No di Vaticano e governo alla pillola abortiva Ru486
Ma il via libera definitivo dell'Aifa dovrebbe arrivare questa settimana
Il probabile arrivo in Italia - ultima insieme ad Irlanda e Portogallo
in tutta Europa a renderla accessibile - della pillola abortiva Ru486
sta suscitando il solito putiferio politico-ecclesiastico
A partire dall'anno prossimo infatti potrebbe finalmente entrare in
commercio l'Ru486 e proprio nel giro di questa settimana l’Aifa,
l’Agenzia del farmaco, esaminerà il dossier per darne il via libera
definitivo. Netta la condanna del Vaticano che per bocca del cardinale
Javier Lozano Barragan si scaglia contro l'aborto «in qualsiasi forma
esso venga praticato a casa o in clinica, perché si uccide un essere
innocente». E ancora la pillola RU486 «non è innocente per la salute
delle donne». Ma a ben vedere non è solo la Chiesa a rivoltarsi contro
una pratica farmacologica che eviterebbe un intervento chirurgico a
colei che decide, espletando un suo diritto sancito da una legge dello
Stato, di abortire.Anche la politica, ormai sempre più
influenzata dai moniti d'Oltretevere, lancia subdoli appelli contro
l'utilizzo della pillola abortiva in nome non dell'etica cattolica ma
della salute stessa. Così la sottosegretaria al Welfare Eugenia
Roccella ribadisce i suoi dubbi sulla pericolosità del farmaco per le
donne e un'altra esponente del governo, il ministro Giorgia Meloni,
afferma che «sempre di aborto si tratta. La Ru486 è l'interruzione di
una gravidanza già iniziata, ed è un farmaco che presenta gravi rischi
per le donne che lo assumono».Un “attenzione donne fa male” per
un farmaco invece la cui efficacia e sicurezza è ritenuta ampiamente
testata; proprio quest'anno l’Emea, l’Agenzia Europea del controllo sui
farmaci, ha ribadito la sicurezza della pillola. Inoltre il medicinale
dovrà essere somministrato in ospedale con l’obbligo di almeno un
giorno di ricovero, in coerenza con la Legge 194 che regola l’aborto.
L'ennesimo tentativo questa volta non di bloccarla, dato che l'iter è
ormai arrivato a conclusione, ma di delegittimarla, d'altronde dove non
arriva la politica arriva la fede...C. C.