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« Denti di leoneC'è poco da dire »

shomèr ma-mi llailah?

Post n°14 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da rubinero

Ho riletto in questi giorni un giallo di  Fruttero & Lucentini: "A che punto è la notte (?)"

Buona lettura, passatempo delizioso, e via dicendo...

Il titolo (ed in senso moltissimamente lato, il testo) si rifà ad un passo del Profeta Isaia, che davanti alla distruzione di Babilonia, ad un Personaggio fa chiedere ad una Sentinella. "Sentinella, a che punto è la Notte?" e Quello sugli spalti risonde: "Viene la mattina, e viene anche la notte..se volete interrogare, interrogate pure...tornate un'altra volta..."

Ho fatto mia la domanda, ma per la risposta che ne conseguirebbe, uso appunto il condizionale

Custos, quid noctis?

 

 
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Commenti al Post:
rubinero
rubinero il 15/02/14 alle 20:29 via WEB
La Notte può essere quella cara a Novalis, che non sapendo io il tedesco, mi godo meno di quanto meriterebbe...o potrebbe essere quel garbuglio di incertezza e difformità dal vivere comune che mi spaventerebbe. Io, qui ne volevo dare un significato politico ed insieme etico e morale. La tua angolazione di vista, però mi interessa molto: darò un nome, connotabile, a questo buio, dalle risposte scarne
(Rispondi)
 
 
sans_peau
sans_peau il 17/02/14 alle 10:57 via WEB
:-)"A che punto è la notte?" può sembrare angosciante come domanda...a me invece rassicura...A che punto è la notte ? Quanto manca ancora per il giorno? perché il giorno arriverà!.. sempre. ^___^ ..Anche se che per anni abbiamo vissuto una specie di eclissi...  non ci siamo arresi all'oblio del buio.... abbiamo continuato a porre alla sentinella la stessa domanda..interrogando noi stessi.... e ora, finalmente, s'intravede un po' di luce catartica... Questo è il testo della canzone di Guccini....ma l'hai fatta ricordare tu dopo tanto tempo! "La notte è quieta senza rumore, c'è solo il suono che fa il silenzio e l' aria calda porta il sapore di stelle e assenzio, le dita sfiorano le pietre calme calde d' un sole, memoria o mito, il buio ha preso con se le palme, sembra che il giorno non sia esistito... Io, la vedetta, l' illuminato, guardiano eterno di non so cosa cerco, innocente o perché ho peccato, la luna ombrosa e aspetto immobile che si spanda l' onda di tuono che seguirà al lampo secco di una domanda, la voce d' uomo che chiederà: Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... Sono da secoli o da un momento fermo in un vuoto in cui tutto tace, non so più dire da quanto sento angoscia o pace, coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare che in un sussurro di voci o vento qualcuno venga per domandare... e li avverto, radi come le dita, ma sento voci, sento un brusìo e sento d' essere l' infinita eco di Dio e dopo innumeri come sabbia, ansiosa e anonima oscurità, ma voce sola di fede o rabbia, notturno grido che chiederà: Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell... La notte, udite, sta per finire, ma il giorno ancora non è arrivato, sembra che il tempo nel suo fluire resti inchiodato... Ma io veglio sempre, perciò insistete, voi lo potete, ridomandate, tornate ancora se lo volete, non vi stancate... Cadranno i secoli, gli dei e le dee, cadranno torri, cadranno regni e resteranno di uomini e di idee, polvere e segni, ma ora capisco il mio non capire, che una risposta non ci sarà, che la risposta sull' avvenire è in una voce che chiederà: Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell..."
(Rispondi)
 
 
 
rubinero
rubinero il 17/02/14 alle 15:27 via WEB
Mi piace che tu abbia riportato per intero il testo di Guccini, perché ti denota come tenace difenditrice di ciò che è buono e bello...e chi è così è bello e buono.
(Rispondi)
 
 
 
 
sans_peau
sans_peau il 17/02/14 alle 17:54 via WEB
Semplicemente...non sapendo dove tagliare l'ho riportata tutta...anche il ritornello!^__^
(Rispondi) (Vedi gli altri 4 commenti )
 
 
 
 
rubinero
rubinero il 18/02/14 alle 16:56 via WEB
Lì c'è poco da tagliare: hai fatto bene
(Rispondi)
 
 
 
 
sans_peau
sans_peau il 19/02/14 alle 13:22 via WEB
Ben detto!
(Rispondi)
 
 
 
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 14/03/14 alle 08:20 via WEB
ho letto con attento piacere il lungo commento di sans_peau e l'ho trovato piacevole oltre che interessante. Piacevole perchè mi ha rimandato alla poesia che io ritengo più bella , scritta per la notte. Mi riferisco, ( ste reminiscenze studentesche mi spaventano, oltretutto!), a " LA SERA DEL DI' DI FESTA", laddove il grande recanatese con versi sublimi interpreta lo scivolare della sera sulla notte, la sua pena d'amore che pian piano lascia posto a considerazioni bellissime su se stesso e sui destinni delle cose umane, coinvolgendo in un solo afflato tutta l'angoscia umana. Complimenti a sans_peau e anche a te, caro rubinero che co sto post hai avuto un vero colpo d'ali! Buon fine settimana! tt
(Rispondi)
 
 
 
 
rubinero
rubinero il 14/03/14 alle 17:48 via WEB
08.20? presto, saluti dal borgo selvaggio,/ dolce, molle, e lieto in pensione/ le mura rifuggi e la tenzone:/ e pur qui non ti scema 'l coraggio/
(Rispondi)
 
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