Sfinge

Post N° 237


Non passa giorno che non abbia dei pensieri che voglia riportare qui. Riflessioni, pareri, giudizi personali. Ma la verità è che tutto dura lo spazio di qualche secondo, scivolando poi in quella che in breve si può riassumere in una parola sola: indignazione. Perchè se una mattina mi sveglio all'alba assillata da ansie personali, dal letto accendo la tv, consulto il televideo e la carrellata di notizie è quella che riporto, non si può non provare qualcosa di simile all'indignazione. Il nuovo governo vuole introdurre la clandestinità come reato. Come se non avessimo già una burocrazia giudiziaria in completo collasso, come se non avessimo già le carceri sovraffollate. Il ministro-soubrette Carfagna si rifiuta di patrocinare il gay pride, asserendo che ormai i gay sono completamente integrati in società e non servono manifestazioni di questo genere. Per non parlare di altre sue considerazioni di un moralismo che poco è coerente con una che fino all'altro ieri senza alcun cruccio si presentava in tv beatamente scosciata (e - dice il suo mentore - con qualche pelo superfluo...). E che dire di Famiglia Cristiana, che afferma con entusiasmo che ora ci sono i numeri per cambiare finalmente la 194? Sono seriamente indignata, sì. E preoccupata. Per tutto questo. Ma non basta.Sono preoccupata che con l'arrivo della stagione calda si sviluppi seriamente la tanto paventata emergenza sanitaria dovuta al perenne accumulo di rifiuti nel napoletano. Il tutto mentre non si fa che parlare di epurazione dal paese di quei zulù, di quegli incivili, sporchi, puzzolenti criminali degli stranieri. Con una nota di riguardo per le colf, però. Perchè poi altrimenti chi gliela spolvera e lucida la villa al mare?Ma noi siamo poi così sicuri di poterci permettere di dare degli incivili agli stranieri? Facendo una sana analisi di coscienza, questi giudizi non arrivano forse da un pulpito un po' traballante? Siamo sicuri che noi le regole le rispettiamo tutte? Siamo sicuri di nutrire un sincero rispetto per il prossimo? Siamo davvero certi di essere una società così civile, noi italiani? Io da un po' di tempo a questa parte questa certezza l'ho persa, e mi basta camminare per strada per capire che c'è qualcosa che non va prima in noi stessi che negli altri.