Rosa Luxemburg

Post N° 358


Io lo so che la mia vicina di casa ha cambiato lavoro, perché ormai siamo diventate amiche e tra amiche le cose si dicono. So anche che non vuole che altra gente del palazzo lo sappia, in particolare quelli che stanno al pianterreno, gente che, detto chiaramente, campa coi cazzi degli altri. Già quando vennero ad abitarci certi atteggiamenti mi infastidirono subito: torno il sabato dopo le una, sono senza figlio, e immancabilmente dopo un minuto che sono rientrata suona il campanello. Scendi per un caffè?Le prime volte mi sottraevo gentilmente, con la porta socchiusa perché non so voi, ma io la prima cosa che faccio quando rientro in casa mi spoglio. Poi ho cominciato a togliere la suoneria del campanello, sicura che avrebbe capito. E lei bussava con le nocche. Io non aprivo perché per me era chiaro che dormissi, ma una volta è successo che mi ha sentita da sotto parlare - ero al telefono, ma forse lei ha pensato che parlassi con me stessa - e mi ha chiamata dal terrazzo. Un giorno, finalmente, le ho detto che io a casa ci sto molto poco e quando ci sono vorrei essere lasciata tranquilla. Senza offesa, dico. Invece si è offesa, e me l’ha dette tutte, comprese quelle che aveva in serbo per gli altri condomini. Siamo un palazzo moderno, ben tre mamme separate con figli, due ragazze e un ragazzo che vivono soli, e solo tre famiglie benedette. Di queste ultime solo lei, quella che vorrebbe preparare il caffè per tutti, è l’unica donna che non lavora, e immagino anche la sua tristezza quando la mattina rimane letteralmente sola dentro il palazzo. C’ha una casa poco più grande della mia e la rovescia come un calzino tutti i giorni, fumando una sigaretta ogni dieci minuti. Che sia una tabagista all’ultimo stadio lo vedo dalla quantità di mozziconi che trovo sotto il tunnel dei garagi quando rientro la sera.Che questa cosa ho sempre pensato che prima o poi gliela dico, visto che rompe sempre le balle perché trova peli e peluzzi sul pavimento del suo balcone perimetrale. Classico comportamento: a casa mia no, nel resto del mondo sì. Dicevo che si è offesa, e tra un giudizio sulle donne separate, un altro sui perugini chè lei c’ha un sacco di parenti al nord e mi garantisce che gente scostante come noi non l’ha mai trovata, e una cosa su quanto siano tutti amici e generosi in calabria, appena ho potuto le ho suggerito di andare a verona da suo fratello o di tornarsene al suo paese. Voglio dire, se qui ti fa schifo…Apriti cielo. Ma chi mi credo di essere?!…razzista!…sono una poveraccia, il marito mi ha abbandonata ( disse proprio così, abbandonata), con la minaccia finale di non provare a fare il minimo rumore dentro casa, altrimenti…Altrimenti mi fai sparare da tuo marito? No, perché ancora non mi è andata giù la storia del gazebo piazzato a venti centimetri dal davanzale della camera di mio figlio, che se uno ci sale su si trova con la faccia dentro la stanza, e alla fine ho lasciato fare per quieto vivere; ancora meno ho digerito la rassicurazione di tuo marito, che a sentir lui dove ci stanno i calabresi non si avvicina nessuno; e a dirla tutta ne ho piene le palle anche della storia del fucile, a voi sembrerà ganzo, ma a me pare roba da trogloditi.Tutto questo sul pianerottolo, lei rientra e sbatte la porta e da allora, vivaddio, buongiorno e buonasera. Stasera succede che lei mi chiama dal terrazzo quando sente che scendo per mettere la macchina in garage, e mi chiede se Elisabetta, la mia vicina, stia bene. Sarò maligna, ma ho annusato subito la voglia di farsi i fatti altrui, quindi ho risposto laconica…”non ne ho idea”. Beh sai, vedo che adesso rientra sempre tardi, spesso non ha i bambini e insomma, mi preoccupavo. Come no. E come no. Dopo due anni mi riparli come se avessimo cenato insieme la sera prima, ma io cara la mia pettegola non so niente, anzi, “non ne ho idea”, come ho ripetuto più volte.Avrei anche voluto dire che è stata invadente con questa sua richiesta di informazioni, ma tanto parlare col muro sarebbe stato uguale. Esiste gente che campa per infastidire gli altri, che prova a piacere a soffiare sul collo di tanto in tanto, della serie ci sono sempre, non pensare che mi sia dimenticato di te.Ed è esatta l’immagine che anni fa si diede dei blog su libero, quando tutto sommato si era in pochi:un condominio.C’è sempre il rompiballe pettegolo e che si crede meglio di tutti che viene a disturbare pure quando gli hai detto chiaro che in casa tua vuoi stare tranquilla.Anzi, più glielo dici, più è invadente. Credevo fosse un meccanismo comune quello di allontanarsi da un posto dove ti dicono chiaramente di non essere gradito per un sacco di ragioni. Invece il condomino frustrato e con tanta  voglia di essere protagonista, non manca mai dire la sua. Chissà cosa gli fa pensare che in casa d’altri sia lecito fare tutto quel che non sopporta in casa sua?Mi sono stufata di questi suresh che non spiccicano altro che no-tav, no-qui, no-lì, no-su, no-giù, e te lo ripetono con gli insulti personali, perché a questi suresh piace insultare la persona, giudicare, e riderci un pochino su.A meno che tu non sia d’accordo con gli suresh, allora sarà tutto e solo un peana.Ma quando sono offesi gli suresh, oddio, fanno come la signora del pianterreno, attenzione che ti rendo difficile la vita.Francamente, ho già un bambino da badare e quando ho intenzione di fargli capire che adesso basta, lo capisce. E non ha manco otto anni, non è invadente e non mi insulta.Credo sia anche una questione di buona creanza, alla fine.