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Un blog creato da queen_nefertari il 17/03/2006

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« Messaggio #217Tradimenti »

Post N° 218

Post n°218 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da queen_nefertari

Tre giorni di seguito a perdere tempo a fare coda per sbrigare delle faccende, possono davvero provare il fisico e i nervi e rosicchiare preziosi anni dal carnet della propria vita. Specialmente se dalla tua hai l'illusione che andando nei vari uffici in prossimità dell'orario di chiusura, troverai il deserto. Cosa che fai, per altro, forzatamente, non certo per scelta, essendo quello l'unico momento disponibile. Lunedì, pagamenti e versamenti in banca. Uno sportello aperto e venti persone in coda che devono sbrigare l'impossibile. Passo il tempo chiacchierando sottovoce al telefono, scorre abbastanza in fretta, ma solo perchè sono distratta e solo perchè non ci sono i soliti 40° che ti fanno chiedere dove stiano palma, sdraio e cocktail. Tento anche il passaggio alle Poste, che però cinque minuti prima della chiusura son ancora un muro umano. Rinuncio, pensando che il giorno successivo sarà più fortunato. Martedì cambio ufficio postale, sperando che la scelta drastica possa portarmi fortuna. E' ancora una volta un'illusione perchè si ripete all'incirca la situazione del giorno precedente. Uno sportello attivo e una ventina di persone in coda, coda che l'ufficio non riesce nemmeno a contenere tutta. Aspetto e aspetto, cerco di farmela passare, sembra un'infinità. L'orologio appeso alla parete scandisce lentissimo persino i secondi. Un'altra ora perduta, un altro pranzo saltato perchè anche l'appetito se n'è andato. Ma quando torno a casa, scopro anche la beffa. In buca trovo un avviso di giacenza di una raccomandata. L'istinto è quello di dargli fuoco o di prendere le pareti a testate. Oltre al naturale interrogarmi sulla ragione per cui una volta la raccomandata te la fanno ritirare 'in **lo a Giove', un'altra in centro, un'altra ancora dietro casa. Sarà una casuale combinazione simile all'estrazione del Lotto? Il postino che FA FINTA (perchè fa finta, l'ho scoperto oggi!) che non sei in casa, porta con sè una teca, si benda e pesca a caso la sede del ritiro?
Comunque sia.
Stamattina prima di andare a lavorare mi metto il cuore in pace, infilo l'avviso in borsa convincendomi che stavolta sarà un gioco da ragazzi. Ancora una volta illusa. Ancora una volta così tante persone che messe insieme ricordano la muraglia cinese. Ancora una volta una lungaggine indicibile. Un'altra ora perduta, per ritirare poi un'avviso che non mi cambia la vita.

A questo punto un paio di riflessioni.
Anzitutto parliamo dei postini, che nemmeno provano a cercarti a casa, ma che ti smollano l'avviso e chi s'è visto s'è visto. Atteggiamento che hanno anche molti corrieri, a giudicare dalle testimonianze che si scambiano i miei compari di sventura mentre sopportiamo la coda. Campanelli che non hanno mai suonato, permanenza in casa accertata e a sorpresa l'avviso in buca. Della serie 'voja de lavorà sartam'addosso'.
E poi, cari compari di ventura, ma vi pare il caso di bofonchiare e lanciare ogni cristo
sottovoce, senza sosta, mentre siete in coda, rendendo il tutto ancora più insopportabile? Siamo tutti nella stessa barca, non ha senso. Non perchè si debba accettare tutti i molteplici disagi a cui siamo sbattuti di fronte quotidianamente senza dire 'bah'. Ma protestare sottovoce non serve proprio a niente. Quindi la scelta può essere questa: o te ne stai zitto e sopporti e ti rassegni a un fegato che duplica di volume, senza recitare rosari nelle MIE orecchie, oppure entri nell'ufficio postale sventolando in aria un forcone e cominci a sfanculare chiunque renda tutto così complicato. Dal postino che non fa il suo dovere, fino all'impiegata che ci mette un quarto d'ora a sbrigare le faccende di ogni cliente perchè nel frattempo deve scambiarsi opinioni con la collega a proposito di figli, mariti e suocere. Protestare in sottovoce non serve a nulla, è un modo come un altro per accettare quel
che ti piove addosso. Equivale a non protestare.
Quindi tu, tamarretto di periferia che non fai che ripetere, sussurrando, attaccato ai miei padiglioni auricolari 'non si può, minchia ò!' 'minchia ma non è possibile' 'minchia sono incazzato ò' 'minchia ma non ce la faccioppiù' 'oh ma non happropriosèèènso minchia!'
... puoi gentilmente smetterla? Grazie.

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