Sfinge

Post N° 196


Mi è capitato di pensarci molto, ultimamente. Sarà che la situazione lavorativa, si sa, non mi soddisfa e mi viene facile pensare che se non avessi mollato, ora avrei più spazi di movimento. Sarà che tutto cominciò e finì con un test d'ammissione alquanto ambiguo. Sono passati tanti anni e mi chiedo come mai solo ora, finalmente, siano state portate alla luce le anomalie dei test d'ingresso all'università. Forse la risposta è semplice: perchè tanti coglioni come me non hanno mai riferito a chi di dovere certe 'stranezze'. Ero giovanissima, volenterosa, piena di ambizioni e di aspettative. Avevo da sempre una passione per la scrittura e le davo forma nei modi più disparati. Racconti, poesie, articoli che sono riuscita spesso a pubblicare.Alle superiori non era andata proprio a meraviglia, considerato che al liceo scientifico una che in matematica e affini è totalmente negata non naviga in acque tranquille. Così, finalmente, finita la maturità, prendo lA mia decisione: proseguogli studi e finalmente faccio qualcosa che mi piace e che sia affine al mio presunto talento. Mi iscrivo ai test d'ammissione per scienze della comunicazione, sapendo che sarà dura ma che tanto vale tentare! Frequento addirittura un corso di preparazione al test, che poi si rivelerà inutile, nonchè un grosso spreco di soldi.Ricordo che tutti al liceo avevano scelto un'altra città, come meta di studi universitari e l'idea di poter cominciare un'avventura completamente da sola mi affascinava. Però ricordo anche che quella mattina con me in viaggio c'era un ragazzo che mi aveva presentato un'amica per l'occasione. Avrebbe sostenuto lo stesso test, era originariodi una cittadina poco distante la mia; così decidemmo di prendere lo stesso treno e darci man forte. Arrivati in sede d'esame, fummo divisi per ordine alfabetico in diverse aule e potemmo rivederci solo al termine.Io non ho conoscenze specifiche che mi possano far dire che l'esame che ho dato sia
stato truccato, ma le stranezze si sono verificate. Più di tutte, la distribuzione, a inizio esame, di matite [lapis] griffate dall'ateneo e il divieto assoluto di utilizzare delle penne a inchiostro. Quanto eravamo tutti giovani e imbecilli per non cominciare a sentire puzza di bruciato, dal momento che un documento ufficiale come può essere compilato a matita??Ho davvero vaghi ricordi, se non l'incontro a fine esame con il mio compagno di viaggio, a cui raccontai della distribuzione di matite, che in un primo tempo nemmeno bastavano per tutti: il quale mi guardò allibito dicendomi che invece nella sua aula avevano pregato di utilizzare penne a inchiostro nero o blu, non rosso e non matite perchè il lettore ottico che avrebbero utilizzato per correggere i test non sarebbe stato in grado di riconoscere le risposte!!!Nessuno dei due superò il test. Io ho ripiegato su un'altra facoltà che non mi è mai piaciuta, organizzata così male da dare l'esaurimento. Ho lasciato e poi ripreso, poi rilasciato e ripreso di nuovo... ma non ho mai portato a termine l'impegno. Perchè non lo sentivo mio e perchè lungo il cammino forse ho trovato qualcosa di più affine a menell'ambito del lavoro e ho scelto quella strada. Che tristezza, però se ci penso... Se solo avessi avuto io, come tanti altri, il coraggio di PARLARE, RACCONTARE e far sorgere qualche dubbio... Che schifo l'Italia. E anche gli Italiani, me per prima, per come spesso si lasciano passivamente fottere senza fiatare.