Sciopero generale della scuola. Oltre un milione a Roma
Studenti, insegnanti, lavoratori, famiglie contro la legge Gelmini. Diliberto e Ferrero in piazza
«È
una manifestazione straordinaria che ci dice una cosa semplice, e cioè
che il movimento c’è e nel momento in cui c’è questo movimento può
riprendere un’opposizione seria contro un governo scellerato che quando
taglia sulla scuola taglia sul futuro dell’Italia». A dichiararlo
Oliviero Diliberto partecipando allo sciopero generale e al corteo
contro la riforma della scuola indetto dai sindacati Flc-Cgil, Cisl e
Uil scuola, Snals e Gilda
Una nuova grande manifestazione di dissenso ed opposizione contro la
politica di tagli del Governo dopo lo sciopero generale del 17 ottobre
scorso organizzato dal sindacalismo di base. Un corteo di oltre 1
milione di lavoratori e studenti sta sfilando da piazza della
Repubblica a piazza del Popolo, in cui confluiranno anche gli
universitari che vengono dalla Sapienza. Una moltitudine di persone che
hanno riempito a tal punto piazza della Repubblica, mentre la testa
del corteo era già arrivata a piazza del Popolo, che la manifestazione
si è divisa in altri due grandi filoni, autorizzati all'ultimo momento
dal questore, uno che sfilava per via Nazionale, l'altro per via
Cavour, paralizzando Roma. Tutto ciò mentre continuano ad arrivare
ancora pullmann e treni carichi di manifestanti provenienti da tutta
Italia, da Bassano del Grappa a Trapani. Tanti gli slogan e gli
striscioni contro il governo e soprattutto controil ministro Gelmini,
da “tutti insieme per la scuola di tutti”, a “meno insegnanti più
bambini ignoranti”, a “Gelmini, nuoce gravemente alla scuola”, fino a
uno striscione dei ricercatori con su scritto “a saperlo facevo
l'idraulico”.Per il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, è
una giornata memorabile per la capacità di solidarietà ed unità che è
riuscita a produrre questa mobilitazione fatta di migliaia di persone
che, a differenza di quanto sostiene il Governo, non sono oggetto di
nessuna strumentalizzazione. «La legge è fatta di una parte consistente
di tagli, 8 mld, e questo accade mentre in tutto il mondo oggi si
investe per l’istruzione. In questa maniera si tagliano risorse ma non
si riforma la scuola», continua Epifani attaccando nel merito i
provvedimenti che non contengono nessun progetto riformatore. Dal palco
di piazza del Popolo il leader della Cgil informa che Roma è
attraversata da 4 cortei, «piazza della Repubblica si svuota e si
riempie in continuazione. In tutta Italia sono in corso manifestazioni:
è un intero Paese che insorge». In apertura lo striscione
«Uniti per la scuola di tutti», centinaia le bandiere e i palloncini
colorati per uno sciopero che ha coinvolto tutta Italia, unendo
studenti, delle scuole medie e superiori e delle università, ed
insegnanti, tantissimi in piazza, così come i bambini delle scuole
elementari e le associazioni dei genitori. «La manifestazione di oggi
testimonia che tutto il mondo della scuola è contro questa riforma ed
il governo dovrebbe ascoltarlo», ammonisce il segretario di
Rifondazione comunista Paolo Ferrero dalla piazza. E ribadisce che si
tratta di «una protesta che andrà avanti insieme con la raccolta delle
firme per il referendum contro la riforma Gemini». Insieme con i
Comunisti italiani, l'Idv e il Pd che lo ha lanciato e il cui leader
Veltroni oggi era presente alla manifestazione. Tra i partecipanti
anche Antonio Di Pietro che si è detto pronto, dopo il lodo Alfano, ad
iniziare un’altra raccolta di firme contro la riforma Gemini perché
«giustizia e istruzione sono settori fondamentali per la democrazia».Tante
le adesioni, da Unicobas-Altrascuola alla Federazione dei sindacati
indipendenti (Fsi-Usae), dai Comitati degli insegnanti precari (Cip) ai
metalmeccanici della Fim Cisl, ma anche dall’Arci, da Legambiente,
dalla Federconsumatori, da Cittadinanza attiva e da molteplici
associazioni impegnate nella scuola. Al termine degli
interventi a piazza del Popolo un fiume di migliaia di studenti si è
staccato dalla manifestazione e al grido "Dimettiti, dimettiti" ha
preso d'assedio il ministero della Pubblica Istruzione, invitando Maria
Stella Gelmini a dimettersi dall'incarico. (30.10.08)