Rosa Luxemburg

Post N° 371


Parlo con cognizione di causa quando dico che i libri scolastici sono una truffa. Ogni anno, le vere novità editoriali si contano sulle dita di due mani, nonostante i cataloghi delle case editrici siano pieni di gigantesche scritte… NOVITA’!!. Ma quale novità, è lo stesso libro con un titolo diverso, una nuova copertina e qualche pagina in più. Gli esempi sono incommensurabili. Un libro di tecnica per la scuola media spacciato per novità e molto adottato quest’anno(edizioni lattes, per la cronaca), che figura come nuova adozione nella lista dei libri da acquistare, in realtà è spiccicato a quello vecchio, che si chiamava “educazione tecnica”. Solo che questo si intitola “tecnologia oggi”, ha il cd rom, una bella copertina e costa quasi cinque euro in più. Dentro è uguale a quello di prima, garantisco. Dicasi lo stesso per un libro di arte e immagine ( la vecchia educazione artistica, cambia il nome ma la materia è sempre quella) di una casa editrice distribuita dalla libreria dove lavoro. E’ toccato pure a me illustrare il libro ai professori e decantarne le qualità, secondo un preciso copione: loro si mostrano interessati a quella che sanno benissimo non essere una novità, io cerco di limitare i danni puntando sulle dieci/venti pagine aggiunte.Questi giochetti si fanno soprattutto con i testi triennali delle scuole medie. E’ vero che un libro di tecnica si compra una volta sola, ma le ore di lezione sono poche e il prof ha minimo cinque/sei sezioni, che moltiplicato per una media di 25 studenti, fanno tante copie vendute. Bisogna dirlo, alcuni professori si preoccupano dei costi, specie quando le famiglie con più figli potrebbero riutilizzare i testi di quelli grandi. Parlare, alla scuola media, di aggiornamenti su materie come tecnologia, arte e immagine, musica, scienze motorie ( il libro di scienze motorie comprato e mai usato, questa l’ho sentita mille volte) è semplicemente assurdo. Molto spesso non finiscono il libro, molto spesso lo utilizzano neanche per metà perché il prof preferisce lavorare sui suoi appunti ma deve per forza indicare un testo da acquistare.Però alle medie c’è un tetto di spesa stabilito dal ministero, leggo sui giornali. Meno male, verrebbe da dire.Peccato che sia facilissimo non rispettarlo, per esempio indicando come consigliati testi che invece vanno comprati. La narrativa di italiano è un classico del programma, eppure su molte liste scolastiche è consigliata. Lo stesso dicasi per il libro di civiltà inglese, o per quello di informatica. O per quello di latino, che si usa quasi sempre in terza media, però te lo fanno comprare in prima. Qualche prof che capisce le cose lo fa comprare in terza media solo a quelli che hanno intenzione di andare al liceo, e organizza lezioncine pomeridiane, a scuola.Per non dire dei professori che per le vacanze estive fanno comprare un testo da usare durante l’anno, perché era proprio impossibile metterlo in lista.Fino alle medie almeno una parvenza di tetto di spesa esiste. Dopo c’è la giungla. O il libero mercato, a seconda di chi parla.Ci sono sezioni dei licei classico e scientifico che sfiorano i seicento euro. Senza contare i dizionari di latino, di greco e di inglese, circa settanta/ottanta euro l’uno. Quasi uno stipendio, se penso a me. Però si può chiedere il rimborso al comune, che sarà proporzionato al reddito dichiarato. Qui siamo nel paese delle favole. Quando spiego a chi mi chiede informazioni che non esistono finanziamenti ma solo rimborsi, mi guardano strabiliati. Lo so, è dura capire che la legge ti chiede di spendere soldi che non hai… però poi te li restituisce eh! In parte, sia chiaro. E sempre che tu abbia una dichiarazione dei redditi da mostrare, perché se lavori in nero devi arrangiarti.Come fa chi non ha i trecento euro per i libri della scuola media e i minimo quattrocento per quelli della scuola superiore?Si ingegna. Da noi sono tanti quelli che ritirano due/tre libri per volta, a cominciare da giugno. Così spalmano le spese nel tempo a disposizione, e qualche libro lo ritirano a scuola iniziata. Molti cercano libri usati, e qualcuno fa ancora le fotocopie.Il ministro fioroni ha annunciato solennemente al meeting di cl la parità economica per le scuole superiori private. Da la repubblica.” quando sono arrivato al ministero ho scoperto che i 500 milioni previsti dalla legge 62 erano stati tagliati. Mancavano 166 milioni. Sono riuscito a ripristinarli, nell’ultima finanziaria. Con il decreto dell’8 luglio si è precisato il loro uso: non vanno dati alle scuole che cercano il profitto ma solo a quelle no profit. E a differenza del passato, oltre alle elementari e alle medie, i soldi andranno anche alle superiori. E senza il passaggio nelle commissioni parlamentari, previsto per le grandi aziende private”.Applausi dei ragazzi ciellini, e viva la libertà, qualcuno grida.Libertà?! …la libertà è poter studiare nei costosi licei privati foraggiati dallo stato?Tipo il don bosco qui a perugia, ovviamente un istituto di istruzione no profit, visto che è dei preti. Sarei curiosa di sapere quanti degli studenti iscritti usufruiscono del rimborso per la spesa dei libri previsto dalla legge.Mi pare di capire che per il ministro dell’istruzione la scuola pubblica va bene così com’è, visto che si prodiga tanto per quella privata.