Creato da Taniello il 06/01/2007

La Sdraio

Diario saltuario di cinema e recensioni...

 

Messaggi di Febbraio 2014

Smetto quando voglio

Post n°325 pubblicato il 15 Febbraio 2014 da Taniello
 

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Ecco, è dura ma alla fine la ruota gira e grazie a quel fetente di Procacci può succedere pure che un regista giovane e di gusto quantomeno contemporaneo riesca a fare una commedia divertente e ben confezionata. 
Ridere al cinema grazie ad un film italiano senza scorregge, senza doppi sensi sessuali, senza corna e soprattutto senza personaggi "dominanti" alla Zalone nati dalla TV è un fatto epocale. Secondo alcuni pare niente di meno roba alla Monicelli ma non sembri azzardato il paragone: storie di spiantati, mezze calzette che provano a fare il colpo della vita possono tranquillamente essere di nuovo attuali, i tempi lo permettono. Sempre più difficile invece credere a storie, spesso di registi de sinistra, dove mal che vada il più povero dei personaggi vive ai Parioli.
Eppure (come sempre) non ci voleva chissà cosa, siamo la patria dei pulcinella e della disonestà, miniere di spunti per tutti quelli che vogliono far ridere. Eppure non era facile senza quella roba che è stata elencata all'inizio, eppure per decenni si è dato per acquisito che si poteva ridere al cinema solo a natale.
Auguri al fresco regista, che faccia tanta strada.

 

 
 
 

A proposito di Davis

Post n°324 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da Taniello
 

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Una platea fragrante di morbido cashmere e dall'età media altina riempie la sala dove si proietta "Il nuovo dei fratelli Cohen" (il titolo non ha mai avuto importanza quando si parla di alcuni registi). In questo caso si tratta pure di uno di quei film che accigliati critici di bocca buona si sono premurati di definire "un'opera minore", "un piccolo film" ma pur sempre "dei fratelli Cohen".  Insomma, comincia a far capolino la paura che possa trattarsi di un'altro film "alto", poco digeribile per sventurati europei, come fu "A serious man", alquanto ostico se non si è frequentatori abituali di sinagoghe.

Per fortuna di mezzo c'è la musica, quindi il "comprendonio" è, in parte, salvo. 
La storia del musicista folk che vuole sfondare è come al solito (per i "fratelli Cohen") la scusa per indugiare su momenti e personaggi secondari di cui non è quasi mai chiaro il ruolo se non quello di incasinare ancor di più l'esistenza del folk singer: che siano ex mai viste, partner artistici mai visti, discografici pittoreschi, John Goodman, sindacalisti di marineria, padri anziani senza uso della parola, gatti metaforici, insomma il caos massacra il povero Davis, così deve essere, è ineluttabile e quindi si ricomincia daccapo. L'hanno detto i fratelli Cohen.

 

 
 
 

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