cambiare l'Inno nazionale. Niente più
Fratelli d'Italia , canzone troppo romana, e al suo posto il Piave . Il
ministro La Russa, che pure era sempre stato molto attaccato all'inno
di Mameli, si è detto entusiasta.Perché?Diciamo che le due
canzoni sono tutte e due molto brutte, ispirate ai valori nazionalisti,
retoriche, un po' fascistelle. Tutte e due molto guerresche, con
qualche connotazione sanguinaria. E allora perché scambiarle? Per un
motivo molto semplice: il verso più importante dell'inno di Mameli, è
anodino e patriottico e senza riferimenti all'attualità: «Italia
chiamò». Il verso più importante del Piave ha invece riferimenti
fortissimi all'oggi: «Non passa lo straniero». E assume, nella
attualità politica, un fortissimo significato xenofobo. Se Il Piave
diventasse l'Inno ufficiale, l'Italia assumerebbe in forma solenne una
posizione xenofoba e razzista, di rifiuto e di condanna
dell'immigrazione. Questo piace alla Lega. E piace anche a La Russa,
che inoltre apprezza l'aspetto del Piave più legato all'idea di guerra,
di guerra come grande valore, come obiettivo di una comunità e di un
popolo, come vera realizzazione dello Stato.Del resto il ministro
La Russa e il governo stanno preparando un gran numero di cerimonie per
celebrare con tripudio il 90° anniversario di quella che il papa
Benedetto XV definì «l'inutile strage». Cioè la prima guerra mondiale,
quella che viene chiamata la grande guerra, e che è stata un
avvenimento orribile, feroce, sanguinosissimo. Del quale è giusto
parlare, per spiegare ai giovani che le classi dirigenti europee
impazzirono e si macchiarono di ignominiose colpe, di scelte
dissennate, che poi aprirono le porte al fascismo e al nazismo. Tratto da "Liberazione"26/10/2008