LARGU TE LU PALAZZU

Post N° 2


“Una pecora in fuga”C’era una volta una pecora che aveva una bella casa, calda eaccogliente, dove viveva felice e dove ospitava spesso i suoiamici. Da Natale abitava lì anche un bambino, che lei avevaaccolto con grande gioia, preparandogli una cullaconfortevole collocata nella stanza più bella. Il bambino eradavvero molto speciale: era bellissimo e aveva gli occhi di uncolore indescrivibile e così particolare come mai se ne erano visti prima.Venne però un giorno in cui la pecora cominciò a provare una certainquietudine e a pensare che casa sua le andava troppo stretta, anzil’annoiava: nemmeno la buona compagnia che le teneva il bambino le davasollievo. Voleva fuggire da quel posto opprimente; spesso guardava oltre laporta aperta e immaginava mondi fantastici… finché decise: se ne sarebbeandata! Così preparò uno zaino e salutò frettolosamente il suo ospite. Ilbambino la salutò con tristezza, ma non cercò di trattenerla. Le dissesoltanto che sarebbe rimasto lì ad aspettarla perché le voleva bene, ma lapecora non si curò più di tanto di quelle parole, tanta era la sua voglia discappare. Così aprì la porta e uscì in direzione del bosco. “Libertà, libertà!”canticchiava tra sé e sé, mentre camminava senza una meta. Era euforica e sidiede alla pazza gioia: fece finalmente tutto ciò che voleva, senzapreoccuparsi di nulla e di nessuno, completamente immemore della sua vita diprima.Passò molto tempo e la pecora, che aveva ormai fatto tutte le esperienzepossibili, cominciò a sentirsi scontenta e a provare un senso di solitudine:rimpiangeva la sua casa, i suoi amici; soprattutto sentiva la mancanza di quelbambino che aveva lasciato e che, anche se a volte le dava tanto da fare (si sacome sono i bambini, richiedono molte cure), era diventato una presenzaimportante: sapeva consolarla e tenerla allegra, le dava una serenità chesenza di lui non aveva più provato. Ma chissà se la sua casa era ancora là e seera davvero rimasto qualcuno ad attenderla... Era passato così tanto tempo, esoprattutto erano successe così tante cose… ah, quanta nostalgia!La pecora cercò allora di ricordare quale direzione prendere per tornare acasa, ma non ci riuscì, così capì di essersi persa.Cominciò allora ad avere paura, anche perché sapeva che nel bosco vivevanobranchi di lupi famelici (e che fortuna che fino a quel momento non li avessemai incontrati!). Pensò allora che fosse proprio finita: smarrita, senza più lapossibilità di ritrovare la via di casa, in balia degli animali feroci. Triste,pentita per aver agito in modo così imprudente e ormai senza speranza, sirassegnò ad aspettare la fine. Si sdraiò sull’erba umida, chiuse gli occhi eattese: forse si sarebbe addormentata e mai più svegliata, forse sarebberoarrivati i lupi e l’avrebbero sbranata… tanto ormai non le importava più dinulla…Mentre era sdraiata sentì un rumore improvviso, un fruscio nell’erba che sifaceva sempre più vicino: “Ecco, arrivano i lupi, mi tocca la fine peggiore…”pensò. Aspettò con gli occhi chiusi di essere assalita e divorata, ma li riaprìquando sentì accanto a lei una voce che diceva: “Finalmente! Ti ho tantocercata” . La pecora alzò lo sguardo e vide un pastore che le sorrideva; avevagli occhi di un colore indescrivibile e così particolare come mai se ne eranovisti prima, o forse sì, lei li aveva già visti quegli occhi, ma era passatotalmente tanto tempo che non si ricordava più dove.Il pastore la prese sulle spalle e imboccò il sentiero che conduceva alla casadella pecora. La pecora era felice: una felicità nuova, mai provata, che lafaceva sentire sicura e protetta. Giunsero alla casa, che era sempre lì, conl’uscio aperto come lei lo aveva lasciato quando era partita. Il pastore ladepose delicatamente sulla soglia, l’abbracciò e la salutò, perché, le disse,aveva tante altre pecore da andare a cercare e riportare a casa.La pecora allora entrò, ma non fece in tempo a guardarsi intorno che ilbambino, che non aveva mai smesso di aspettarla, le corse incontro el’abbracciò ridendo felice, con gli occhi che gli brillavano: occhi di un coloreindescrivibile e così particolare come mai se ne erano visti prima.