Rosa Luxemburg

Post N° 353


Capisco l’euforia che suscita una piazza piena di gente che la pensa come me. Quando ero adolescente me ne innamorai subito, mi parevano poderose dimostrazioni di massa anche le manifestazioni studentesche, le prime alle quali partecipai. Più di un paio di migliaia mi sa che non si era mai, ma il fascino restava intatto.Uno dei primi ricordi è il corteo contro la legge di craxi che aboliva la “modica quantità”, rendendo semplicemente punibile il consumo. Siccome martelli, suo ministro e delfino, era stato beccato in kenya col fumo, la colonna sonora della manifestazione fu una sola, sulle note di guantanamera:” faaatte ‘na canna… martelli fatte ‘na canna… fatte ‘na caaaaaanna…martelli fatte ‘na caaaaannnaaa”Ho memoria di arafat a piazza 4 novembre, sarà stato il 1989, 1990. Lì non c’era dubbio, tutto il centro era stracolmo, e la preparazione all’evento fu una sorta di corso intensivo. Studenti israeliani e palestinesi venivano in sede a parlare, la cosa che mi confonde è che ricordo fossero d’accordo, ma che tempi erano?; proiezioni, libri consigliati, fotografie…facesse ancora queste cose il mio (ex) partito, chissà, forse… mahLa poderosa dimostrazione di massa fu quella del 1994, sciopero generale contro la finanziaria del berlusca. Altro non ce n’è. Tre sindacati, tre piazze, i manifestanti deviati a seconda della provenienza verso una di queste. All’umbria toccò piazza del popolo, ci sarebbe stato d’antona a parlare e fui delusa, perché volevo andare in piazza san giovanni a sentire cofferati. Ma tanto, in piazza del popolo non ci sono mai arrivata, si sentivano in sottofondo solo gli applausi. Si parlò di milioni di persone, di certo se  piazza san giovanni ne contiene uno, allora eravamo almeno tre milioni. Almeno. ” tre milioni di lavoratori hanno scelto di farsi una scampagnata, gli altri diciotto hanno lavorato” disse più o meno il berlusca. A parte che era sabato, ma si capisce che al berlusca non gliene importava una cippa se roma era piena di gente contro la sua finanziaria. Anzi, contava di più la maggioranza che non ha partecipato.Meno male che io non mi sogno di usare questi argomenti a proposito di un paio di manifestazioni di destra, se no sarei la solita comunista che vuole soffocare la voce della piazza. Certo, ascoltare al tg tanti rappresentanti vip dell’opposizione dire che… “ e adesso il discorso sui dico è chiuso”… della serie, adesso zitti e rassegnati. Ma via, avete sempre sottovalutato, sminuito e sbeffeggiato le nostre manifestazioni, e mò che ne fate pure voi ci dobbiamo mettere tutti in riga?Ma io sono una romantica, e ai numeri preferisco le idee.Due sono le mie più belle manifestazioni.Una a terni, per uno sciopero generale regionale nel 1996. Tutto il comparto dell’acciaio ternano rischiava di andare a capofitto, si era alla compravendita con la multinazionale tedesca e i piani di riorganizzazione aziendale, semplicemente, prevedano che l’unico polo dell’acciaio italiano, all’avanguardia e redditizio, venisse smantellato. Stando al piano si sarebbe conservata la classica rappresentanza di mestiere.Terni è piccola, ma quel giorno sembrava una metropoli: delegazioni di lavoratori da tutta la regione, c’era anche quella della pasticceria sandri di perugia, uno di quei posti dove paghi due euro un pasticcino perché intanto guardi gli affreschi del locale. Ho avuto l’onore di reggere per un tratto un lembo dello striscione iniziale, quello dei lavoratori fiom città di terni. Quello di chi sa cosa significa sudarsi il da mangiare, quello che di chi fa turni di lavoro che non augureresti al tuo peggior nemico, quello di chi lavora  e anche troppo, perché alle acciaierie non si sgarra.Poi io, che ho un papà metalmeccanico, mi ci potevo solo buttare col cuore, che lo so che vuol dire LAVORARE.L’altra a roma, era contro la parificazione delle scuole private voluta dal governo d’alema.Stavo nella sinistra giovanile, il mio ex era segretario regionale dei giovani sinistri dell’umbria e il suo migliore amico rappresentante nazionale degli studenti. La linea del partito era quella di non disturbare, che poi si vedrà. Però ci sembrava un po’ stonato aspettare solo perché a dare i soldi alle scuole dei preti era il nostro partito.Ci fu una telefonata tra il mio ex e l’allora segretario nazionale della sinistra giovanile, tal peluffo vincenzo.Quest’ultimo, sapendo che ci stavamo organizzando per essere a roma, lo minacciò di mettergli contro il segretario regionale dei ds, così sei finito, più o meno.” per quanto mi riguarda puoi mettermi contro anche la mì mamma” fu la risposta.A roma, quel giorno, c’erano due federazioni regionali della sinistra giovanile: umbria e toscana.Abbiamo portato le nostre bandiere e abbiamo preso tutti gli insulti del caso, chè mica è stato facile sfilare lì in mezzo. E ancora non digerisco che ad aprire il dibattito, al tempo, sia stato la malfa.Capito?… queste cose le abbiamo lasciate dire anche a la malfa.Poi con i compagni toscani ci siamo abbracciati, e abbiamo cantato, sempre sulle note di guantanamera:”cooommissariati… noi siamo commissariati… commissariaaaaaatiii… noi siamo commmissariaaaaaati”