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COGENERATORE A BIOMASSE DEL CONSELVANO CON PROCEDURE AUTORIZZATIVE IRREGOLARIL'utilizzo di olio di palma non rispetta tipologie e criteri previsti dal finanziamento europeo. C'è in giro un ambientalismo del fare, o meglio dell'affare, che spaccia progetti non sostenibili e inquinanti per fornitori di energia attraverso fonti pulite e rinnovabili.Molti di questi "furbi ambientali" si sono buttati ultimamente nel settore delle centrali a biomasse, proposte diffusamente in molti paesi del Veneto, soggette a finanziamenti regionali e comunitari. Le biomasse determinano un impatto ambientale di gran lunga inferiore ad altre modalità di produzione energetica basate sulle fonti fossili ma solo a determinate condizioni: piccoli impianti che non superino i 50, massimo 80 kw, approvvigionate da materiale ligneo o vegetale reperibile in un arco chilometrico ridotto e prossimo all'impianto, con spostamenti del materiale minimi e con impianti di spremitura in loco. Solo in questo modo si ha un bilancio energetico positivo e un impatto molto ridotto (perché, comunque, un impatto atmosferico lo si ha anche con questo tipo di impianti ma giustificabile se la sua produzione può sostituire in loco un numero consistente di caldaie domestiche portando a una le tante singole emissioni prodotte). L'impianto di cogenerazione a biomasse in previsione a Conselve non risponde a nessuna di queste caratteristiche. Si tratta di un mega impianto di 5 MW circa il cui approvvigionamento dovrebbe essere dato da una produzione agricola a servizio di circa 140.000 ettari (per fare un conto a spanne). Lo si vuole approvvigionare, inoltre, con olio di palma per il 49% che, notoriamente, non si produce in Veneto e tanto meno nel territorio conselvano prossimo all'impianto. Lo si dovrà importare, quindi, con un bilancio energetico legato al trasporto evidentemente negativo. Siamo in presenza di un affare osteggiato da un fronte del no, tanto vituperato da più parti, costituito dalle associazioni e comitati della bassa padovana, dell'amministrazione comunale di Bagnoli di Sopra che se lo vedrà sorgere proprio al confine con il suo territorio, da molti cittadini di questo territorio. E per fare l'affare si passa sopra a tutto, comprese le prescrizioni chiare dettate dal Documento Unico di Programmazione DOCUP per gli interventi strutturali comunitari della Regione Veneto, Obiettivo 2 per il periodo 2000-2006 dal quale i promotori del progetto hanno ottenuto il finanziamento. Al capitolo 5 delle Tipologie di intervento, punto A1, il Documento UE afferma che per l'ammissibilità al finanziamento di impianti per l'utilizzo di biomasse lignocellulosiche per la produzione di energia termina e/o elettrica, "le biomasse dovranno provenire dal territorio della Regione Veneto ed essere costituite da legna e altri materiali vegetali provenienti dall'agricoltura, da operazioni di pulizia boschiva, da attività selvicolturali e dalle attività di prima lavorazione del legno (…)" Bene ha fatto la Giunta di Bagnoli di Sopra ad incaricare un proprio legale della correttezza dell'iter autorizzativi del progetto; iniziativa che si mette in dialettica con la mobilitazione dei comitati e dei cittadini del territorio. Come consiglieri provinciali e regionali dei Verdi chiediamo alle Giunte se hanno effettivamente verificato che il progetto di cogeneratore a biomassa di Conselve risponde ai requisiti previsti dal finanziamento europeo e di intervenire nel procedimento autorizzativo vista la violazione delle tipologie e dei criteri previsti dal DOCUP della UE. Gianfranco Bettin Paolo De Marchi Consigliere regionale Verdi VenetoConsigliere provinciale Verdi Padova