Rosa Luxemburg

Post N° 429


Pare che la figlia del capo, quella che qualche post fa si è separata dopo manco un anno di matrimonio, si stia dando alla pazza gioia, e non con uno fisso. Siccome il mio collega ha notato i ragazzi che la vengono a trovare in libreria, si è lasciato andare a commenti classicamente maschilisti.Dal “ si è consolata presto, secondo me tradiva il marito”, “se fa così dimostra che non gliene frega niente della separazione”, fino al “ fossi l’su babbo la piglierei a schiaffi”.Che una separata dal marito possa non essere dispiaciuta e/o addirittura contenta non gli viene in mente; che una ventinovenne di fatto single abbia una vita sessuale e se la gestisca come le pare, lo stesso. Cominciano le domande a rinfaccio. io: magari il suo ex starà facendo uguale. “sta brutto” anche nel suo caso?lui: non lo puoi sapere, e comunque sì, condannerei anche lui.io: bugiardo, lo dici per accomodare la discussione.lui: non è vero, lo dico perché io a certe cose ci tengo, sarò antico ma prima di mandare all’aria un matrimonio mi prenderei tutto il tempo possibile, anche quello della separazione.Lo guardo fisso negli occhi e capisce di aver detto una cazzata. Ci sono altre due colleghe insieme a noi e quindi non posso dirlo, ma sa che è come se lo avessi fatto. Mi ha raccontato lui, sfegatato cacciatore, che qualche volta dice alla moglie di partire la sera per andare a caccia e invece non ci va; con lo sguardo gli ho detto che sua moglie non gli darebbe il tempo di fare le valigie, altro che quello della separazione.Hai capito l’uomo dai radicati valori familiari: si permette di giudicare una che il marito non ce l’ha più e di certo non deve rendere conto a nessuno, mentre le sue scopate ogni tanto e sempre con la stessa, bah…Quando ero (più) giovane, c’è stato un periodo durante il quale fui…diciamo così… abbastanza chiacchierata.Anche dentro il partito. E non sono mancati compagni che hanno tentato di sedurmi per via della fama che mi avevano appiccicato: ci stavo, con tutti.Ed ecco invece la differenza tra me, che non avevo una relazione, non ero innamorata e sceglievo di fare sesso come e quanto mi pareva, e loro, che magari non avevano pensato mai di scoparmi, però se ne dicevano tante sulla mia generosità, e quindi perché non provare?!A uno particolarmente insistente chiesi centomilalire, perché la carità è un concetto che non mi appartiene.Ne fu disgustato, eppure sono ancora convinta di non essere scesa al suo livello.Ricordo che gran parte delle dicerie erano dovute a una vicenda. Avevo vent’anni ed ero tremendamente attratta da un ragazzo poco più grande di me, e lui non mi si filava. Sapeva chi ero, sapeva che gli stavo dietro ma sarebbe meglio dire lo tampinavo, sapeva – me l’ha detto lui un paio d’anni dopo- che ero io che telefonavo a casa sua e facevo i complimenti alla madre per la bellezza del figlio ( ebbene sì).Succede che vengo a sapere che un compagno dell’allora sinistra giovanile conosce bene il mio idolo, sono addirittura coinquilini. Lo prego, lo supplico e straprego, di metterci una parolina per me, e anche di esagerare un po’ su quanto valga la pena conoscermi.Inutile dire che ero in tensione come un imputato che aspetta la sentenza.Il successivo sabato pomeriggio, giorno di riunione, la faccia del compagno ambasciatore non prometteva nulla di buono, e quasi mi evitava. Figuriamoci, io volevo comunque sapere.”guarda, è meglio che te lo scordi, è soltanto uno stronzo””dimmi che ha detto, sopravviverò” ”beh…dice che esce con te a patto che gliela dai. … che schifo eh?”Schifo?!… MA VA BENISSIMO!!… diglielo. È perfetto.La faccia del compagno ambasciatore divenne allibita, non aveva capito che gli istinti erano miei e che tra l’altro contavo, una volta trovatami lì con lui, di tirare fuori il meglio di me. Io questo qui lo volevo assolutamente scopare, baciare, toccare, leccare, mica andarci a cena o al cinema. Soltanto tra le amiche e le compagne trovai pieno appoggio, e quante se ne dicevano sui comunisti maschi che consideravano la distribuzione dei preservativi un atto simbolico.Perché non li usiamo con loro, era il ritornello.Il compagno ambasciatore, un tempo schifato, fu poi uno di quelli che ci provò con me. Descrisse la mia disponibilità come universale, anche se io e lui ci eravamo al massimo dati un bacino sulla guancia come saluto. E ancora oggi, piuttosto che fare sesso con lui preferisco vomitare una notte intera.Eppure, per tante conoscenze, io e lui, oh beh, ne dovremmo aver fatte di belle a letto.Lui lo ha detto ed è vero, io l’ho negato ma per pudore.Ps: poi, un paio d’anni dopo a un pub, il mio idolo si avvicinò per chiedermi un sorso di birra, si mise seduto accanto a me sulla panca, io non ero più capace di collegare il cervello con le mani e al posto del bicchiere gli passai il pacchetto di sigarette, lui rise piano e mi toccò i capelli girandoli sulle sue dita… … e io mi sono resa conto che non era quello il momento di svenire.” ma dimmi s., vale ancora quella proposta?”