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I problemi della Giustizia in Italia


PALERMO - Il pm di Palermo ha presentato appello contro la sentenza di assoluzione dell'insegnate processata per avere punito, obbligandolo a scrivere 100 volte sul quaderno «sono un deficiente», un alunno, che aveva dato del «gay» a un compagno di classe. «Il sistema adottato dalla docente per correggere lo studente - ha scritto il magistrato - è consistito nel costringerlo a insultarsi e rendere pubblica la propria autocritica: un metodo da rivoluzione culturale cinese del 1966». La professoressa, che insegna in una scuola media, era stata imputata di abuso di mezzi di correzione e lesioni. Il sostituto procuratore, nelle 37 pagine dell'impugnazione, fa riferimento anche all'articolo 3 della Convenzione di Ginevra «che tra l'altro dice che nessuno può essere sottoposto a trattamenti degradanti». «La Convenzione - scrive Cartosio - non si applica solo ai comportamenti sui detenuti dovendosi interpretare il termine nessuno come riferito a qualunque essere umano sottoposto al potere o all'autorità di qualcuno».La Giustizia in Italia è ingolfata, anni e anni per arrivare a delle sentenze con conseguenti prescrizioni a volontà, persone innocenti in carcere in attesa di giudizio, cause civili alle quali si è costretti a rinunciare perché vanno alle calende greche, ma tutto ciò non conta: è di vitale importanza prolungare questa vicenda e scriverci sopra 37 pagine (diconsi trentasette) per tirare in ballo addirittura la rivoluzione culturale cinese del 1966... E se il principale problema della Giustizia non fosse tanto la carenza di organici e strutture quanto la carenza di  attività sessuale dei magistrati?