Area personale- Login
TagMenuCerca in questo BlogUltimi commentiCitazioni nei Blog Amici: 3 |
Post n°148 pubblicato il 11 Dicembre 2008 da cleoniceparisi
Questa favola è dedicata a tutte le persone che muiono pur vivendo, che nell’apatia nell’assenza di emozioni, hanno creduto di trovare la panacea di una vita felice, senza rendersi conto d’aver solo anticipato la morte. Il giardino incantato e la fata dell’Uva
“Nel giardino incantato non ti addentrare
C’è un giardino incantato in cui non dovrai mai accedere! Hai compreso creatura? Disse l’antica quercia alla Fata dell’Uva. Quercia
Fata dell’uva il giardino è tanto grande sei sicura di aver cercato in ogni luogo? Ma per cercare in ogni luogo consumerei tutto il mio tempo, ed io non possiedo tempo infinito. Disse la fata con occhi lacrimevoli. Secondo te, se ci do una sbirciatina? Non voglio davvero entrarci, solo per escludere il giardino incantato? NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Urlò la quercia. Di tutti i luoghi calpesta terra, ma di quel giardino non far neppur favella. La
Fata dell’Uva gradisci entrare? La fata fece un salto indietro, impaurita. Cosa ti succede? Disse la porta. Hai paura? Ti ho sentito sai? Poco fa mentre parlavi con la vecchia quercia. Improvvisamente la terra sotto i piedi della fata prese a sussurrare. Non dargli ascolto e chiedigli prima chi era? La fata ascoltò il suggerimento della terra, forte anche dell’ammonimento della quercia. Porta antica, mi chiedo e ti chiedo, ma prima d’esser porta tu cosa eri? La porta che sino a quell’istante aveva avuto un tono di voce gentile e pacato, prese a parlare come irrigidita: Perché lo chiedi impertinente creatura? E la fata dell’uva disse, insospettita: E tu perché non rispondi? Poi come se la porta avesse immediatamente riacquistato il controllo disse: Cara creatura la mia natura era altra ma in tempi remoti. Appunto cosa eri? Insistette la fata. La tua graziosa testolina, non ti suggerisce niente fata dell’uva? Se oggi sono un portone di legno, cosa potrei essere stato? Eri un albero! Disse la fata dell’uva. Brava e perspicace! Ed ero anche un albero importante! Che albero eri? Disse la fata. Io ero una Quercia. Rispose il portone con orgoglio e una malcelata tristezza. E la terra sotto ai piedi della fata continuò a suggerirle: Cara chiedigli come si fa a mutare la propria natura senza morire? Come hai fatto a cambiare la tua natura da albero a portone. Disse la fata dietro il suggerimento della terra. Il portone non seppe nascondere la sua irritazione e con voce ispida rispose: La natura cambia per scelta mia cara, io scelsi di vedere il giardino incantato e da allora ne divenni specchio! Non capisco! Disse la fata, e spostando lo sguardo dal portone alle mura che giravano tutte intorno al giardino, disse: E voi mura che sostenete tale portone, voi che fate da confine tra il vivere comune e il giardino incantato, cosa eravate prima? Fata
Montagna
E
Ma
Ma
Fata
Portone
Fata
Disse il portone. E’vero
La fata dell’uva si allontanò da quel portone tornando alla vecchia quercia: Cara quercia quel che non trova nella vita cercherà nel giardino incantato, mutando la sua natura, da vita in morte. Lo
E la terra sotto i piedi della fata disse: Cara vieni con me, ti accompagnerò a seminare. La
La fata dell’uva quel giorno pianse di gioia vera, e tornò al giardino incantato, dove il portone la riconobbe subito. Fata dell’uva gradisci entrare? Feci
Nel giardino incantato non ti addentrare
https://blog.libero.it/lapiccolavoce/trackback.php?msg=6080331 I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio: Nessun Trackback Commenti al Post:
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero. |
Inviato da: jorke88
il 21/01/2015 alle 12:35
Inviato da: orlando.curioso1
il 11/12/2013 alle 17:22
Inviato da: puzzle bubble
il 03/05/2012 alle 16:15
Inviato da: cleoniceparisi
il 19/01/2009 alle 15:56
Inviato da: salvatore.ravas
il 18/01/2009 alle 10:31