Rosa Luxemburg

Post N° 336


”il 29 aprile 2003, dopo anni di polemiche sulle toghe rosse, sulle prove false, sul processo politico, arriva il verdetto di primo grado sui casi imi-sir e mondadori: gli avvocati previti, pacifico e acampora e i giudici squillante e metta vengono condannati per corruzione, cioè per aver compravenduto sentenze.( e non noccioline, come si suol dire). Il 5 agosto vengono depositate le motivazioni della sentenza, che parlano del più grave caso di corruzione della storia d’italia”.Davanti a un fatto così tutti i tg sono costretti a dare la notizia. Ma c’è subito pronto un provvidenziale diversivo, che permetterà ai tg di parlare d’altro.L’affare telekom serbia. Al tempo c’era il governo berlusca, che creò una commissione parlamentare d’inchiesta  per indagare sull’acquisto del 29percento della compagnia telefonica serba da parte della telecom italia, sulla congruità del prezzo pattuito col governo di belgrado, presieduto da milosevic, e sull’opportunità politica dell’operazione. Bisogna dirlo, fare affari con uno che faceva pulizia etnica è assolutamente indegno, l’ulivo sbagliò su tutta la linea. Sappiamo però che la commissione indagò su tutt’altro, l’obiettivo era dimostrare che fassino e prodi avessero preso tangenti direttamente da milosevic. Come scrisse guzzanti ( sempre lui), “52 miliardi sono finiti nel pozzo nero delle tangenti” . Notare come cambiano le espressioni a seconda dei protagonisti:  pozzo nero se si parla di fassino e prodi, accanimento giudiziario se si tratta del berlusca e compagnia). E continua:” ma questa è solo la punta dell’iceberg, esistono fortissimi e ottimi motivi per sospettare che il giro di denaro illecito sia molto più grande”. A sentir guzzanti ci sarebbero stati altri 40 miliardi spariti tra italia e serbia e che i miliardi pagati per l’affare ufficiale furono “trasportati a belgrado da atene non sotto forma di assegni circolari, ma in sacchi di iuta”.Sì, in sacchi di iuta. Immaginiamoci pure prodi e fassino andare da milosevic col sacco in spalla tipo babbo natale.Ma guzzanti non ha dubbi: “chi in italia sta traendo vantaggio da questo pozzo nero? Prodi, dini e fassino”A sostegno della sua tesi pubblica un’intervista del suo “supertestimone” ( l’ha definito lui così), tal “dottor favaro”, che sarebbe stato presente sul volo atene-belgrado sopra citato. Addirittura, sarebbe testimone oculare della consegna di tangenti a d’alema, e dichiara di possederne lui stesso una ricevuta.Tangenti con la ricevuta, chi ci crederebbe? Nessuno, a parte guzzanti e quelli della commisione che continuano a parlare del pozzo nero. Poi succede che tal dottor favaro viene arrestato per truffa: era un pluripregiudicato, una decina di condanne alle spalle e non era manco dottore. Nessuno si è curato di controllare, e ammettiamo che per una commissione parlamentare d’inchiesta la cosa è almeno strana.Ma, “morto un supertestimone se ne fa subito un altro”, come dice travaglio. Di igor marini ci ricordiamo tutti,anche perché i tg dell’epoca non parlavano d’altro. E dunque, questo sedicente conte polacco,anche lui con varie denunce per truffa alle spalle, comincia a cantare davanti alla commissione telekom serbia. Accusa prodi, d’alema, fassino, dini, rutelli, veltroni, mastella, bordon e quattro cardinali vaticani. Da notare che le sue dichiarazioni sono state raccolte in giro per i carceri: prima in svizzera dov’era stato arrestato per una vecchia truffa, poi a torino, recluso per altri raggiri.Per il presidente della commissione, trantino di an, non c’è problema: “il teste dice la verità. Igor marini sembra pico della mirandola per la sua memoria prodigiosa. Siamo in grado di dire che igor marini non è un collezionista di bufale come vuol far credere qualcuno”.Ha detto così, preciso.Ci metto anche la richiesta di arresto per prodi e d’alema formulata dall’on. avv. carlo taormina, il garantista. Per previti condannato in primo grado tutta la sua solidarietà, per d’alema e prodi nemmeno indagati vuole l’arresto.Ci pensano di nuovo i magistrati a mettere ordine, stavolta quelli di torino.Toghe rosse?Rosse o nere, hanno fatto il loro lavoro. Il supertestimone e conte polacco, in realtà viveva in una stamberga alla periferia di brescia e ed era un mitomane: si era spacciato per guardiano del santo sepolcro (!) e come amico intimo di papa wojtyla; millantava imprese solitarie su un’isola deserta ma non riusciva a pagare l’affitto. I magistrati l’hanno saputo parlando con le sue due ex mogli, semplicemente. Soprattutto, i magistrati scoprono che il finto conte polacco, italianissimo truffatore, non s’era mai occupato, manco di striscio, della questione telekom serbia.”così, la sproporzione fra le notizie false sparate quotidianamente e la smentita giudiziaria relegata in pochi e imbarazzanti servizi e durata solo un giorno, lascerà nell’opinione pubblica la sensazione che qualcosa di losco i capi dell’ulivo l’abbiano comunque fatta, e che magari le solite toghe rosse abbiano insabbiato uno scandalo scomodo per la sinistra”Della commissione telekom serbia non si saprà più nulla, concluse i suoi lavori in tutta fretta pochi mesi prima della fine della legislatura. Non si è più parlato delle tangenti prese da prodi, fassino e dini, nomi in codice:mortadella, cicogna e ranocchio. Che fantasia.Non si è più parlato di una calunnia costruita a tavolino dai politici dell’allora maggioranza, amplificata dalle televisioni e dai giornali governativi. Tutto come se nulla fosse accaduto.Intanto però, si è riusciti a parlare d’altro e a nascondere la condanna in primo grado dell’avvocato del berlusca, di un parlamentare, coinvolto nel  “più grave caso di corruzione della storia d’italia”.