Anche questa volta Tornatore impiega quasi un'ora più del necessario per dire ciò che voleva dire. Come in Baaria (fortunatamente con qualche centinaio di attori in meno a cui concedere il cameo) la magnificenza della messa in scena riempie lo sguardo, la bravura del protagonista è incontestabile e la storia comincia perfino ad appassionare lo spettatore.
Quando tutto sembra essere quasi perfetto, ecco che il legame tra gli ingredienti nel piatto comincia pericolosamente a trasformarsi in brodo. Sempre elegante, di classe e luccicante, ma brodo. Il desiderio del finale (abbastanza prevedibile) comincia a diventare spasmodico ma per carità, sempre di gran classe e tirato a lucido. Ottimo Tornatore dunque, con una capacità di messa in scena a dir poco magnifica. Occorrerebbe tuttavia maggiore onestà: se fai il film lungo non puoi metterci dentro sempre le stesse sequenze, puoi anche variare leggermente l'andazzo, su!