Messaggi di Gennaio 2014
Signori, giù il cappello! In tre ore veniamo trascinati dal sempre più bravo Di Caprio tra il paradiso e l'inferno degli squali finanziari. Scorsese, finalmente in gran forma, non ha peli sulla macchina da presa e disegna trionfi di droghe, orge e milioni di dollari con grande leggerezza, riuscendo perfettamente a rendere quell'idea di USA come terra promessa per esseri spregiudicati e talvolta vittime di un equilibrio interiore alquanto precario. Merito del buon risultato raggiunto è senza dubbio il fatto di essere un'opera tratta dalla vera storia di un truffatore (tale Belfort), in quanto difficilmente un'opera di sola fantasia avrebbe potuto mostrare tanto sfacelo di umana dignità. Un difetto del film? Il doppiaggio, da veri cani. Non resta che aspettare un'edizione in lingua originale. |
Il convento a noi passa Virzì e ce lo dobbiamo far bastare. Ce lo dobbiamo far bastare se vogliamo vedere un filmetto che provi almeno un po' a leggere il contemporaneo senza andare da un estremo all'altro, dalle puttanate volgari alle megapippe d'autore. La storia è montata con intelligenza e lo spettatore segue i diversi punti di vista sui fatti con partecipazione. Il finale, una volta date tutte le carte in tavola, si presenta come ineluttabile, ma ciò non infastidisce, fa parte anzi della rassegnazione che ci portiamo in tasca, non può che essere così. Nella confusa cagnara che accompagna (anzi, anticipa...) sui giornali l'uscita di ogni film che non sia esplicitamente una stronzata (e che magari abbia una pur sottile vena critica) sono stati percepiti alcuni latrati in difesa della nobile razza brianzola, ingiustamente accusata di essere stata presa di mira come responsabile dello sfascio del paese nullafacente mentre pare che essa sia rimasta l'unica che, indefessa, lavora sodo e paga tasse. |