Rosa Luxemburg

Post N° 387


Ieri  mattina al lavoro ho detto:” non vedo l’ora che arrivi domani, mio figlio va al carnevale col papà e io mi posso rilassare e pensare solo a me”A guardarmi storto e a fare “mah”, “MAH”, sempre più forte, è stato l’unico collega uomo.Gli chiedo se ha qualcosa da dire, e allora sì, un po’ sbotta:” io ‘ste cose non le posso sentire, una mamma che non vede l’ora di stare senza il figlio”.Una mamma. Invece un papà che da svariati mesi passa il fine settimana a cacciare, dalle cinque della mattina alle quattro del pomeriggio, poi va a letto perché è stanco di aver giocato con i fucili e sua figlia la rivede praticamente il lunedì, invece eh, ‘ste cose si possono sentire. Tua moglie è una santa, caro mio.Mi dici quando è stata l’ultima volta che hai portato DA SOLO tua figlia da qualche parte?Ha risposto chiedendomi che cazzo c’entra. Eh già, per spupazzare i figli ci sono le mamme, l’hanno inventate apposta. Un altro compagno maschio dalle ampie vedute.Ieri, per esempio, ero molto contenta di andare a pranzo nel locale della mamma di un compagno di ettore.E’ entrata nella gestione di un ristorante marocchino, lei che è greca, e così il posto è diventato un po’ un luogo di esperimenti. Si mangia benissimo, ho scelto un cuscus con agnello e verdure e ci ho messo anche la salsa allo yogurt, che prima faceva il titolare marocchino, ma che adesso fa lei perchè essendo greca sullo yogurt non sente discussioni.  Si son fatte le tre del pomeriggio e fosse dipeso da me sarei andata a fare un po’ di spesa e poi via a casa, almeno per sistemare il grosso del disordine.Invece ettore e l’amichetto non ne volevano sapere di separarsi e a mio figlio è venuta la geniale idea di prendere il minimetrò col suo amico che ancora non ci è stato. Capisco che farei un favore alla sua mamma, che sta lavorando e col bambino lì combina poco, e mi dico che tutto sommato si può fare perché la stazione più vicina è a cinquanta metri. Per dire, senza minimetrò col cavolo che pigliavo la macchina e li portavo in centro.Siccome non saliamo da uno dei capolinea la navetta è già abbastanza piena, ma so che loro vogliono stare davanti per guardare bene i binari e il panorama. Consiglio di aspettare la prossima, magari è più vuota. NOOOOO!!! VOGLIAMO SALIRE ADESSOOOO!!Faccio presente che la prossima è già in dirittura d’arrivo, è questione di un minuto, porcaccialamiseria.… mentre mentalmente impreco loro salgono con un salto all’unisono, mi pare pure che la navetta abbia traballato.Faccio giusto in tempo a salire anche io, ma già si sono posizionati davanti, immagino calpestando i piedi delle persone che c’erano prima. Lo immagino perché dette persone mi guardano male.Mi avvicino e li prendo per i cappucci dei giacchetti, li tiro forte e gli scandisco bene nelle orecchie che se continuano così al capolinea si fa subito retromarcia. Qualcosina ho ottenuto, ammetto, si sono limitati a commentare ad alta voce ogni singolo centimetro di tragitto, ma stando fermi.Appena scesi reclamano la merenda e naturalmente è inutile che io gli ricordi il pranzo appena consumato.Siamo in centro e si mangia il gelato, anche se piove e c’abbiamo solo un ombrello.Sfido a discuterci.Li porto a prendere il gelato, dieci minuti per scegliere i gusti.Mentre loro sleccano e parlottano, passiamo davanti alla galleria nazionale dell’umbria, e stavolta l’idea geniale viene a me.”che ne dite di andare a vedere i dipinti del pintoricchio? È uno dei più bravi pittori mai esistiti e”…NOOOOO!! BLEAH!!! BUUUUHHH!!Neanche insisto, non mi va di pagare il biglietto per sentire dietro la lagna continua…”andiamo?”…”quando andiamo?”Il loro divertimento è stato posizionarsi davanti alla fontana maggiore per prendere gli schizzi d’acqua in faccia e a quel punto ho requisito l’ombrello, che gli avevo dato per non farli bagnare.Ah! Mio figlio ha voluto accendere una candela in cattedrale, che l’ho guardato come se fosse un alieno. Devono essere i primi risultati della sua partecipazione alle ore di religione cattolica a scuola, altrimenti non me lo spiego. Riprendiamo il minimetrò che sono quasi le cinque e ancora devo fare la spesa.Naturalmente la coop più vicina è affollatissima e usciamo che sono le sei. Siamo a casa alle sei e venti, giusto il tempo di mettere a posto la spesa e mio figlio mi fa:”che facciamo? Invitiamo qualcuno a cena?”Senti carino, adesso mi faccio una doccia in santissima pace e tu ti metti a fare grammatica per martedì, chiaro?E’ chiaro, solo che entra in bagno dieci volte per chiedermi se avevo giocato è trapassato remoto o trapassato prossimo, come cavolo si coniuga bere al passato remoto, e praticamente faccio la doccia e i compiti insieme.Siamo arrivati alle sette e mezza, metto due pizze congelate in forno e si lamenta della cena, perché a pranzo non ha mangiato la pasta ma il kebab, e quindi secondo lui avrei dovuto fare la pasta. Discussione sul tema, lo invito a cuocersela da solo e alla fine mangia la pizza e i crostini con mozzarella e prosciutto crudo. Non credo ci sia nulla da obiettare a una cena come questa.Poi telefona mattia, come quasi ogni sera, e passano quella mezz’oretta al telefono parlando di compiti e roba varia. Io finalmente riesco a guardare un telegiornale senza interruzioni.Più o meno ce la faccio a convincerlo ad andare a letto presto, perché tra la doccia che ha fatto, i capelli da asciugare, i denti da lavare, e i fumetti da leggere, sono le dieci e mezza, e io voglio assolutamente fare una telefonata in tranquillità.Stamattina alle sette mi ha chiamata annunciandomi che gli scappava la pipì. Conosco il mio pollo, se si alza alle sette per fare la pipì non si riaddormenta. E siccome almeno per me è domenica mattina e voglio dormire, e lui lo sa, gli chiedo per favore di stare buono e lasciarmi riposare. Che lo fa eh, solo che ogni tanto mi viene a dire qualcosa: non riesco ad accendere il fornello, e va bene, era chiuso il rubinetto del gas; non trovo i choco pops, non li trovi perché ieri ci siamo dimenticati di comprarli; sono riuscito a sbloccare due personaggi di dragon ball sul gioco del nintendo, e già non me ne frega niente in generale, figuriamoci alle otto di una domenica mattina.E’ così disdicevole se, quando alle una è arrivato il suo papà, ho tirato un sospiro di sollievo?