Ogni Fiamma ha il suo Vento
Questo gioco dell’alternanza non mi piace più, mi accendo e mi spengo, mi accendo e mi spengo.
Disse una Fiamma stanca al Vento.
Ogni Fiamma ha il suo Vento.
Essere
Fiamma non era tra i miei progetti, a dire il vero avrei preferito fare
l’orologio da polso, o il tegame per fare la salsa, ma proprio la
Fiamma non era scritto ne in cielo e ne in terra.
Non immagini di quanto sbagli Fiamma, io sono il Vento e tu sarai regina.
Ancora con questa storia della regina? Basta!!!
Disse esausta la Fiamma nel sentirsi sempre dire le stesse cose.
Avresti fatto meglio a chiamarmi con il mio vero nome pedina!
Un’altra
folata di Vento e la Fiamma si spense di nuovo, e come sempre accadeva
, sotto le ceneri della sua ennesima morte, un tizzone ardente
riprendeva ad infiammarsi al soffio di quello stesso vento, che un
attimo prima l’aveva spenta.
Mi accendi e mi spegni, mi accendi e mi spegni, quando finirà questo gioco di cui mi sento una logorata pedina?
Regina e non pedina!
Ripetè il Vento.
Tu Vento per me sei sempre stato solo tormento!
Io sono il fermento che ha risvegliato il tuo seme.
Allontanati!!!
Urlò la Fiamma allungando mani sottili verso il vento impetuoso, che tornava di nuovo a spengere la sua Fiamma.
Sei al quarto stadio, la tua Fiamma è ben alimentata ora puoi incendiare.
Disse il Vento.
E
tu pensi che questa rivelazione mi faccia fare i salti di gioia? Lo sai
che non mi importa nulla! Io più che incendiare, vorrei poter accendere
questa vita, che tu vento continui a spegnere e a far riaccendere. Solo
tu sai quante volte avrei voluto non riaccendermi più.
Ma
il Vento era sordo alle preghiere della Fiamma, e come uno spietato
aguzzino continuava a soffocarne la luce, e poi riappariva per
alimentarla di nuovo, era così da sempre, ma nel frattempo da una
piccola fiammella si era sviluppato un enorme fuoco, destinato ancora a
crescere.
E fu così che la fiamma finì per sentirsi prigioniera di un gioco che mal sopportava, perdendo il sorriso e la fede nel Vento.
Ma
ogni stagione ha il suo tempo, e giunse finalmente la stagione del
sorriso. Il vento chiamò al suo cospetto tutte le fiamme che aveva
accresciuto e alimentate, erano fiamme spente, accese nel cuore ma
spente nella vita, a causa del loro percorso duro e doloroso.
Il
vento con orgoglio le carezzò tutte con un solo sguardo, era un
esercito di luci che al suo cospetto brillavano come stelle e fu allora
che donò a tutte il sorriso di una vita felice.
La Fiamma che al Vento ormai non credeva più, si trovò a stringere il suo sorriso incredula.
E avvicinandosi al suo tormentatore disse:
Tanto vale che te lo riprenda subito, è inutile che cominci a cullarlo se tra un attimo dovrò restituirtelo.
Il
Vento comprese le parole della Fiamma, aveva sofferto tanto per quel
sorriso, ed ora stentava a crederci. E per quel motivo ne anticipò i
tempi, il sorriso avrebbe dovuto fare il suo corso dalle braccia alla
mente e dalla mente al cuore, ma il Vento prese un pennello lo intinse
nel Sole e dipinse direttamente il sorriso nel cuore della Fiamma, un
sorriso durevole che non si spense mai più.