Creato da Taniello il 06/01/2007

La Sdraio

Diario saltuario di cinema e recensioni...

 

Messaggi di Marzo 2014

Nebraska

Post n°329 pubblicato il 16 Marzo 2014 da Taniello
 

Nebraska

Ma che bel film! I critici di mestiere direbbero che è un ritratto di quella parte degli States lontana dai riflettori e fuori dalle traiettorie mainstream. Andassero a cacare loro e i ritratti fuori mainstream, questo è un grande film a carattere universale.
Il vecchio Woody ha vissuto come tanti una vita che non avrebbe voluto, ha servito il suo Paese e lavorato come un mulo. Non pago, peggio del peggio, era sempre disponibile ad aiutare tutti. Come tanti non ha reagito al meglio e ne ha pagato le conseguenze.  Woody è ognuno di noi quando non ne può più e si lascia schiacciare dai mostri. Ora forse ha l'opportunità di avere un nuovo furgone e un nuovo compressore perché il suo lo aveva prestato anni prima al vecchio socio senza riaverlo mai più indietro. Ci prova, forse è la volta buona. Un figlio a cui le cose girano male decide di dargli una mano, anche Woody ha diritto ad un'ultima possibilità.
Invece no.
Alla fine, nonostante tutto, si ritroverà con quegli stessi con cui hai lottato per una vita. Essi solo sapranno aiutarlo ad avere qualche piccola soddisfazione alla faccia di tutti quegli stronzi, almeno una.
Grande cinema USA, grandi spazi, viaggio dell'anima, capolavoro.

 
 
 

Lei

Post n°328 pubblicato il 09 Marzo 2014 da Taniello
 
Tag: Lei

Lei

Film interessante e fatto bene. Certo, se poi qualcuno avesse proprio voglia di rompere le palle allora si potrebbe sottolinearne una certa abbondanza di "scrittura", cosa che ne fa un'opera da consigliare ad un pubblico di bocca molto buona. Tale pubblico potrà poi provare forte compiacimento (bagnato con ottimo vino rosso) nello scoprire i riconoscimenti festivalieri che ha ricevuto la sceneggiatura.

Ci sono poi quelli che potrebbero definirlo come un film "cerebrale" ma sono sicuramente persone che ridono poco e hanno letto avidamente (in gioventù si fanno tanti errori) le pagine culturali di Repubblica.

Dopo le pippe restano i fatti: Joaquin Phoenix è, al solito, mostruosamente bravo (e folle). I luoghi sono perfettamente "contestuali", una Los Angeles futura che poteva essere rappresentata così bene solo da Shanghai. Il tema, infine, stimolante, interessante, logico.

La morale è incontestabile: appena potranno, pure i sistemi operativi ci schiferanno. 

 

 
 
 

Gravity

Post n°327 pubblicato il 05 Marzo 2014 da Taniello
 
Tag: Gravity

Gravity

Qua bisogna fare tre premesse se no va a finire male:

- Questo diario viene redatto al solo scopo di serbare le impressioni (più o meno a caldo) che il cinema (più o meno di prima visione) lascia sui neuroni del suo sempre più anziano e stanco estensore.

- L'estensore di cui al punto precedente non possiede la verità, al contrario di tutto il resto dell'umanità.

- E' noto che i premi Oscar non qualificano i film più belli dell'universo ma ricordano dell'esistenza di una cosa che si chiama cinema anche a chi normalmente la ignora. Di questo occorre farsene una ragione.

A questo punto si può parlare di Gravity, un film che ha vinto un sacco di premi Oscar ma non fa niente.

Ci sta Clooney che gironzola nello spazio divertendosi un mondo guidando uno Jetpack (uno zainetto che ti fa zompettare un po' di qua e un po' di là) con la stessa faccia di culo con cui ha trasformato dalla TV una cosa come il caffè in una gioiello da boutique di altissima classe.

Ci sta Sandra Bullock che da un giorno all'altro è andata un momento nello spazio ad installare una sorta di modulo HW fuori al telescopio spaziale Hubble.

Ci sta poi una tempesta di detriti causata dall'urto tra satelliti che li coglie in pieno e li lascia "a piedi" nello spazio.

Ci sta poi che succedono altri fatti un po' così, ma non fa niente.

I film ambientati nello spazio ci hanno fatto vedere in passato grandi cose, grandi pippe esistenziali pure. Qua il fatto è stato diverso.  'Sto film mi è piaciuto assai perché la regia mi ha messo appresso agli astronauti (Clooney e Bullock! Astronauti!), mi ha affiancato a loro mentre annaspavano o volteggiavano leggiadri, fluttuavano, si aggrappavano, volavano, non stavano mai fermi, mi ha dato un punto di vista che mi mancava, ho visto cose che non avevo ancora visto fatte così. Non è stata (solo) roba di effetti speciali, è stato qualcosa di più.

[Spoiler! Spoiler!] [Spoiler! Spoiler!] [Spoiler! Spoiler!]

Infine, pensate quello che volete ma quando una volta a terra i piedi nudi hanno toccano acqua e sabbia è stato quasi commovente. Quasi, però.

 

 

 

 
 
 

Dallas Buyers Club

Post n°326 pubblicato il 02 Marzo 2014 da Taniello
 

Dbc

E vediamoci i film che si contendono gli Oscar. Questa qua è la classica prova d'attore,  Matthew McConaughey recita in maniera estremamente potente e con tutto il suo corpo. Da solo vale la visione. Il resto? Insomma, la ricostruzione del 1985 è perfetta (a questo servono gli "ammerigani"), così come il sudore, le auto, il Texas, l'Aids, tutto che ti sembra di stare lì. E però non è un gran film, parliamoci chiaro. Si potrebbe stare ore a tracciare piccole sbavature, perché e per-come ma il film rimane nel suo complesso imperfetto, tipo come quando ci si aspetta una grande partita perché ci sono grandi campioni ma poi ne esce un match così così. Secondo me.

 
 
 

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