Idee

Il patologico bisogno del razzismo


Il comune buon senso suggerisce di non parlare di argomenti o fatti che non si conoscono, come ad esempio un fatto di cronaca fresco fresco dai contorni ancora incerti. Come hanno potuto allora autorevoli esponenti dell'opposizione etichettare la morte del ragazzo di colore a Milano come un atto di razzismo, quando poche ore dopo la magistratura ha escluso l'aggravante razziale? In questo caso si può dire che questi signori hanno dimostrato tutta la loro disonestà intellettuale. Questo oggettivamente, al di là delle idee politiche.Ancora più singolare è che molte persone comuni non esitino anch'esse a parlare di razzismo, oltre tutto con certezza più o meno granitica. La domanda che si pongono è: se il povero ragazzo fosse stato bianco sarebbe successo lo stesso? No, è la risposta scontata. Che strano, però: in Italia pare che non esistano balordi. Non è mai successo che un bianco venisse ucciso per motivi di viabilità o di parcheggio, ad esempio. E le violenze allo stadio, così come i treni devastati, sono rivolte contro negri e arabi, ma certo! E che dire poi degli immigrati che si accoltellano e si sparano tra di loro? Razzisti contro loro stessi? Sembra che queste persone abbiano bisogno di vedere a tutti i costi il razzismo in ogni cosa, sempre e comunque. Un'ossessione che se non è una patologia poco ci manca.E' triste che un ragazzo così giovane abbia perso la vita in quel modo, ma la domanda corretta da porsi è piuttosto la seguente: se qualcuno non fosse entrato in un bar a rubare sarebbe successo quello che è successo?