Rosa Luxemburg

Post N° 402


Quando ho iniziato a lavorare in libreria, dopo un mese di prova, il capo mi fece un contratto a progetto, spiegandomi senza tanti giri di parole che gli conveniva. Ripeto: non è che non fosse sicuro di me e che volesse attendere prima di farmi un contratto di lavoro umano, semplicemente aveva ( ed ha) a disposizione forme di rapporti di lavoro regolate dalla legge che gli permettono di risparmiare. E lui le usa. A parte lo stipendio, che non si può nemmeno chiamare così, visto che il contratto che mi fece prevedeva un compenso annuo che poi tra di noi dividevamo mensilmente, e che comunque era più basso di quel che prendo ora, ebbene, le cose stavano così: contributi pari al 19percento del suddetto compenso annuo, quindi una miseria; niente ferie, nel senso che quando ad agosto la libreria chiuse per 22 giorni io venni pagata per i restanti lavorativi; niente malattia, quindi se avevo la febbre o dovevo andare dal dentista, o mi sforzavo e lavoravo lo stesso, oppure i giorni di assenza mi venivano detratti dal compenso mensile. Sperando sempre che non mi venisse qualcosa di serio; in teoria non avevo nemmeno diritto alle festività, ma qui fui io a convincerlo, ammetto senza tanta fatica, che non poteva togliermi il compenso del primo maggio quando la libreria è chiusa e gli altri vengono pagati.Il tutto per 40 ore la settimana, per lavorare la domenica durante il natale e per stare sempre fuori casa e poco col figlio. Naturalmente la situazione mi pesava, c’erano giorni che entravo in libreria e avrei voluto spaccare tutti gli scaffali, altri che il solo pensiero di tirarmi su dal letto mi faceva venire il mal di testa. Sarò esagerata io, ma la vivevo come una condizione di sfruttamento perfetto, specie perché vedevo che al lavoro non mi venivano lesinate responsabilità, come quella della cassa, per esempio. Dissi al capo, guarda che se mancano soldi la colpa è di quelli che hanno l’indennità di cassa, sia chiaro.Alla scadenza del contratto decisi di anticiparlo. O mi fai un contratto di lavoro che mi permetta anche di vivere, o… boh, non lo sapevo nemmeno io. Cercare un altro lavoro, certo, ma intanto chiedere aiuto ai genitori e con addosso un senso di sconfitta. Ricordo di avergli detto: se mio figlio ha bisogno di andare dal pediatra voglio portarcelo io e non delegare sempre la nonna; se ha la febbre a 40 voglio restare a casa con lui invece che trasportarlo in macchina vestito come un eschimese; e se sono io a beccarmi le placche alla gola e febbre alta, come successe, vorrei poter restare al calduccio un paio di giorni senza vedermi decurtato il compenso. Tuo nipote quando ha preso la polmonite è stato a casa con la mamma che lavora in comune, e penso che per te sia stato assolutamente normale.Vero, tutto sommato sono stata fortunata. Lui aveva bisogno di una persona affidabile, diciamo così, e poi gli piacque il mio modo di farmi avanti. Insomma, non l’avessi fatto starei ancora con quel contratto di merda.Dal demonologo ho detto che sono favorevole all’abolizione della legge 30 sul lavoro e ho votato il partito che senza “ma anche” l’ha detto chiaro. Ho aggiunto anche un altro paio di cose, per la verità: la reintroduzione della tassa sulle successioni e soprattutto sulle donazioni, con un tetto ovviamente; e la tassazione dei patrimoni oltremodo ricchi. Così che la gente che campa di rendita dia un contributo vero alla crescita della società.Quando leggo che a sinistra si predilige l’aspetto culturale, intellettuale, mi viene da ridere. Mai ho votato in maniera così materiale.Eppure il dem mi dice che le mie posizioni  “ presuppongono un sostrato ideologico, senza il quale fatalmente cadi nel qualunquismo”. Non è vero, caro dem. Le mie posizioni sono un prodotto del vissuto che, insieme alla storia, è il migliore maestro di vita. Sul qualunquismo, parolone usato perlopiù alla sprovvista, ne avrei da dire. Un esempio soltanto:non c’è nulla di più qualunquista che sostenere e credere che gli immigrati portino insicurezza. Eppure è il messaggio che sta passando in questi giorni. Questa faccenda ha davvero un ottimo “sostrato ideologico” vista la visibilità unilaterale di cui sta godendo.Mesi fa, in un comune della mia regione, un marito italiano ha ucciso con le botte la moglie incinta di otto mesi, e davanti ai figli che hanno visto scorrere il sangue della madre. Non credo che simbolicamente possa accadere un crimine peggiore. Eppure la notizia è andata scemando senza che calderoli annunciasse una proposta di legge per difendere le donne italiane dai loro mariti italiani.Non è che, per via di questo “sostrato ideologico”, finiamo per ritenere pericoloso soltanto quello che viene da fuori e diamo per scontato che in casa nostra le brutture siano fisiologiche?!E non è qualunquismo pretendere che le persone che lavorano lo possano fare con tutti i diritti. Ma ho visto che adesso è in voga sparare sui sindacati, l’altra casta. Pare che non abbiano fatto nulla per questo paese, pare addirittura che se non ci fossero i sindacati sarebbe meglio.Bene. Rimettiamoci alle singole volontà dei capi e speriamo che quel giorno siano di ottimo umore. Ps: senza i sindacati mia mamma non avrebbe mai ottenuto la cassa integrazione, e in una famiglia di operai col mutuo della casa da pagare era tanto importante ottenerla. Senza tutela sindacale sarebbe rimasta a piedi.