Rosa Luxemburg

Gli abbordaggi di una trentenne


Ieri, a pranzo, davo le spalle alla porta del bar e ascoltavo l’ennesimo, tragico resoconto della vita sentimentale della mia sorellina acquisita. Ogni tanto buttavo un occhio sul manifesto ma lei mi richiamava subito all’ordine: rimpiango le telefonate fiume chè almeno mi posso distrarre (una volta ho appoggiato la cornetta, sono andata a prendere un bicchiere, l’ho riempito d’acqua, ho bevuto, ho ripreso il telefono e non si è accorta di niente).Guardiamo il lato positivo, da quando è innamorata non corrisposta ha smesso di preoccuparsi per me e la mia “incapacità di mantenere un rapporto stabile”. Questa le è sfuggita poco tempo fa e non perdo occasione per rinfacciargliela.Mentre cerco parole nuove per ripeterle che non ho buoni consigli, lei mi piglia un polso e me lo stritola. ”sono entrati due fighi, non ti girare”Riconosco lo sguardo della donna ferita che vuole dimostrare al mondo, ma soprattutto a lui, che se vuole di uomini ne trova.Ovviamente mi giro, ma li vedo solo da dietro, si erano già rivolti verso il bancone: due alti uguale, uno coi capelli nerissimi, l’altro sul castano; due col maglioncino di cotone leggero un po’ sbrindellato; due con un bel culo. Da dietro queste cose si notano.Dico, sì, non sembrano male, ma cerca di stare tranquilla chè qui mi conoscono, passo tutte le mattine.Figuriamoci. Appena ci passano accanto lei si lascia andare ad un “wow” studiatissimo, io abbasso la testa e le assesto un calcio da sotto il tavolino. Faccio in tempo a vedere, però, la leggera gomitata che quello coi capelli neri dà all’altro. A posto, ci sono tutti gli ingredienti per un abbordaggio. Ammetto che quando si siedono a poca distanza e riesco a vedere il volto che sta sotto quei capelli neri ho quasi un mancamento, fortuna che ero seduta. Veramente bello, tratti decisi, e gli occhi neri come i capelli. Lei si affretta a dire che è il mio tipo, io dico sottovoce che è il tipo di tutte e che mi sento a disagio. Quelli troppo belli mi fanno quest’effetto. ”quanta paranoie, non stiamo facendo niente di male””io di sicuro” rispondo.” e comunque a me piace l’altro” mi fa.Questo significa che non vuole mollare, e comincio a odiarla.Naturalmente i tipi, ogni tanto, girano lo sguardo verso di noi che saremmo quelle che ci stanno provando. Questa situazione mi imbarazza, la prego di finire in fretta aggiungendo che quello “bello” ha appoggiato sul tavolo Il Giornale.”embè? Mica ci devi parlare di politica, scommetto che se aveva il manifesto già eri cotta”” era uguale, lo sai”” bugiarda””abbassa il tono della voce””tu spiegami perché con quelli di destra non si può scopare”I due si girano, e certo, l’ultima parola l’ha quasi urlata.” non ho detto questo, e non è per questo che ”…Si alza di scatto un po’ irritata e va a pagare, toccava a lei offrire. Io mi dileguo fuori dal bar sentendomi due sguardi puntati dietro, ma una volta chiusa la porta mi rilasso. Accendo una sigaretta e quando la vedo arrivare mi incammino verso le scale.”Aspetta”La conosco, e il tono con cui l’ha detto non mi conforta per niente.”gli ho lasciato i caffè pagati””dimmi che non è vero”E comincia a dire ma che palle, ma possibile che sei diventata così, ma neanche due chiacchiere possiamo farci perché a te quelli di destra non piacciono…”guarda che oltre ad aver notato il quotidiano ho fatto caso anche a un’altra cosa… portano tutti e due la fede”……”cazzo””già, cazzo. due uomini sui quarant’anni, due bei uomini e tu dai per scontato che non abbiano legami”..”ragazze, dolce o secco?””secco” risponde lei tutta carina.LA ODIO.Quello coi capelli neri e gli occhi neri mi fa cenno di sedermi. Visto da vicino è anche più bello, ma ( meno male) la voce non è profonda come i suoi occhi, anzi, ha una brutta voce.Sono salva.Non mi può piacere uno con una brutta voce.La mia amica è stupendamente a suo agio, e quando arriva l’altro col prosecco ci parla come se lo conoscesse da sempre: dote che le invidio più dell’altezza.Adesso non è il caso di essere scortese, e col tipo, fabrizio, ci chiacchiero in maniera normale. Ha capito che non sono io quella in cerca , ma che mi è toccato mio malgrado il ruolo di spalla. Mi chiede chi sia il bambino sul display del cellulare, dice che anche lui vorrebbe un figlio ma sua moglie ha qualche problema. Mi racconta del suo lavoro, io gli dico del mio; indica il mio giornale…” mi sa che la vediamo diversa”… “sì, il mondo è bello perché è vario” ( solita banalità)… ridiamo anche dei due piccioncini a fianco.Una persona gentile. Alla faccia della mia amica che mi ritiene incapace di parlare con quelli di destra.”dammi il numero del cellulare. Se mi libero, stasera ti porto in un locale che conosco”.Lo capisco l’amico, bada al sodo, d’altra parte lei gliel’ha praticamente detto in faccia. Classicamente, il tipo si è liberato e la mia amica, a leggere gli sms di questa mattina, viaggia ad almeno due palmi da terra.Già avvertita, non voglio ascoltare altri tragici resoconti.