Creato da Taniello il 06/01/2007

La Sdraio

Diario saltuario di cinema e recensioni...

 

Messaggi di Gennaio 2013

Lincoln

Post n°303 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da Taniello
 
Tag: Lincoln

Lincoln

Prima di entrare in sala vedi che dura oltre 140 minuti, cerchi la locandina e leggi: "Lincoln", "Steven Spielberg", "Daniel Day Lewis" e capisci che stai per vedere la classica megaproduzione che si propone di fare incetta di premi Oscar (il buon Spielberg, essendo uno che la sa lunga ma lunga assai, è anche produttore).
Spese esorbitanti per comparse, costumi, location, recitazioni impressionanti, tema di quelli "importanti" che non può non graffiare le coscienze del grande pubblico e infine una buona dose di onestà nel raccontare quello che fu il ruolo della corruzione da parte degli embrioni della CIA (se si ha indole globalizzata e complottista) o del più classico mercato delle clientele (se ci si sente più tradizionalisti).
Alla fine, che dir si voglia, è un ottimo film ma un tanto "freddo". La logica in base alla quale risulta più coinvolgente la pura fiction che non la "vera" storia in quanto tale trova ancora una volta conferma: nessuno in buona fede può affermare che un ottimo "Lincoln" affronti il tema dello schiavismo in maniera più coinvolgente di quanto non abbia fatto Django di Tarantino. La psicologia cinefila (delle arti in generale) è talvolta infame: per me "Lincoln" è un ottimo film, ma la schiena era ben aderente allo schienale della poltrona e qualche volta si è controllato anche l'orologio. Con Django cavalcavo insieme a Foxx. Caro Spielberg, è così che va: "Duel" mi ha sempre preso di più.

 
 
 

Django unchained

Post n°302 pubblicato il 19 Gennaio 2013 da Taniello
 

Django

La vendetta è l'arma vincente. Lo fu in Kill Bill (secondo me ancora il migliore), lo è in Django. Quentin Tarantino lascia chiaramente percepire in ogni sequenza quanto stia sessualmente godendo di ciò che sta girando e inevitabilemente tale eccitazione finisce con il travolgere anche lo spettatore. Nella malaugurata ipotesi poi che lo stesso povero spettatore abbia in comune con il regista la passione per uno stesso tempo-che-fu cinematografico allora non può esserci altro che godimento continuo fino al naturale sfinimento. E se il piacere cinematografico potesse misurarsi con la quantità di tempo spesa con il busto proteso in avanti, dimenticandosi dello schienale della poltrona, allora qui siamo su valori decisamente alti.
La vendetta, dunque: inutile ragionare sulla storia, non conta. Conta che tutti, proprio tutti, recitano come meglio non avrebbero potuto. Conta che le decine di citazioni, o meglio, EVOCAZIONI siano state tutte calzanti. Conta l'esito, il fine: siamo al cinema ed è quindi possibile avere tutte le soddisfazioni che la realtà insiste a negare. Alla fine però contano più di tutto, sempre e comunque, la passione e il coraggio: la passione nel fare ciò che ami; il coraggio di dire ciò che sovente viene sussurrato: in "Bastardi..." il nazismo era un tema forse inflazionato ma qui, con lo schiavismo, è stato finalmente aggiunto un capitolo fondamentale a quelle che erano solo "Radici". E a buon intenditor...

 
 
 

La migliore offerta

Post n°301 pubblicato il 15 Gennaio 2013 da Taniello
 

La migliore offerta

Anche questa volta Tornatore impiega quasi un'ora più del necessario per dire ciò che voleva dire. Come in Baaria (fortunatamente con qualche centinaio di attori in meno a cui concedere il cameo) la magnificenza della messa in scena riempie lo sguardo, la bravura del protagonista è incontestabile e la storia comincia perfino ad appassionare lo spettatore.
Quando tutto sembra essere quasi perfetto, ecco che il legame tra gli ingredienti nel piatto comincia pericolosamente a trasformarsi in brodo. Sempre elegante, di classe e luccicante, ma brodo. Il desiderio del finale (abbastanza prevedibile) comincia a diventare spasmodico ma per carità, sempre di gran classe e tirato a lucido. Ottimo Tornatore dunque, con una capacità di messa in scena a dir poco magnifica. Occorrerebbe tuttavia maggiore onestà: se fai il film lungo non puoi metterci dentro sempre le stesse sequenze, puoi anche variare leggermente l'andazzo, su!

 
 
 

The Master

Post n°300 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da Taniello
 

the master

Prove d'attore per Phoenix e Hoffman, semplicemente giganteschi. A volte un po' troppo cervellotico, la voce di Pannofino sovrasta eccessivamente Hoffman, ricostruzione eccellente dell'epoca. Buono ma non ottimo.

 
 
 

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