Lapiazzarossa

Dacci oggi la nostra truffa quotidiana


La truffa come una soap operaDA Messina a Reggio Calabria, alla piana di Gioia Tauro fino a Cosenza. Lungo la costa che conduce a nord il finanziamento pubblico interseca stabilmente la truffa organizzata. Qui è l'Italia padana a mangiarsi la credibilità dello Stato. Il Nord a saccheggiare il Sud. La politica a ingrassare sulle truffe delle industrie fantasma. E' un'arte. Per arte s'intendono i raggiri, la triangolazione affaristica politica-impresa-studi di consulenza. Un mare di soldi sprecati. Il bisogno di lavoro garantito e poi negato. Promettono: sviluppo, posti di lavoro, ricchezza. L'illusione dura pochi mesi. L'impiego, spesso finto, resiste due settimane al massimo. Prima la cassa integrazione, poi il nulla. Disoccupato eri e disoccupato torni a essere. Il capannone resta lì per sempre, tra riserve naturali, colline sventrate e spiagge deturpate. La legge 488, la figlia illegittima della Cassa del Mezzogiorno, provoca l'emigrazione al contrario: imprenditori del Nord che scendono al Sud, nel profondo Sud, ripuliscono le casse del Ministero per lo Sviluppo Economico, gabbano migliaia di ragazzi e si eclissano. Oppure solleticano la verve imprenditoriale della mafia locale, coperta dal silenzio della gente e da un manipolo di prestanome. Chi (pochi) finisce in cella, chi (tanti) fugge all'estero, chi (la maggioranza) aspetta che la giustizia si fermi al traguardo della prescrizione. Di poche ore fa la notizia che la Procura della Repubblica di Cosenza ha individuato "il secondo livello" dell'organizzazione malavitosa, le menti di alcune delle truffe. Secondo livello dell'inganno: commercialisti, funzionari di banca e i titolari di imprese spillasoldi. Un commercialista di Cosenza, Ferdinando Marini, (attualmente ricoverato in Svizzera, guarda un po', per problemi di salute) è oggetto di un'ordinanza di custodia cautelare, altri dieci colleghi, chiamiamoli così, sono invece ai domicialiari. Si scopre quindi ciò che era ed è sotto gli occhi di tutti. Milioni di euro, destinati allo sviluppo calabrese, e finiti in tasche private. Un'organizzazione scientifica che predisponeva, grazie a una triangolazione efficiente e anch'essa sostanzialmente conosciuta, un pacchetto truffa "all inclusive". Tu vuoi soldi e non sai come fare? Il Sud ti aiuta, la Calabria ti è vicina. Basta l'idea di creare lavoro, l'odore di un'officina, e le casse pubbliche si faranno in quattro. La legge 488, la famigerata 488, ha generato la più grande catena truffaldina nella già devastata economia del sud. Adesso l'operazione giudiziaria, denominata "Sparkling", certifica il meccanismo che fa divenire seriale, come fosse una soap opera, la truffa. Nelle pagine dell'inchiesta è contenuta la confessione di un dipendente della Rabà srl, una delle società sotto sequestro. Il Quotidiano di Calabria ha diffuso la testimonianza. Assai illuminante: "Ci recammo presso lo studio della "Marini & associati" di Cosenza (commercialisti ritenuti la mente dell'inganno ndr) ove fummo ricevuti da Ferdinando Marini. Tale soggetto dopo i convenevoli di rito e dopo averci invitato a spegnere i cellulari e a togliere le relative batterie, iniziò ad illustrare di cosa trattava l'investimento agevolato (...) Ci spiegò che la percentuale di contributi concessi era rapportata al totale dei costi sostenuti, quindi era necessario far lievitare il più possibile tali importi (...) era importante fare sovrafatturare il costo del bene che poteva arrivare fino al 500%". Nulla di nuovo sotto il sole, direte. Nulla di nuovo, infatti. Tutto esattamente, straordinariamente uguale a ieri.