Lapiazzarossa

In America sembra l' inizio di 1 grande primavera


Il Pentagono prepara i piani per chiudere Guantanamo  
Il ministro della Difesa Usa, Robert Gates, ha chiesto al Pentagono di mettere a punto piani per la chiusura del carcere di Guantanamo, ha annunciato il portavoce del Pentagono Geoff Morrell. La chiusura di Guantanamo è tra le promesse elettorali del presidente eletto Barack Obama che ha confermato Gates all'incarico di ministro della Difesa. Il problema della chiusura di Guantanamo è però quello di trovare una sistemazione ai circa 250 detenuti, ancora ospiti del carcere nella base militare Usa sull'isola di Cuba. A quanto si dice, nell’insolito pranzo che Bush offrirà a Obama invitando i precedenti presidenti, (Jimmy Carter, Bill Clinton e suo padre George Bush senior, che di solito si incontrano solo ai funerali), Guantanamo sarà uno dei temi “caldi”, insieme alle altre pesanti eredità, dalle guerre in Iraq e Afghanistan alla sfida planetaria contro il terrorismo, dalla grave crisi economia al compito di ripristinare l'immagine dell'America nel mondo. E intanto sul carcere nel territorio di Cuba, sulla sua illegalità diffusa, persino sulle sevizie, trapelano continuamente notizie. Il quotidiano spagnolo “El Pais” nell’edizione di giovedì ha pubblicato in apertura nuove indiscrezioni sui voli della Cia che trasferivano segretamente sospetti terroristi a Guantanamo, facendo scalo in svariati aeroporti europei. Il governo di Josè Maria Aznar – scrive “El Pais” - autorizzò espressamente gli Stati Uniti a fare atterrare gli aerei della Cia in Spagna, con una decisione presa l'11 gennaio 2002. Ufficialmente, «istanze politiche hanno autorizzato i voli americani diretti a Guantanamo a fare scalo in Spagna». Soprattutto, però, nelle ultime ore Mustafa Ait Idir, uno dei cinque detenuti di origine algerina rilasciati da Guantanamo, ha raccontato all'agenzia France Presse la sua esperienza negli orrori del carcere militare statunitense. «Neanche il diavolo avrebbe saputo creare un luogo così tremendo – ha detto -, non si può immaginare quanto fosse terribile». Idir - cittadino bosniaco, ritornato a Sarajevo due giorni fa dopo esser stato rilasciato martedì scorso - ha raccontato di essere stato interrogato e picchiato oltre 500 volte da carcerieri che utilizzavano anche gas lacrimogeni: «Le guardie avevano l'abitudine di arrivare in gruppi di sei o sette e di utilizzare spray col gas, è allora che iniziava il pestaggio», ha ricordato Idir, intervistato telefonicamente da France Presse. L'uomo era stato arresto alla fine del 2001 dalle autorità bosniache insieme ad altre cinque persone, accusate di voler preparare un attentato contro l'ambasciata degli Stati uniti a Sarajevo: nel gennaio del 2002 i sospetti erano stati trasferiti a Gauntanamo, dove uno di loro è ancora detenuto.