Rosa Luxemburg

Post N° 433


Ieri mattina quel rompiballe del mio vicino che abita il pianoterra ha avuto un incidente proprio sotto casa. E’ una sua insopportabile abitudine quella di uscire a tutto gas dal tunnel dei garage e siccome si imbocca subito una curva cieca e la strada, anche se pochissimo trafficata, è stretta e a doppio senso, sarebbe sano andare piano e assicurarsi che non arrivi nessuno. Io lo faccio sempre, per esempio; lui invece se n’è sempre fregato, ma scommetto che adesso  piglierà la curva a due chilometri all’ora, una volta fatta aggiustare la macchina e pagati i danni procurati. Tanto bene stava arrivando la signora che abita la casa singola sotto il nostro palazzo, c’ha settant’anni ed è riconoscibile per il rumore che fa la sua punto quando sale, perché il motore gira a mille ma lei la seconda non la mette. Insomma, lui ha cercato di evitarla ma con quella specie di suv l’ha presa comunque in pieno dalla parte del guidatore, in più è andato a schiantarsi sulla ringhiera di casa della signora, abbattendone un bel pezzo per finire con mezza macchina praticamente nel cortiletto di casa.Una botta fragorosa, non c’è che dire, e d’istinto mi sono affacciata. Poi visto il casino mi sono ritirata ma ho continuato ad ascoltare il seguito. Con gusto, ammetto. Irriferibili le parole che la settantenne ha sbraitato addosso al mio vicino, è stata bravissima, appena posso le offro un caffè. Lui, a quanto ho sentito, si lamentava per il male al collo… La mia vicina di pianerottolo dice che ha rischiato di farsi molto male, e tutti quei danni… le dispiace.A me per niente, ribatto.”ma che stronza, certe cose vanno al di là dei battibecchi condominiali, via”Ecco, non sopporto questo tipo d’atteggiamento, che pare ti debba obbligatoriamente dispiacere se uno che conosci appena ha un problema. Che poi, io potrei dire di conoscerlo molto bene anche se non sono mai stata a cena a casa sua. E’ uno stracciacazzi senza confine, l’ultima per quanto mi riguarda è di sabato scorso: ha suonato alle dieci di sera per protestare contro il rumore, alle dieci di sabato sera; eravamo quattro adulti a cena e stavamo parlando normalmente, ma siccome avevo il finestrone spalancato dice che da sotto si sentiva tutto. Mi ha dato man forte una mia amica, che si è rammaricata per i tristi sabati sera di lui, passati ad ascoltare quel che si dice al piano di sopra. Se ne è andato a culo dritto e blaterando non so cosa.E’ uno così, che si lamenta dei peli che cascano sul suo terrazzo perimetrale, dei rumori ad orari normali ( ma il figlio grande può sgasare quanto vuole quel cazzo di kart pure alle due del giorno, per non dire delle telefonate in giardino, che sembrano fatte apposta per tenere informato tutto il quartiere), e di puzze non meglio identificate provenienti dall’interno del palazzo. Ci tengo che casa mia non venga presa per una pattumiera, quindi qualche mese fa gli dissi che faceva meglio a sporgere denuncia all’ufficio d’igiene, specificando che la puzza la sentono soltanto lui e sua moglie. Perché poi l’ispezione si paga e io, la mia vicina e un paio d’altri che hanno sentito il dovere di esprimersi, abbiamo detto in coro che di puzza non ce n’è. E lui se ne andò a culo dritto anche allora, e di puzza non si è più parlato.Dicessi che sono dispiaciuta per l’incidente che gli è capitato, sarei ipocrita. E viceversa lui proverebbe lo stesso menefreghismo.Ma c’è di più. Io sono pure contenta, ben ti sta, rompicoglioni. E a dirla tutta ma proprio tutta, pure se si fosse fatto parecchio male non avrei sentito il bisogno di dispiacermi.Mi dicono che alcune mie posizioni sono il prodotto della cultura cattolica che vive in tutti noi. Concetto esemplare per questo paese, e comodo, così con una categoria ci si sbarazza dei più diversi modi di sentire.In teoria, però, dovrei essere sinceramente dispiaciuta per il guaio capitato al mio vicino, o comunque dispiacermi nel caso si faccia male. Invece no, e dovessi dirla tutta non credo freghi niente manco alla mia vicina, che non lo sopporta quanto me ma sente il dovere di fare la parte.Però se difendo, diciamo così, chi rovista nei cassonetti lo faccio per un retaggio cattolico del quale sarei addirittura inconsapevole.Eppure giurerei che il sentimento che mi porta a difendere quelli piegati sulla nostra immondizia è molto classico: è quello che umanamente ti fa schierare coi deboli quando i forti vogliono fare i gradassi, o quello che in un litigio tra bambini ti porta a prendere le parti del più piccolo. Credo c’entri il senso di giustizia piuttosto che un imprecisato spirito cattolico che aleggerebbe in tutti noi. Infatti le beghe del tronfio vicino di casa non mi smuovono, mentre il senso di giustizia mi fa dire che se uno arriva al punto di rovistare tra gli scarti degli altri bisogna fare qualcosa per lui e non contro di lui.”allora preferisci lasciarli lì, tra i cassonetti, sui marciapiedi, eh?””se l’unica alternativa è eliminarli dalla nostra visuale perché la rovinano, allora sì, preferisco che restino sui marciapiedi e tra i cassonetti. non ho la soluzione, no. è inutile che continui a domandarlo. ma credo che i miei strani discorsi sulla giustizia gli siano utili perché hanno bisogno di avere gente dalla loro parte”Poi si potrebbe, per esempio, non votare i partiti degli assessori che hanno ideato il divieto di rovistare nei cassonetti.