La pelle si inflaccidisce, affiorano qua e là piccole vene rossastre sul volto e sulle gambe. La peluria si dirada nei punti maggiormente sottoposti allo sfregamento dei vestiti.E dimentichi...Solchi inarrestabili scavano i loro sentieri attorno agli occhi, sulla fronte, sul collo.Piccoli punti marroni o nerastri si svegliano come da un lungo ragionato letargo, e poco per volta si ingrossano e si allargano; cellule impazzite che denunciano l’avanzare di nuove minacce.Lo smalto dei denti ingiallisce e poi si sfalda, lasciando una serie di ruderi cavernosi che uno dopo l’altro andranno abbattuti.E dimentichi... Il passo si appesantisce, il fiato si accorcia.La stessa scala che fino a ieri affrontavi con agilità, ora sembra inconquistabile: non puoi più contare sulla tua agilità.Il desiderio d’amore si fa più grande della capacità d’amare, poi si assottiglia anch’esso.E dimentichi...Le piccole o grandi aspirazioni si trasformano una ad una in illusioni, mete sempre più irraggiungibili.Incominci a cancellare i progetti di viaggi lontani, perché sai che non ci andrai mai più in quei posti, poi cancelli via via anche quelli meno lontani e poi non hai più voglia di muoverti del tutto.E dimentichi...Non ci sono più “nuovi” incontri; la gente è sempre tutta uguale a gente già vista e già conosciuta. Basta un’occhiata e sai già classificare i vari individui e riconoscere i loro difetti prima ancora che si manifestino; le sorprese si estinguono.E dimentichi...La vita attorno a te si trasforma a ritmi incalzanti. E’ il progresso che accelera o sei tu che rallenti?Le novità che prima ti attraevano ora ti spaventano o ti lasciano indifferente.Le tue ossa si accorciano e la schiena s'incurva, mentre piccole stelle nel cervello si spengono una ad una e il firmamento mentale si fa sempre più buio e vuoto.E dimentichi...Il lavoro che affrontavi con passione diventa una umiliante prova quotidiana delle tue incapacità. I discepoli ti superano. Negli scontri sei sempre più spesso il perdente.E dimentichi...Sei un testimone disarmato dello stesso disfacimento di chi ti sta vicino: specchio altrettanto crudele della tua stessa vecchiaia.Le frasi si atrofizzano, la routine ti imprigiona, i cambiamenti ti spaventano.E dimentichi...I bambini ti infastidiscono, i giovani parlano un’altra lingua, gli adulti ti deludono, i vecchi sono noiosi. Ti isoli e resti sempre più solo.E dimentichi...Avanzano le prime malattie. Parli sempre più spesso di ossa che dolgono, di stomaco pigro, di occhi sempre più sfocati, di vene indurite e di medicine, ospedali, analisi.Lo specchio rimbalza l’immagine di un altro. I ricordi si sgretolano, prima i nomi, poi le immagini, poi periodi interi.E dimentichi...I funerali prendono il tempo una volta dedicato ai matrimoni e battesimi.Prima gli anziani, poi i coetanei, poi - se sei fortunato- anche molti che erano più giovani di te, o meno vecchi, per essere sinceri.Poi è il tuo turno......e sarai a tua volta dimenticato. testo : Ricky Spelta