Lapiazzarossa

A Lampadusa i cittadini si ribellano


Il pd: «Nel centro situazione drammatica: violati i diritti dell'uomo» Lampedusa, migliaia in piazzacontro il centro per le espulsioni Sciopero generale sull'isola. Alcuni extracomunitari sono usciti dal Centro mischiandosi alla folla Maroni: un altro centro a Lampedusa. No del sindaco: basta clandestini (12 gennaio 2009)
LAMPEDUSA - Alta tensione a Lampedusa. A scatenare la rabbia e le proteste degli abitanti è la decisione del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, di realizzare un Centro per l'identificazione e l'espulsione degli immigrati. Sull'isola è scattato lo sciopero generale proclamato dal consiglio comunale e dal comitato «Sos isole Pelagie». I manifestanti - circa 4 mila secondo gli organizzatori, 2500 per le forze dell'ordine - hanno bloccato un pullman che stava trasportando un gruppo di 110 persone dal Cpa alla ex base Loran della Nato dove è prevista la nuova struttura. Alcune decine di extracomunitari sono usciti dal Centro di prima accoglienza, mischiandosi alle persone che stanno protestando davanti alla struttura di contrada Imbriacola insieme al sindaco, Bernardino De Rubeis. Le forze dell'ordine si sono schierate in tenuta anti sommossa. «STRUTTURA OPERATIVA» - Ma il ministro Maroni ha confermato che il centro per l'identificazione e l’espulsione degli immigrati clandestini è ormai operativo. «Sono già stati trasferiti lì i primi extracomunitari per l'identificazione - ha detto Maroni - Al Consiglio dei ministri ho fatto presente la decisione di mantenere i clandestini nell'isola, per rimpatriarli direttamente, e sono soddisfatto che si sia accolta la nostra linea di rigore». Il responsabile del Viminale ha spiegato che a Lampedusa ci sono al momento 1.677 extracomunitari: dal primo gennaio ne sono stati rimpatriati 150, tra egiziani e nigeriani.LA DENUNCIA - A Lampedusa, nel frattempo, decine di extracomunitari, alla vista della delegazione del Pd e dei giornalisti in visita nel centro, si sono ammassati contro la recinzione chiedendo aiuto e denunciando di essere stati malmenanti dai carabinieri mentre tentavano di fuggire dal centro. «Pensavamo che l'Italia fosse il Paese delle libertà - racconta un tunisino di 31 anni - e invece ci tengono prigionieri qui dentro da 40 giorni. Dormiamo in 30 dentro una stanza, il cibo è scarso, i materassini su cui ci stendiamo sono bagnati fradici. Abbiamo pagato 1200 euro perché cercavamo un futuro». Il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento per l'immigrazione del ministero dell'Interno, smentisce i maltrattamenti: «Non capisco a cosa si riferiscano. La disperazione porta a giocarsi qualsiasi partita». «Gli immigrati ci hanno detto che dentro li hanno trattati male - ha però rilanciato Salvatore Cappello di "Sos Pelagie" - non li fanno mangiare e altre cose gravi». Cappello ha poi affermato che «le tv presenti qui hanno ripreso tutto, vediamo se avranno il coraggio di mandare in onda le immagini». Duro il commento del vicesegretario del Pd, Dario Franceschini: «La situazione qui nel centro è drammatica: sono violati i più elementari diritti dell'uomo»