Creato da Taniello il 06/01/2007

La Sdraio

Diario saltuario di cinema e recensioni...

 

Messaggi di Novembre 2013

L'ultima ruota del carro

Post n°319 pubblicato il 25 Novembre 2013 da Taniello
 

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Il film non è esattamente un gran ché ma offre alcuni spunti. Tipo che Elio Germano è sempre più bravo e la regia ha saggiamente pensato di fare ampio uso della sua fisicità. Magro, curvo, molto spesso a figura intera... il personaggio di Ernesto Marchetti è davvero ben riuscito e interessante. Offre onestà, innocenza e sincerità a iosa, come quel bravo cristiano che quando lo incontri ti fa sentire quasi in colpa per tutte le volte in cui hai pensato che il mondo fa schifo (poi càpita subito qualcosa che ti riporta coi piedi per terra). Grande Ernesto Marchetti, meriterebbe una serie TV, non si offenda la regia...

Il resto è poca roba: infelice la corsa contro il tempo negli anni con un paio di fatti epocali qua e là, poco riuscito anche l'effetto invecchiamento (purtroppo Rambaldi non c'è più). Felicissimo invece Haber, a suo agio nel fare un personaggio che non poco gli si addice. Stimo assai Memphis ma qua non era al meglio. Non da stroncare ma ideale per un sabato piovoso.

 

 
 
 

Una piccola impresa meridionale

Post n°318 pubblicato il 02 Novembre 2013 da Taniello
 

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Mi sarei volentieri risparmiato questo film se di mezzo non ci fosse stato Rocco Papaleo, alfiere di quel sud che mi piace, quello non napolicentrico, più intimo, che si respira nelle zone interne o su quelle costiere sconosciute alle orde barbariche pressoché agostane, si dica pure il sud "dell'anima". Papaleo è uno di quelli che non ha perso il suo dialetto nonostante viva a Roma da decenni, è uno che ha in mente i paesaggi, i costumi, le donne anziane e il sole delle sue lucane origini. Qua ha voluto strafare (e forse "dovuto", dato il successo del precedente), il film funziona bene e diverte assai nel primo tempo ma poi pian piano si perde nella troppa carne messa a cuocere tra Sca-marci e Bobulove varie... peccato perché la poesia c'era, io l'ho vista.

 
 
 

La vita di Adele

Post n°317 pubblicato il 02 Novembre 2013 da Taniello
 

lvda

Come se i fratelli Dardenne fossero improvvisamente impazziti e invece delle difficoltà nel sopravvivere in questo mondo infame decidessero di approfondire nelle loro storie questioni sentimentali tra omosessualità e amori non corrisposti.
"La vita di Adele" è un romanzone (quasi 3 ore) molto ben fatto di una vita qualunque alle prese con vicende che potrebbero riguardare chiunque, ovunque nell'Occidente "culla" dei diritti dell'uomo. Normale che se ne parli soprattutto per gli amplessi molto ben approfonditi tra le due protagoniste ma decisamente funzionali in quei momenti del racconto. Forse imperfetto in uno solo dei punti strategici della vicenda, ma solo lì, perché per tutto il resto del film gli spettatori di una certa sensibilità non smettono per un solo attimo di seguire il viso, i passi e le parole della brava interprete.
Porterà questo film scolpito nella sua psiche e quasi certamente ne pagherà delle conseguenze. Il regista? Un uomo crudele, ma a volte certe cose vanno fatte e basta.

 
 
 

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